Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

venerdì 13 dicembre 2013

HIV: Un mistero che non esiste

Da "http://medbunker.blogspot.it/2009/06/hiv-un-mistero-che-non-esiste.html" :

Giovedì 25 Giugno 2009

Il 5 giugno 1981 nasce nel mondo una nuova malattia, la Sindrome da immunodeficienza acquisita. L'AIDS.

Dalla sua comparsa, questa patologia ha suscitato sentimenti di angoscia, paura, panico, spesso anche di confusione. E' passata da malattia omofobica e bigotta, degli omosessuali (la stessa medicina la presentò classificandola come malattia dei gay) e dei drogati a malattia di tutti, segno del peccato e della depravazione anche perchè trasmessa per via sessuale (eppure esistono tantissime malattie trasmissibili per via sessuale). Negli anni '80 si rischiò la psicosi, la paura che solo toccando una persona infetta, si potesse "morire di AIDS".
Una "nuova" malattia mortale, diffusa in tutto il mondo e che si propagava da una persona ad un' altra tramite contatto con sangue o liquidi biologici, il termine sindrome, il virus che la causa, la morte di personaggi famosi, tutto ha contribuito a creare attorno a questa malattia, leggende e misteri che alla fine, se non in alcuni aspetti, complicati e strettamente scientifici, non esistono.
Eppure come detto questa non è la prima malattia contagiosa per contatto sessuale o tramite sangue, eppure l'HIV non è il primo virus che causa una malattia mortale, eppure esistono malattie ancora più gravi e fulminanti dell'AIDS, anche più diffuse e mortali...nonostante questo, l'alone di mistero che ha circondato questa malattia, ha creato miti e leggende diffuse in tutto il mondo.
Il mito più diffuso è quello legato alla presunta "inesistenza" di questo virus. Si dice (su internet poi la cosa si è sparsa a macchia d'olio) che l'AIDS non sia causato da un virus o che il virus HIV non sia mai esistito e sia stato inventato dal solito complotto per vendere farmaci e vaccini, si dice che sia tutta una montatura, un falso, un allarme ingiustificato.
Ma è così misteriosa questa malattia?
In realtà, c'è pochissimo di misterioso, questa è una malattia virale come tante altre, che causa disturbi anche serissimi, ma che come tutte le altre malattie virali ha delle caratteristiche precise e conosciute. Alcune delle caratteristiche del virus e delle sue proprietà sono sconosciute o solo immaginate, come succede per altri virus.
Non credo serva allo scopo dell'articolo, spiegare con precisione cosa sia l'AIDS, per chi volesse, è ben fatta la pagina di wikipedia.

In poche parole, l'AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita), è un'insieme di sintomi causati dall'infezione del virus HIV (ne esistono due tipi, 1 e 2); la prima conseguenza dell'infezione è una diminuzione drastica delle difese immunitarie (i globuli bianchi per semplificare) che causa i disturbi tipici della malattia. Il malato di AIDS, con scarsissime difese, sviluppa una serie di malattie che nell'individuo normale non compaiono o non costituiscono un pericolo, persino alcuni tumori. Si tratta perlopiù di malattie "opportunistiche", tipiche degli immunodepressi. La morte sopravviene proprio per queste malattie. Tipica per esempio, la morte per polmonite, malattia che ormai è guaribile con i normali antibiotici.

Negli ultimi anni, si è riusciti con nuovi farmaci, ad abbassare la viremia (la quantità di virus nel sangue) rendendo la malattia, sì presente, ma compatibile con la vita, diminuendo sintomi e conseguenze. Si usa molto il termine "cronicizzazione", in opposizione al fatto che nei primi anni dalla sua comparsa, la malattia aveva decorso acuto e portava a morte in poco tempo.
Esistono chiare evidenze dell'esistenza della malattia e del suo agente causale, ma molti scienziati, compresi alcuni medici e ricercatori, alcuni anche molto prestigiosi, ne negano l'esistenza e la classificazione. Questo gruppo di "negazionisti" ha preso il nome di "dissidenti".

La prima voce che si è alzata da alcuni dissidenti e che poi si è diffusa esattamente come una leggenda metropolitana, è quella che vuole il virus dell'AIDS, MAI ISOLATO in laboratorio.
Qui c'è poco da dire, visto che il virus viene isolato quotidianamente in tutti i laboratori del mondo che se ne occupano.
La materia che si occupa di virus e di AIDS, è molto specialistica e complicata, io non sono un virologo e le mie conoscenze nel campo si limitano a ciò che mi serve quotidianamente nel mio lavoro.
Come in altri casi quindi, lascio il blog a chi conosce gli argomenti meglio di me. Stavolta è Giuliano, uno dei lettori più affezionati, a darmi una mano e lo ringrazio per questo.
A lui un grazie sentito, a tutti, buona lettura...
==

Anni fa ho scritto, in tandem con una mia amica, un post nel mio vecchio blog
(http://firewalker.iobloggo.com/345/hiv-questo-virus-non-esiste) in cui sbugiardavo le fantomatiche teorie che vogliono l'HIV inesistente e l'AIDS causato dagli stessi farmaci. A distanza di anni mi sono accorto che quel mio post è stato smontato (o almeno così crede) dal dottor Fabio Franchi, medico dissidente. Ora, sinceramente, come si possa essere medici e dissidenti contemporaneamente io non lo capisco, ma di fronte a casi come quello di Tullio Simonicini o del professor Peter Duesberg (che non è medico, ma è professore universitario di biologia molecolare alla Berkeley) mi sono arreso e ho anche accettato che dei medici, con laurea e specializzazione, possano effettivamente dare adito a queste teorie.


In questo post non presenterò l'HIV prima delle teorie dissidenti (come invece fece per me la mia amica qualche tempo fa), piuttosto cercherò di rispondere con quello che ho studiato, con quello che ho imparato anche dopo la laurea e anche, un po', ribattendo alle risposte (e controrisposte, ai miei chiarimenti) del dottor Franchi (se andate sul suo sito le trovate facilmente, basterà cercare il mio cognome). Lungi da me impelagarmi in una diatriba probabilmente infinita col suddetto dottore, se vorrà commentare il post nel blog di WeWee liberissimo, e io risponderò, se mi risponderà a distanza, scrivendo sul suo sito come ha fatto col mio vecchio post mi dispiace ma non interverrò ulteriormente.
Ho detto che non presenterò il virus semplicemente per un fatto: ho controllato la voce di Wikipedia Italia sull'HIV e, per quel che ci interessa come cultura generale, è fatta molto bene, quindi basterà cercare lì se si vogliono nozioni di tipo generico. Per cose più approfondite sono disponibile sia a chiarimenti diretti, sia a linkare interi libri di microbiologia (in inglese) disponibili su internet. Va da sé, comunque, che quello che scriverò qui sarà farina del mio sacco, non copierò da altri siti, non copierò nemmeno dal mio vecchio post, che userò solo per ricordarmi le varie “teorie” e rispondere in maniera completa. Vorrei cominciare però con un punto che non ho scritto allora: i postulati di Koch.
Secondo i dissidenti, HIV non rispetta i postulati di Koch. Questi postulati sono la base di
qualunque tipo di studio microbiologico e si riassumono nei quattro punti seguenti:

1. Il patogeno deve essere presente in tutti i casi di malattia
2. Il patogeno deve poter essere isolabile in ogni caso di malattia
3. Reinfettando con il patogeno estratto da un caso di infezione, la malattia deve ripresentarsi
4. Deve essere possibile isolare il patogeno dalla malattia causata dalla seconda infezione
In effetti, alla fine degli anni ottanta (perché questa leggenda sui postulati di Koch risale a
dichiarazioni di Duesberg del 1987) si poteva pensare che il virus non rispettasse queste leggi, ma per fortuna la ricerca è andata avanti. Il virus è completamente assente dal circolo sanguigno dopo un breve periodo di viremia (virus nel sangue), per molti motivi, primo fra tutti, la sua stessa biologia molecolare che gli impone di entrare nelle cellule e disintegrarsi completamente, di lui rimane solo il genoma (in questo caso chiamato provirus) integrato nel genoma delle cellule che ha infettato.
Non è silente, continua a moltiplicarsi ma lo fa lentamente e inoltre lo fa in cellule, quali i globuli bianchi, che per la maggior parte non si trovano nel circolo sanguigno, ma nei linfonodi. Ecco che il lieve calo iniziale dei poliziotti del corpo è dato dalla morte nei linfonodi, che sono strutture che non si trovano nel circolo sanguigno ed è quindi ovvio che se analizziamo il circolo con gli esami del sangue, non ci sia il virus intero.
Però sono rintracciabili alcune sue parti, come il genoma (tramite la tecnica della PCR, dall'inglese “polymerase chain reaction”: si prende un campione di DNA o di RNA, si decide quale parte di esso ci interessa e si “fotocopia”, facendone tantissime altre copie, in modo da poterlo vedere (se c'è) e quantificare facilmente), o gli anticorpi che si porta dietro: i test sulla sieropositività riconoscono gli anticorpi che l'organismo sintetizza contro il virus non appena ci
viene a contatto, esattamente quindi durante quel breve periodo di viremia iniziale. Ergo: se ci sono gli anticorpi, ci sono anche i virus.
Il secondo punto è confermabile semplicemente ricordando che l'isolamento del virus è fatto in tutti i laboratori del mondo tutti i giorni e che in rete esistono dettagliati protocolli da seguire per isolarlo (e così sbugiardiamo l'idea, sempre viva, che non sia mai stato isolato).
Il terzo è confermato dall'esperienza di laboratorio: se col virus isolato infetto dei globuli bianchi essi producono virus e muoiono. Non c'è bisogno, credo, di parlare del quarto.
Ora vediamo un po' quali sono gli altri punti.

Molti sieropositivi non sono malati di AIDS, e molti immunocompromessi non sono sieropositivi.
La sieropositività è data dalla presenza degli anticorpi, se ci sono gli anticorpi contro l'HIV è perché nell'organismo c'è l'HIV. La malattia, per fortuna, non è rapida e lascia molto tempo prima che la persona presenti i sintomi dell'AIDS. Inoltre con i farmaci attuali la speranza di vita di un sieropositivo è cresciuta fino a 30 anni dalla diagnosi (per rispondere al dottor Franchi, che faceva il conto all'indietro dicendo che si arrivava al 1979 e che l'AIDS non esisteva: dottor Franchi, sa che cosa è una proiezione, in statistica?

La speranza di vita è quella attuale con gli attuali farmaci, non quelli di dieci o venti anni fa.
Per la seconda parte, cioè che non tutti gli immunocompromessi sono sieropositivi beh, che dire, è vero.
L'abbattimento delle difese immunitarie infatti, può essere un fattore genetico, può essere causato da farmaci antirigetto ed anche altre infezioni virali, come quella del morbillo, causano immunodeficienza, seppur temporanea.
Sono a rischio solo tossicodipendenti, emofiliaci e omosessuali
Signore e signori, il primo virus razzista della storia. Ah già, dimenticavo: il virus non esiste, quindi sono gli uomini che infettano queste categorie di persone, perché gli va. Ho letto in giro che gli emofiliaci rischirerebbero per via delle continue trasfusioni ma non perché c'è il rischio di infettarsi con il virus, ma perché le proteine di un altro sangue sopprimerebbero il sistema immunitario. Vorrei tanto che il prof. Duesberg mi spiegasse i meccanismi molecolari di questa faccenda.
Non ci sono prove che HIV causi l'AIDS

Qui dobbiamo metterci d'accordo: l'HIV esiste o no? Il problema è se causa l'AIDS o se esiste? In ogni caso, provate a scrivere HIV su PubMed e guardate le tonnellate di articoli che escono fuori, poi mi direte se secondo voi quelle tonnellate di documenti sono fatti solo per coprire un assurdo complotto delle case farmaceutiche contro l'intera umanità. E soprattutto, visto che come abbiamo visto il virus rispetta i postulati di Koch, per me quella è una prova sufficiente.
La definizione della malattia è vaga
Su questo punto anche il dr. Franchi insiste parecchio: mi dice che se una persona ha la TBC in Europa allora ha la TBC, se ce l'ha un africano allora subito a vedere se è sieropositivo, se risulta sieropositivo basta che abbia la TBC e quell'africano ha l'AIDS, con immunosoppressione o senza.
E io continuo a non capire cosa ci sia di sbagliato in questo fatto: se sono sieropositivo, indipendentemente dalla TBC o dal fatto che io sia immunodepresso o meno, io porto l'HIV con me! Il fatto che siano collegate, molto, queste due malattie e il fatto che questo collegamento in Africa sia più evidente, non mi impedisce di pensare che sieropositivo = infetto. L'AIDS conclamato si ha quando si scende sotto una certa soglia di globuli bianchi, la sieropositività si ha quando si presentano gli anticorpi contro il virus, e tra le due fasi possono passare anni. Cosa c'è di vago?
L'incubazione è troppo lunga
E chi lo decide? L'HIV è nascosto nei linfonodi, un organismo forte ci mette parecchio tempo a far crollare le proprie difese immunitarie, inoltre con i farmaci attuali questo stadio di “incubazione”,
come viene chiamato anche se impropriamente (visto che i primi sintomi ci sono nelle prime settimane, e che la malattia c'è ed è attiva), può essere lungo anche una vita.
Le prostitute si ammalano perché sono tossicodipendenti
Allora nessun rischio di ammalarsi di AIDS se si va con una prostituta senza protezioni. E chi l'ha preso solo perché appunto frequentava prostitute? Anche loro drogati? Tutti?
La terapia con l'AZT è inutile e dannosa
Io la chiamerei dannosa e superata, non sono aggiornato ma non credo che si usi poi tanto, oramai, l'AZT. Vero, causa molti effetti collaterali, ma ha anche prolungato la vita di molte persone, e i farmaci di oggi sono una combinazione di principi attivi mille volte migliori della cara e vecchia AZT, con meno rischi per la salute e più vita (in tutti i sensi) per il malato
I test sono l'unica prova che si è sieropositivi, il medico non decide più nulla senza di essi

E cosa c'è di sbagliato? Il test cerca gli anticorpi, e il medico non ha i raggi microinfrarossi per guardare i microbi del paziente e decidere se è infetto o no.
E già che ci sono rispondo anche all'altra obiezione, quella dei falsi positivi.
Succede, è vero, a volte viene scambiata (soprattutto in Africa) la malaria per HIV e succede anche con altre malattie, ma è per questo che si fanno i test di conferma. Non c'è un solo test, se ne fanno almeno due, se non tre, e sulla base di due o tre test il medico decide se c'è l'infezione o no.
Tralascio le questioni ridicole che vedono i dissidenti affermare che HIV non è un virus ma un retrovirus (che è come dire che la 500 non è un'automobile ma una FIAT) e ringrazio WeWee per lo spazio che mi ha dato. Segnalo due siti importanti per chi volesse approfondire:
http://www.poloinformativohiv.info/index.php
Giuliano Parpaglioni*
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*Dott. Giuliano Parpaglioni, biologo, attualmente interessato al campo della nutrizione, appassionato di microbiologia, ha lavorato per tre anni nello studio del virus HIV (studio che poi ha fatto scaturire la tesi di laurea).

Io Aggiungo solo una considerazione che riguarda chi sostiene che l'HIV non esiste o non causa l'AIDS. Queste persone hanno l'opportunità di offrire alla scienza ed alla popolazione mondiale una scoperta che solleverebbe gli animi di tutti, la prova finale sarebbe semplicissima da trovare e non avrebbe bisogno di ulteriori commenti: basterebbe inocularsi una sacca di sangue di un malato di AIDS, se la malattia non inizia, la scoperta è fatta. Altro che Nobel...
Finora nessuno dei dissidenti ha effettuato questa semplice e lampante prova.
Aggiornamento 26/06/09:
Interessanti anche alcuni articoli che dimostrano come l'ignoranza umana e la testardaggine di dover a tutti i costi (anche a costo della propria vita) andare contro la scienza, siano solo delle sconfitte. Lo abbiamo visto nel caso del cancro: a tutti costi contro la scienza, ci si affida ai ciarlatani e si muore (ricordate il caso di Aysha?), è successo anche nel caso dell'AIDS.

Qui un esempio di assurdo "suicidio", riassunto benissimo in un articolo di Gianni Comoretto, rintracciabile qui. In pratica, un'assertrice della lotta contro l'uso dei farmaci antiretrovirali, quelli che si usano nella cura dell'AIDS (Christina Maggiore), è morta...di AIDS. La donna aveva scritto anche dei libri ed aveva allattato la figlia contro le evidenze che mostravano la pericolosità di un tale comportamento. Anche la figlia, in tenerà età, è morta per la stessa malattia.
Se pensiamo che quella donna e sua figlia si sarebbero potute salvare semplicemente seguendo ciò che la medicina mette a disposizione di tutti...
Sono decine, i "negazionisti" morti di AIDS avendo rifiutato una terapia perchè per loro il virus HIV non esiste e non causa l'AIDS.
Questo, come altri comportamenti simili, fa sorgere diverse riflessioni: perchè esistono persone che devono a tutti i costi scontrarsi con le conoscenze scientifiche? Perchè c'è chi nega l'evidenza e l'esperienza di milioni di uomini di scienza, di studi, di anni di lavoro, per una teoria (spesso personalissima e di singoli individui) che non ha nessun riscontro e la cui applicazione è pericolosissima?
Voglia di andare "contro" per mentalità?
Sentimento di rivolta contro "l'autorità" che rappresenza la scienza?
Sindrome del complotto? Paranoia?
Ignoranza?
SOLO ignoranza?

Non lo so, in effetti sarebbe interessante parlarne...

Per approfondire l'argomento alcuni interessanti documenti (evidenziati nei commenti da Briony) che spiegano i principali punti dell'infezione HIV e della malattia AIDS e che smentiscono le affermazioni dei negazionisti.
Qui il sito NIAID che spiega (in inglese) le evidenze del collegamento HIV-AIDS.
Qui un sito che smonta le principali teorie ed i miti dei negazionisti.
Qui un altro documento in inglese che risponde ai dubbi dei negazionisti.

AGGIORNAMENTO 05/08/09: Mappato il genoma del virus HIV-I.
La notizia è importantissima. La mappa genetica del tipo 1 del virus HIV è stata interamente mappata da un team americano che ha utilizzato una nuova tecnica. L'articolo scientifico è apparso su Nature. Gli sviluppi che potrebbero arrivare da questo nuovo passo della scienza sono eccezionali per la cura della malattia.

Qui un articolo sulla stampa.
Qui l'articolo di Nature.

Una cellula dendritica "assalita" da HIV1. I virus sono le particelle bianche. Alcuni virus sono sull'apice dei "filopodi", i filamenti che fuoriescono dalla cellula infettata.



A maggiore ingrandimento un virus (indicato dalla freccia) proprio sull'apice del filopodo.

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