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Provocatorio fino all’eccesso, La Mettrie
 pagò a caro prezzo questa libertà di idee e dovette non solo fuggire 
dall’Olanda (accolto a Berlino da Federico il Grande) ma anche 
accollarsi la disapprovazione di pensatori del calibro di Voltaire, 
Diderot e perfino di D’Holbach che di provocazioni sicuramente non era 
un novello.
Nel “Sistema di Epicuro” ipotizza una 
mutazione della specie per eliminazione degli individui non adatti 
(siamo ben prima del darwinismo) e soprattutto che l’uomo abbia avuto 
origine dagli animali.
La sua critica arriva anche al concetto di uomo come Essere intelligente, tanto caro alla religione (di cui scriverà: “la religione è necessaria soltanto per coloro che non sono in grado di sentire l’umanità”, pag. 48).
In particolare, non ne vedeva il nesso consequenziale:
“Poiché la facoltà di pensare non ha altra risorsa che quella di vedere, di intendere, di parlare, di riprodursi, non vedo che assurdità ci sia nel far provenire un essere intelligente da una causa cieca. Quanti bambini estremamente spirituali ci sono, i cui genitori sono perfettamente stupidi e imbecilli!” (pag.18)
La sua critica arriva anche al concetto di uomo come Essere intelligente, tanto caro alla religione (di cui scriverà: “la religione è necessaria soltanto per coloro che non sono in grado di sentire l’umanità”, pag. 48).
In particolare, non ne vedeva il nesso consequenziale:
“Poiché la facoltà di pensare non ha altra risorsa che quella di vedere, di intendere, di parlare, di riprodursi, non vedo che assurdità ci sia nel far provenire un essere intelligente da una causa cieca. Quanti bambini estremamente spirituali ci sono, i cui genitori sono perfettamente stupidi e imbecilli!” (pag.18)
L’homo bulla di La Mettrie si riflette nella sua particolare concezione della natura:
“Noi siamo nelle mani della natura, come 
un pendolo in quello dell’orologiaio; ella ci ha impastato come ha 
voluto, o piuttosto come ha potuto; seguendo l’impulso dei movimenti 
primitivi che ci governano, non siamo più colpevoli che il Nilo delle 
sue inondazioni e il mare delle sue burrasche”. (pag. 34)
Essa “si prende gioco della nostra 
ragione, facendoci sostenere ad oltranza un’opinione 
orgogliosa”(pag.19); in sostanza “ha prodotto nella macchina dell’uomo 
un’altra macchina, che si è adattata a trattenere le idee e a 
fabbricarne delle nuove, come nella donna questa stessa matrice da una 
goccia di liquido dà vita a un bambino. Avendo fatto, senza vedere, 
degli occhi che vedono, essa ha fatto, senza pensare, una macchina che 
pensa” (pag.17).
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