Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

giovedì 3 aprile 2014

Non più Attacchi di Panico ma Pensare Felice e star Bene con Sé stessi, gli Altri e la Natura


Ogni branca del Pensiero, appunto dalle filosofie come dalle scienze psicologiche, ha fornito nella storia una sua propria specifica struttura del funzionamento della macchina Uomo che si relaziona, e come deve farlo, con gli altri e con la Natura, e di rimando con sé stessa.

Si parla di Dio, dell'etica, della morale, della storia, della mente, coscienza, conscio ed inconscio, geni e memi, strutture chimiche ed il corpo sensitivo, diverse aree funzionali del cervello che si interconnettono e competono, intelligenza umana ed una possibile intelligenza artificiale, e dentro ognuna di queste altrettanti stadi di possibile funzionamento.

Quante parole per definire uno stato d'animo (e che cosa è uno stato d'animo?), un malessere oppure una qualsivoglia sensazione (sensazione che significa?) che ci riempie.

Si va dallo psicologo, si parla dei propri problemi, e ci si sobbarca di ancora più domande invece di avere risposte.

Del resto anche la Filosofia pone il problema di una lettura di un bel pò di libri.

Ma se stiamo male e siamo infelici come possiamo guarire?

La risposta è:
prima... leggere dei libri e poi... continuare a leggere dei libri.
Questo per poter infine leggere e capire il libro di sé stessi.

Questo leggere presuppone il mettersi in gioco, perchè quello che si legge potrebbe non piacere, dal punto di vista che ci potrebbe accusare di qualcosa, e ci pone delle problematiche da risolvere passo dopo passo.
Ci sarà bisogno di tempo, pazienza e soprattutto il coraggio di scendere nell'abisso dei nostri ricordi, rancori, rimorsi e rimpianti.

Ma innanzitutto, per chi lo stiamo facendo se non per noi stessi?

Questo non centra con l'egoismo, che significa pensare soltanto a sé stessi, ma con l'amor proprio, che significa pensare a sé stessi per poter pensare meglio agli altri!

Bisogna sapere e ricordarsi che noi veniamo sempre prima degli altri, nel senso che se prima non stiamo bene con noi stessi, allora non possiamo assicurare la felicità anche agli altri!

Esempio: se qualcuno sacrifica la vita per un altro, una moglie, un marito, un figlio od anche uno sconosciuto, questo atto, guarda caso, presuppone sempre il fatto di averlo fatto per un motivo in cui fermamente crediamo interiormente e che ci renderebbe infelice, con rimorsi e rimpianti, il non averlo potuto compiere.

In qualunque modo spieghiamo il nostro sistema macchina umana, è sempre questione di modi di relazione, tempi, connessione tra voleri (desideri) e poteri (impedimenti) della mente e del corpo che si ribella (sopravvivenza e paura).

Libertà e vincoli di ogni genere che noi ci poniamo e gli altri ci pongono.

Quante branche della Psicologia esistono?
A chi ci potremmo rivolgere.
Chi ci pone davanti al ricordo ed analisi della nostra infanzia, altri che tengono a farci cambiare il nostro modo di rapportarci al mondo.

Addirittura ci sono metodi per affrontare e risolvere problematiche di attacchi di panico, con tutto quello che essi vogliono dire e mettere in evidenza, per gli adulti ed i bambini stessi, con tutta la differente cura che deve essere riservata a quest'ultimi.

In qualunque modo si possa e debba affrontare e risolvere un problema, qualunque scienza si utilizzi, non si può prescindere dal dover avere uno spirito di volontà e coraggio, di onestà intellettuale.

Piccolo esercizio per iniziare:
cercate in Internet fino a trovare almeno dieci definizioni di "onestà intellettuale".
Poi capire se possono adattarsi alla propria situazione presente.

E, comunque, ascoltatemi. Non si può avere tutto.
Se non ci mettete del vostro ed il piangersi addosso, indipendentemente dalle disgrazie, deve essere un vostro marchio di fabbrica, allora non si potrà davvero fare niente.

Qualunque malessere non è mai slegato, nonostante la sua importanza, dal modo in cui si vive, e cioè come ci si rapporta con esso.
I nostri problemi siamo noi stessi, non sono gli altri.
Se davvero volete, allora potete soltanto andare avanti e cambiare.

LexMat

Adesso ulteriori indizi per incuriosire la volontà di auto-analisi e cambiamento, dalla PNL alla Filosofia alla Psicoterapia varia.



Da "http://www.enciclopediadellapnl.com/art/a-chi-mi-chiede-cosa-sia-la-pnl.php" :


A chi mi chiede cosa sia la PNL
di Ubaldo Saltarelli

A chi mi chiede cosa sia la PNL, rispondo sempre che la PNL è soprattutto comunicazione, con noi stessi e con gli altri, dentro e fuori di noi e faccio mio il principio secondo il quale da una buona comunicazione, nasce una buona vita.
Guardiamo un bambino che ancora non è in grado di parlare, comunica?
Certamente si, e non c’è neanche possibilità di fraintenderlo, parte da un bisogno interno e lo comunica all’esterno usando tutti i mezzi che ha a disposizione, pianto, rumorini, movimenti del corpo e più cose può mettere in campo e più ne mette, fino ad ottenere quello che desidera.

La sua comunicazione interna, anche se senza parole, è predisposta a soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri. Ieri, mentre correvo sul tapis roulant, ascoltando un audio di formazione, mi è tornato in mente, come dalla comunicazione interna, con noi stessi, dipendano i risultati che otteniamo.
La parola Programmazione nel nome esteso della PNL sta proprio a significare questo, ci programmiamo per ottenere i nostri risultati, positivi o negativi.
Come in un computer diamo il comando al nostro sistema operativo, su quale programma far girare in quel momento, fino a quando ad una determinata situazione viene applicato in automatico un determinato programma.
Cosa possiamo fare per far girare il programma giusto e ottenere i risultati che vogliamo?

Possiamo scegliere in ogni momento di avere il giusto stato d’animo.

Mi si obietterà: “Cosa c’entra lo stato d’animo con la comunicazione interna? Si entra in uno stato d’animo per una serie cose a volte belle a volte brutte, cosa c’entra la comunicazione?”

E’ proprio vero che la comunicazione  non c’entra niente?

In PNL diciamo che uno stato d’animo è dato da almeno tre elementi che concorrono  tra loro:

1)    La fisiologia, che è l’uso che facciamo del nostro corpo. Ricordi il vecchio detto latino: “Men sana in corpore sano”?  E tutte le discipline orientali, arti marziali, yoga, che collegano il benessere della mente al benessere del corpo e viceversa? Corpo e mente dialogano, quindi comunicano tra loro e si trasmettono in continuazione informazioni.

Fa una prova, piega le spalle in avanti, contrai il viso, e prova ad essere felice. Immagino che non ti sia riuscito.

Ora fa il contrario, alza le spalle, guarda in avanti con un bel sorriso stampato sulle labbra e… prova ad essere triste.

Neanche stavolta ti è riuscito.

2)    Il secondo elemento è il focus, in poche parole è quello su cui ti concentri.

Dove indirizzi i tuoi pensieri? Sul panorama bellissimo che è la tua vita o sui pezzi di carta che qualcuno ha gettato a terra ?

3)    Il terzo elemento sono le rappresentazioni interne. Più semplicemente quello che ti dici e le immagini che ti crei.

Questa a mio parere è la madre di tutte le comunicazioni.

Tutti parliamo in continuazione con noi stessi, anche adesso che sto scrivendo sento le parole nella mia mente prima di vederle scritte sul monitor del mio pc.
Le parole che ci diciamo generano immagini ed emozioni e possono aiutarci a realizzare i nostri sogni o al contrario, a non realizzarli mai.
Il bello di tutta questa storia è che ogni comunicazione e specialmente quella con noi stessi genera in noi un potere.
Il potere generato dalla nostra comunicazione interna è quello di poter scegliere gli stati d’animo che più ci saranno utili.
Ricorda che dagli stati d’animo nascono le sensazioni, dalle sensazioni le azioni, dalle azioni i risultati.
Spero che queste poche riflessioni sul potere della PNL e della comunicazione, ti siano utili e che ti spingano a riaffermare il tuo potere su te stesso, che è l’unica cosa che puoi veramente controllare.



Da "http://lexmat.blogspot.it/2013/09/raffaele-morelli-e-meglio-di-osho.html" e "http://lexmat.blogspot.it/2014/01/raffaele-morelli-guarire-senza-medicine.html":

Leggete quello che dice il Dott. Raffaele Morelli.

Pone anche delle tecniche per risolvere gli attacchi di panico.
Naturalmente si tratta di padroneggiarli con la possibilità poi di eviscerarne la cause/a interiori.



Da "http://francescodipalo.wordpress.com/2013/03/27/liberi-dentro-il-manuale-di-epitteto-da-praticare/" :

Liberi dentro. Il manuale di Epitteto da praticare


Il volume contiene l’edizione integrale del Manuale di Epitteto, ampiamente commentato e presentato in chiave di pratica filosofica.
Dipalo propone l’opera come possibile guida per le scelte della propria vita, e indica con precisione gli esercizi spirituali che possono essere praticati ispirandosi al Manuale e, in generale, alla filosofia stoica.
Questo lavoro si inserisce sul solco delle ricerche che traggono ispirazione della lezione sul modo di leggere i filosofi antichi che ci ha lasciato Pierre Hadot.
È un libro per tutti, scritto da chi lavora a scuola con un linguaggio piano e diretto.
Presto sarà disponibile anche in formato e-book, ad un prezzo ancora più accessibile.
È acquistabile via internet all’indirizzo http://www.libreriafilosofica.com/product/liberi_dentro/ (Libreria Filosofica).

Dalla Introduzione:

Con l’affidare alla stampa questa versione del Manuale di Epitteto non mi propongo particolari fini scientifici o filologici. Questo lavoro obbedisce piuttosto a esigenze di carattere pratico e spirituale. Ho fatto una piccola scommessa con me stesso: provare a restituire al Manuale la sua funzione originaria, adattandolo alla sensibilità e all’immaginario collettivo dei nostri tempi. Ovvero, l’ho “riscritto” per me, innanzitutto, e per chi avrà la pazienza di leggerlo con l’intenzione di prendersi cura di sé. Esso è l’ordito di un percorso spirituale alla ricerca della libertà interiore, un percorso che si rinnova da secoli attraverso l’esperienza di molte generazioni di esseri umani.

Composto da Arriano di Nicomedia nella prima metà del II sec. d.C. sulla scorta degli insegnamenti orali del grande filosofo stoico, questo libriccino aveva una funzione eminentemente pratica. Encheirìdion in greco significa, letteralmente, “che sta in mano” (en chèir), che si può facilmente “maneggiare”. Qualcosa, insomma, che ci si può (o ci si deve) portare sempre appresso, perché all’occorrenza serve.

A cosa? A “ben vivere”, nel momento presente, a sbrigarsela con se stessi in rapporto “a ciò che è esteriore” (fatti, persone, vicissitudini), ovvero al saper essere e al saper fare. O, per dirla più chiaramente, al “saper stare al mondo”, affrontando nella maniera più idonea le circostanze che la vita ci pone dinanzi in termini più o meno problematici, col bipartire ciò che è in nostro potere (la sfera personale, il modo in cui consideriamo le cose) e ciò su cui non abbiamo alcun controllo (le cose in sé). Per difendere gelosamente la propria libertà interiore bisogna imparare a riconoscere ed applicare tale differenziazione ai nostri casi concreti. Questo, in essenza, è il messaggio di Epitteto. Ma egli non ci dice solo cosa occorra fare (e perché): ci spiega anche come farlo.

Il Manuale è anche “filosofia” nel senso corrente del termine, d’accordo, quindi si tratta di “pensiero astratto”. La sua funzione, però, non è affatto “astratta”. Conoscere per il gusto di conoscere è una bellissima esperienza. Ma ancor più bella è quella conoscenza che dalla concretezza del vissuto (personale) ascende faticosamente alle vette dell’astrazione per ridiscenderne purificata e fresca come torrente montano, nuova vita e nuove prospettive fornendo all’esser presenti a se stessi nel qui e nell’ora.

Insomma, conosco per stare bene, conosco per provare ad essere felice. E quelle nozioni che mi servono ad affrontare nel modo più tranquillo e dignitoso possibile la quotidianità – da uomo affrancato dall’ignoranza, che calca la terra per il tempo dal destino assegnatogli con libera testa e libero cuore – me le porto dietro, nella memoria e, non si sa mai, anche su carta.

Se il contenuto del Manuale, giunto a noi varcando i secoli, è sempre vivo e vitale, come ben si conviene ad un classico, per restituirlo al compito che dovette attribuirgli Arriano occorreva tentare di ripristinarne l’immediatezza, l’efficacia comunicativa, il suo essere incisivo, mordente. Senza snaturarlo, travisandone il greco, ma, per così dire, lasciandolo parlare alle orecchie, al sentimento e all’intelligenza dei miei contemporanei, come a suo tempo (1825) fece Giacomo Leopardi.

Questo ho provato a fare, nella maniera più semplice possibile, “ri-meditando” paragrafo per paragrafo e rinnovandone l’esercizio spirituale sottostante, di cui lo scritto rappresenta la cifra, la traccia. Per decifrarla è stato necessario – va da sé – chiarire il significato della terminologia e dei concetti filosofici dello stoicismo di Epitteto e della mentalità del lettore del tempo. A ciò provvedono sia gli ampi testi introduttivi che il dizionario posto a conclusione del libro. Una speciale sezione è dedicata alla rassegna degli esercizi sottesi al testo. In queste parti del lavoro si è fatto frequente riferimento alle Diatribe, i dialoghi di Epitteto – sempre trascritti da Arriano – dalla cui rielaborazione è nato il Manuale. Applicando la disciplina giornaliera dello scrivere, il pomeriggio al termine delle mie lezioni di filosofia a scuola, ho avuto sempre presente i miei allievi, le persone, intendo, quelle lì e non altre, cui va la mia riconoscenza. Forse quello che prendo, concretamente, è più di quello che do. A loro mi rivolgo, in prima battuta, com’è naturale (chissà che questo libro non si riveli anche un puntuto strumento didattico!), nonché a chi, giovane o meno giovane (non si è mai troppo vecchi per filosofare! sarebbe come dire che si è troppo vecchi per esser felici …), crede che la filosofia rappresenti ancora una chance di miglioramento di sé e di “buona vita”.

Non è affatto detto che l’alchimia di rinverdire la spiritualità stoica mi sia riuscita. Giudicherà il lettore. Per quanto mi riguarda, ho semplicemente nutrito l’intenzione d’essergli utile. Con la consapevolezza che difficilmente riuscirò a esser utile a chicchessia se avrò fallito nel giovare a me stesso. Questo era quanto dipendeva da me. Per il resto mi affido alla volontà del dio.
Fate di tutto per coltivare il vostro spazio personale, liberatevi dagli abiti di pensiero nocivi, date fiato ed agio al vostro Sé.
Cercate di essere felici col riscattate la vostra libertà.
La vita è breve e non c’è nient’altro da realizzare se non questo, il massimo bene:
«”Ti sembra un bene la libertà?” — “Il più grande”. — “E chi ottiene il bene più grande, può essere infelice o star male?” “No”. — “Dunque, quanti vedi infelici, inquieti, gemebondi, afferma pure senza esitare che non sono liberi”» (Diatribe IV, 1, 52).



Da "http://it.wikipedia.org/wiki/Lou_Marinoff" :

Platone è meglio del Prozac

Nonostante quel che si pensa abitualmente, la filosofia non deve per forza essere noiosa o incomprensibile.
In realtà essa risponde alle domande che tutti ci poniamo: che senso ha la vita? Perché sono qui? Perché dovrei fare la cosa giusta? E che cosè la cosa giusta?
Non sono domande facili, ma disporre di migliaia di anni di riflessione ci offre un vantaggio: alcune delle menti più brillanti della storia hanno lasciato idee e linee di condotta per il nostro benessere psicologico.
Molto meglio del Prozac.
Le concezioni di Platone sul bene e sul male, il consiglio di Aristotele di seguire in ogni situazione ragione e moderazione o i pensieri di Kierkegaard sulla morte, la saggezza tradizionale degli I Ching o la teoria dell’imperativo di Kant possono rivelarsi straordinariamente utili per affrontare problemi concreti.

E mentre ad alcuni piacerà l’autoritarismo di Hobbes, altri si sentiranno maggiormente attratti da un atteggiamento più intuitivo, come quello di Lao Tzu.
I farmaci non possono cambiare il mondo esterno, né insegnarci a vivere meglio il presente. Solo la filosofia può farlo.


Questo libro lo giudico molto positivamente nonostante le varie e numerose critiche che sono state fatte al suo autore.
Comunque leggetelo e giudicate voi stessi.

LexMat




Si desidera infine distinguere, naturalmente, che una questione psicologica-psichiatrica particolare, e per cui anche fisiologica-patologica particolare, dovrà e sarà essere trattata in maniera ben diversa nello svolgersi e curarsi.
Qui si parla di problemi che si possono appunto risolvere col fai da te dell'onestà intelletuale.

LexMat

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