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venerdì 10 gennaio 2014

Borges e la parabola di Caino e Abele

Da "http://blog.libero.it/joiyce/2373199.html" :

Borges e la parabola di Caino e Abele
Post n°94 pubblicato il 04 Marzo 2007 da joiyce

Caino e Abele si incontrano dopo la morte di quest’ultimo.
Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, si sedettero a terra accesero un fuoco e mangiarono.
Tacevano come fa la gente stanca quando scende la sera.
Nel cielo spuntava qualche stella che ancora non aveva ricevuto il suo nome.
Alla luce delle fiamme Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra che lo aveva ucciso e, lasciando cadere il pane che portava alla bocca, chiese che gli fosse perdonato il suo delitto.

Abele rispose:
-“Tu mi hai ucciso o io ho ucciso te? Non ricordo più stiamo qui,insieme,come prima.”
-“Ora so che mi hai perdonato davvero, perché dimenticare è perdonare”, disse Caino.
-“Anch’io cercherò di dimenticare. E’ così: finchè dura il rimorso, dura la colpa”. Rispose Abele.


La grandezza di questo scrittore argentino è quella di camminare dentro tutte le letterature e al di là di ogni morale:il suggerimento di ispirare i comportamenti degli uomini a una assoluta semplicità.
Inutile odiarsi,inutile stare da una parte o dall’altra quando si è uomini nella propria miseria.
Quella frase tanto sublime quanto efficace, spegne l’odio,annulla le distanze e le differenze tra gli uomini,per cui non ci sono più buoni da una parte né cattivi dall’altra.
-“ Tu mi hai ucciso o io ho ucciso te?” -
Siamo uguali siamo fratelli, mi hai fatto del male ma potevo essere io a fartelo.
E qui è la straordinarietà della letteratura di Borges.
Dopo la morte si ritrovano, c’è la vita, e non si ricorda più quello che è successo prima.
Caino è stato perdonato, dimenticare è perdonare.

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