Come le vecchie glorie dello spettacolo che non danno più notizie di sé,
 per quanto lui non ne ha mai fatto parte davvero nonostante una 
parentesi in gioventù, ecco che la notizia della sua scomparsa arriva in
 ritardo e in quasi assoluto silenzio, se non fosse per un suo amico che
 ha voluto annunciare la triste notizia nella pagina di facebook a lui 
dedicata, di nome Mace Perlman. Mauro
 Zambuto, voce italiana di Stan Laurel, è deceduto il 1 settembre scorso
 all’età di 93 anni, nella sua casa di Sarasota, Florida,
 rispondendo così alla domanda che molti fan si erano posti specie dopo 
l’esclusiva intervista che aveva concesso, nel 2000, ad Antonio Costa 
Barbé, con il quale aveva rievocato la sua carriera di doppiatore, già 
raccontata da Giancarlo Governi nel suo “Due teste senza cervello”, 
datato 1985. E’ una triste notizia davvero, soprattutto per aver 
scoperto solo oggi dov’era finito – è il caso di dirlo – subito dopo la 
morte della moglie avvenuta diversi anni fa e al seguito del quale si 
era trasferito senza dare più notizie di sé. Di sicuro Zambuto ha avuto 
una vita molto interessante: figlio del regista e attore Gero Zambuto 
(colui che firmò il primo film di Totò, “Fermo con le mani”), Mauro, 
nato a Torino nel 1918, venne notato da alcuni dirigenti della Paramount
 per la sua dimestichezza con la lingua inglese e, giovanissimo, 
cominciò a prestare la voce a Mickey Rooney. E’ alla fine del 1933 che viene scelto come voce di Stan Laurel,
 che all’epoca stava spopolando in Italia con il film “Fra Diavolo”. 
Lucido era il ricordo di quando si decise di doppiare Stanlio e Ollio 
con quell’accento esotico, che tanto era piaciuto, nonostante fosse un 
errore di pronuncia da parte dei due attori, quando girarono i due film 
in lingua italiana (escamotage ai tempi quando il doppiaggio non era 
stato ancora inventato), “Ladroni” (NIGHT OWLS, 1930) e “Muraglie” 
(PARDON US, 1931).
Zambuto
 riprese la voce di Stanlio, affidata in seguito a Derek Fortrose Allen,
 che faceva coppia con Paolo Canali, il quale fece coppia col successore
 di Allen, tale Carlo Cassola, quando nel 1938 la situazione 
internazionale era incandescente. Le leggi razziali imposero muri ai 
confini e la famosa e triste legge del “Monopolio”, che controllava 
l’importazione di film esteri a sfavore del cinema di Hollywood (tasse 
del doppiaggio altissime e…conseguente boicottaggio del cinema 
americano), lasciò che alcuni titoli della MGM entrassero nelle nostre 
sale mentre era in corso un importante riorganizzazione. La Metro bloccò l’importazione nel 1939,
 ma giusto in tempo per trovare due nuovi voci di Stanlio e Ollio, 
perché Cassola e Canali hanno preferito tornare ai loro studi 
universitari. Zambuto viene richiamato per fare coppia con un giovanissimo Alberto Sordi, classe 1920 e aspirante attore.
 Non si hanno fonti certe con quale film iniziarono, ma Sordi sfruttò il
 successo della voce debuttando nell’avanspettacolo. Un successo che 
riesplose, dopo diversi anni senza Crick e Crock nelle sale italiane, 
con “I diavoli volanti” (1939), film americano che entra in Italia 
perché, essendo prodotto da un indipendente della RKO, è acquistato 
dalla Europa Films, società con a capo Vittorio Mussolini. Sordi e 
Zambuto doppiano il film alla fine del 1941, e Alberto aggiunge un tocco
 personale doppiando la canzone “A zonzo” che viene modificata apposta 
per il film. Oggi chi è che non ricorda quella canzone, alla fine? 
Quando
 il blocco ministeriale cade con la fine della guerra, una valanga di 
film americani, tra cui i nostri Stanlio e Ollio, invadono le sale 
italiane. Dal 1946 al 1951, anno del loro ultimo film, “Atollo K”, Sordi
 e Zambuto prestano le voci senza fermarsi, lo stesso professore aveva 
ricordato a Barbé che il doppiaggio del film “Noi siamo le colonne” 
(1940) era stato fatto in 24 ore consecutive! (ed esiste persino un 
breve filmato promozionale dove i due, giovanissimi, doppiano in diretta
 Laurel e Hardy). Finita l’era della coppia, e continuando ognuno la 
propria carriera, Alberto Sordi e Mauro Zambuto lasciano il doppiaggio 
di Stanlio e Ollio. La carriera di Sordi la conosciamo tutti. Per sapere
 quella di Zambuto, devo ricorrere a wikipedia:
“Nel
 1952 si trasferì negli Stati Uniti, dove ricoprì la carica di vice 
presidente della società Italian Film Export, costituita per doppiare in
 inglese i film italiani esportati negli USA e successivamente lavorò 
presso gli studi della Paramount ad Hollywood. Nel 1962 decise di 
ritirarsi dal mondo del cinema per dedicarsi alla ricerca scientifica ed
 all'insegnamento, accettando l'incarico di docente di ingegneria 
elettronica e dei computer presso il New Jersey Institute of Technology,
 di cui divenne professore emerito”.  
La
 sua natura enciclopedica era ricordata dal divertito Sordi che 
rievocava Zambuto soffermarsi al leggio, durante le loro sedute di 
doppiaggio. “Che stai a fa’”, gli chiedeva, e lui, “Mah, sto facendo una
 traduzione in arabo!”, al che Sordi ridendo gli dava un colpetto, “Mi 
prendi in giro, o mi vuoi umiliare?”. No no, lui la stava facendo 
davvero in arabo. Ingegnere elettronico, fu un pioniere della 
televisione a colori. 
Quando
 nel 1984 Giancarlo Governi lo andò a trovare all’università, egli 
chiese la gentilezza di evitare di chiedergli di fare la voce di Stanlio,
 ma Governi non resistette e alla fine Zambuto fece un pezzo dal “Fra 
Diavolo”, dove Stanlio è costretto dal bandito ad impiccare Ollio. Con 
perfetta memoria e timbro quasi uguale (l’età passa per tutti), Zambuto 
riprese l’anello in un momento davvero emozionante. Non a caso, le voci 
di Sordi e Zambuto per Stanlio e Ollio sono state definite dai fan 
stessi della coppia le migliori mai avute, per bravura e voce stessa. 
Erano perfetti. Se dall’originale il risultato è opposto (Stan non aveva
 la voce piagnucolosa e il timbro in falsetto, Oliver non era un basso, 
ma un tenore), le voci si calavano perfettamente. Il professor Zambuto, 
forse spinto dalla nostalgia che Governi provocò con la sua bellissima 
intervista, nel 1987 andò a trovare il suo vecchio compagno di 
doppiaggio, piombando in mezzo alla conferenza stampa di News York dove 
Alberto Sordi presenziava ad una rassegna sui suoi film. L’incontro, 
documentato dalle telecamere, è davvero divertente, con Sordi sorpreso 
di vederlo ma subito pronto per rievocare le voci. “Se torni sulla terra
 procurarti di tornare meno stupìdo di questo momento”, e Zambuto, “Io 
non posso non essere stupìdo”, e giù risate del pubblico accorso.
Il
 doppiaggio proverbiale di Stanlio e Ollio, perfezionato dal grande 
Sordi in coppia con il professor Zambuto, è una delle testimonianze più 
preziose, e divertenti, che il doppiaggio italiano ci ha regalato, ai 
posteri, per le risate e per le nostre orecchie. 
 
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