Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

lunedì 6 gennaio 2014

E' possibile una Teodicea nel 2014?

Da "http://lunariaesistenzialismo.blogspot.it/2014/01/e-possibile-una-teodicea-nel-2014.html" :

Riporto qualche stralcio preso da Adriano Fabris,"Tre domande su Dio", pagina 145 e successive, dedicate a Dio e al problema del Male.

Sono molte le forme nelle quali il male s'annuncia alla coscienza dell'uomo. [...] Accanto al male inteso come dolore vi è il male di cui noi stessi siamo responsabili come le nostre azioni, quello che ci può essere imputato e che dunque è suscettibile di una valutazione "morale". [...] Dobbiamo chiederci perchè la presenza del male nel mondo viene messa in relazione con la sfera del divino e può costituire uno dei motivi che inducono "l'insipiente"
(qui Adriano Fabris si riferisce alla famosa prova ontologica di Anselmo d'Aosta dell'esistenza di Dio; chi non crede in Dio [Fallo] per Anselmo è "insipiente", ovvero stolto) ad affermare che non vi è Dio alcuno [...] perchè se il male è qualcosa di reale, Dio - l'essere onnipotente e buono - ne viene considerato in qualche modo responsabile. (Nota di Lunaria: non c'è da stupirsi che il Dio dei maschi sia da ritenersi responsabile dei misfatti dei maschi: tale padre, tali figli...). Oppure lo si deve difendere dall'accusa di aver consentito dolore e sofferenza, lo si deve giustificare per aver creato un mondo intriso di malvagità (più che altro, lo si dovrebbe giustificare di aver creato il maschio, una femmina malriuscita, mal formata, non completa... Nota di Lunaria d'Aquina). Come dice un personaggio di Daniel Pennac: "Se Dio esiste, spero che abbia una scusa valida".
   
Questa "scusa" è stata ricercata dall'uomo soprattutto nell'ambito della Teodicea, cioè di quella riflessione filosofica che mira - (Theos, "Dio"; dikaioo, "giustifico") a produrre una vera e propria "giustificazione" di Dio.

Oggi, tuttavia, questi tentativi filosofici di sollevare Dio dall'accusa di essere responsabile della presenza del male nel mondo non vengono più sentiti come modi adeguati di affrontare il problema. [...] Oggi, dopo le esperienze tragiche del Novecento, dopo Auschwitz (nota di Lunaria: chiedete al simpatico don Floriano "Gott mit uns" Abrahamowicz, amichetto dei lefebvriani - tutti fans dell'Aquino - che dopo aver affermato candidamente che le camere a gas non hanno mai ucciso nessuno, abbellisce le sue frasette da peace&love con tante belle invocazioni a Cristo Re...) ma anche dopo i genocidi della Bosnia e del Ruanda, ci si è resi conto che la capacità di produrre il male è divenuta smisurata, che le sue manifestazioni risultano insopportabili [...] Il male appare oggi più che mai gratuito, ingiustificato, eccessivo. E, nel contempo, ci si è resi conto che una tale situazione - che può essere paragonata a quella di chi si trova sull'orlo di un abisso - non sempre suscita l'orrore che ci si potrebbe aspettare, ma piuttosto viene accettata, sempre più spesso, come un elemento abituale del vivere quotidiano. Il male, cioè, si è fatto ormai "banale", per usare l'appropriata espressione di Hannah Arendt.

Riporto anche la frase fortissima di Giovanni Cenacchi, morto nel 2006, a causa di un cancro.

"Dio crudele e distratto, quando verrà per te la resa dei conti?
Quando dovrai rispondere del tuo creato? Chi ti infliggerà la condanna che meriti?"

Se la strada della Teodicea si rivela impercorribile, sembra non restino altre soluzioni se non quelle rappresentate dalle figure di un Dio "malvagio", o di un Dio "indifferente", o addirittura di un Dio "impotente", oppure di un Dio "inesistente". [...] Rimane dunque - accanto all'eventualità della sua inesistenza - l'idea di un Dio che risulta "impotente": un Dio che partecipa del male del mondo, che soffre con l'uomo e nell'uomo (nota di Lunaria: u-o-m-o, appunto) ma che, in definitiva, contro il male non è in grado di prevalere. Un famoso brano dello scrittore ebreo Elie Wiesel, che narra di un'esperienza vissuta nel campo di concentramento di Buna, ci consente di riflettere ulteriormente sulle questioni che stiamo esaminando.

"Ho visto altre impiccagioni [...] i tre condannati salirono insieme sulle seggiole. I tre colli vennero introdotti contemporaneamente nei tre nodi scorsoi. "Viva la libertà!", gridarono i due adulti. Il piccolo, lui, taceva. "Dov'è il Buon Dio? Dov'è?" domandò qualcuno dietro di me. A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte. Silenzio assoluto. All'orizzonte il sole tramontava. [...] Dietro di me udii il solito uomo domandare: "Dov'è dunque Dio?" E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: "Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca...". Quella sera la zuppa aveva un sapore di cadavere."

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