Da "http://aforisticamente.com/2010/07/13/libri-di-aforismi-da-ristampare-leo-longanesi-la-sua-signora/" :
I figli che studiano a voce alta nell’altra stanza, dicono un rosario alla mio giovinezza.
(Milano, 30 giugno 1957)
Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo.
(Milano, 18 febbraio, 1957)
Abuso di potere, mitigato dal consenso popolare: ecco l’ideale della nostra democrazia.
(Milano, 28 maggio, 1956)
L’arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere chiamati.
(Milano, 3 giugno 1956)
Non credeva in Dio, credeva nella comodità di credere in Dio.
(Milano, 6 giugno 1956)
L’italiano: totalitario in cucina, democratico in parlamento,
cattolico a letto, comunista in fabbrica. (Milano, 11 agosto, 1956)
Libertà di opinioni in un paese senza opinioni.
(Milano 23 novembre 1955)
Montanelli: un misantropo che cerca compagnia per sentirsi ancora più solo.
(Milano 27 marzo, 1955)
La sua ombra, signora, non porta le mutande.
(Milano 21 marzo, 1955)
“Senta: le sue idee sono troppo chiare e precise. Ritorni un altro
giorno, con più confusione in testa, con più estro. “
(Milano 13
novembre, 1954)
L’italiano non lavora, fatica.
(Roma 1 luglio 1953)
Quando suona il campanello della loro coscienza, fingono di non essere in casa.
(Milano 20 gennaio, 1951)
Ci stivamamo tantissimo e ci annoiavamo tantissimo.
(Milano 11 ottobre 1950)
Leggo il secondo volume delle Memorie di Churchill. Quell‘io che salta fuori a ogni riga, quell’io scritto a lettere minuscole ma pensato in grande, quell’io
con il sigaro in bocca, alla fine spinge a sperare in una vittoria di
Hitler. Non per nulla: per dare una lezione di modestia a Churchill.
(Milano 13 ottobre 1950)
Dice M: “la libertà di stampa è necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere.”
(Milano 26 novembre 1949)
La mia fantasia si è inceppata: ho bisogno di un piccolo dispiacere.
(Milano 14 dicembre 1948)
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
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