Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

giovedì 8 agosto 2013

Ralph Waldo Emerson

"La sola cosa che noi ricerchiamo con insaziabile desiderio è dimenticare noi stessi, perdere la nostra sempiterna memoria e fare qualcosa senza sapere come o perché: in breve, tracciare un nuovo circolo".
(tratto da "Circles", Essays I Series)

Da WikiQuote:

(da "Il pensiero e la solitudine")

Appare meritorio il leggere, ma non congedare con leggerezza la convinzione stampata nel tuo petto che lo stupido pensiero più trascurato, l'emozione spontanea meno significativa che ti appartiene è per te molto di più delle biblioteche.

Creare abitualmente nuove valutazioni, questa è elevazione.

I Bacone, gli Spinoza, gli Hume, gli Schelling, i Kant e chiunque altro vi proponga una filosofia della mente, sono soltanto traduttori più o meno adeguati di cose che esistono nella vostra coscienza, che anche voi avete modo di vedere, e forse anche di esprimere.

Il povero di spirito non crede di essere qualcosa se non ha qualche simbolo esteriore, qualche dieta indù, o una giacca di quacchero, o una riunione calvinista, o una società filantropica, o una grande donazione, o un ufficio importante, o, in ogni caso, qualche forte azione di contrasto per testimoniare che egli è qualcosa.

La gente deve essere presa a piccole dosi.

La nostra forza intellettuale e attiva aumenta insieme col nostro affetto.

La solitudine è impraticabile e la società fatale.
Dobbiamo tenere la testa nell'una e le mani nell'altra.
Lascia padre, madre, casa, terra e seguimi.
Chi abbandona tutto riceve di più.
Questo è vero tanto intellettualmente quanto moralmente.

Nessuna legge può essere sacra per me se non quella della mia natura.

Non c'è virtù che sia definitiva; tutte sono iniziali.

Non posso andare in casa dei miei parenti più stretti perché non voglio restare solo.
La socialità esiste per affinità chimica e non altrimenti.

Ogni panteismo si trasforma facilmente in ateismo.

Ogni pensiero è anche una prigione.
Per ciò noi amiamo il poeta, l'inventore, il quale in qualsiasi forma, sia essa un'ode o un'azione, un aspetto o un comportamento, irradia un nuovo pensiero.
Egli apre le nostre catene e ci porta davanti a una nuova scena.

Pensiamo così poco che ogni nuovo pensiero presentato a noi, anche ogni nuovo pensiero in una nuova veste di parole ci prende di sorpresa e siamo dunque alla mercé di Goethe, Kant, Cousin, Mackintosh, e anche di Burton.

Questa è l'essenza della giustizia: che ognuno segua la sua via.

(da "Fiducia in se stessi")

Confida in te stesso: ogni cuore vibra a una tale corda di ferro.
Accetta il posto che il divino provvedere ha trovato per te, la società dei tuoi contemporanei, la connessione degli eventi.
Gli uomini grandi sempre fecero così, e affidarono se stessi fanciullescamente al genio della loro età, testimoniando la loro percezione che l'assolutamente affidabile aveva preso posto nei loro cuori, operando attraverso le loro mani, prendendo possesso di tutto il loro essere.

Credere nel proprio pensiero, credere che ciò che è vero per voi, personalmente per voi, sia anche vero per tutti gli uomini, ecco, è questo il genio.
Date voce alla convinzione latente in voi, ed essa prenderà significato universale.

È facile, nel mondo, vivere secondo l'opinione del mondo; è facile, in solitudine, vivere secondo noi stessi; ma l'uomo grande è colui che in mezzo alla folla conserva con perfetta serenità l'indipendenza della solitudine.

Il merito maggiore che noi attribuiamo a Mosè, a Platone e a Milton è che essi non tennero in nessun conto libri e tradizioni, ed espressero non ciò che gli altri uomini pensavano, ma ciò che essi pensavano.

Insisti su te stesso; mai imitare.
Tu puoi presentare in ogni momento il tuo talento con la forza accumulata coltivandoti per tutta la vita; ma il talento che hai adottato da un altro lo possiedi solo in maniera estemporanea.
Ciò che ognuno può fare nel modo migliore, nessuno se non il suo Fattore può insegnarglielo.

La mia vita vale per se stessa e non per dare spettacolo.
Preferisco che sia in tono minore, ma genuina e univoca, piuttosto che brillante e instabile.

La società dovunque cospira contro la maturazione di ciascuno dei suoi membri.
La società è come una compagnia i cui soci hanno concordato che al fine di meglio assicurare il pane a ciascun azionista, colui che lo mangia rinuncia però a libertà e cultura.
La virtù più ricercata è il conformismo.
La fiducia in se stessi ne è la piena antitesi.
Il conformismo non ama le realtà vere, né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini.

La società è come un'onda.
L'onda si muove in avanti, ma resta immobile la massa d'acqua di cui essa è composta.
La stessa particella non s'innalza dal fondo fino alla cima.
La sua unità è solo fenomenica.
Molte persone che compongono oggi una popolazione saranno morte nel prossimo anno, e la loro esperienza morirà con esse.

La verità è più bella di ogni affettazione d'amore.
La tua bontà deve avere un suo taglio affilato, altrimenti non è nulla.

Noi esprimiamo noi stessi soltanto a metà e quasi ci imbarazza quell'idea divina che ciascuno di noi rappresenta.

Ognuno dovrebbe imparare a scoprire e a tener d'occhio quel barlume di luce che gli guizza dentro la mente più che lo scintillio del firmamento dei bardi e dei sapienti.
E invece ognuno dismette, senza dargli importanza, il suo pensiero, proprio perché è il suo.
E intanto, in ogni opera di genio riconosciamo i nostri propri pensieri rigettati; ritornano a noi ammantati di una maestà che altri hanno saputo dar loro.

Ognuno dovrebbe portarsi davanti a ogni ostacolo come se ogni cosa fosse solo apparente ed effimera, tranne lui stesso.

Per il tuo non-conformismo il mondo ti colpirà e non ti avrà in nessuna considerazione.
E perciò un uomo ha da sapere che conto deve fare di una faccia acida.
Per la strada o nel salotto di un amico la gente lo guarda di sbieco.
Se una tale ostilità avesse la sua origine in quello stesso disdegno e in quella ostinatezza che egli prova, potrebbe benissimo tornarsene a casa con malinconica dignità; ma le facce acide o benevole della moltitudine non hanno mai causa profonda, sono indossate o dismesse come soffia il vento o come ordina un giornale.

Quali graziosi oracoli ci offre la natura, a tale riguardo, nel viso e nel comportamento di fanciulli, di infanti e perfino di animali!
Essi non hanno mai quell'umore d'incertezza e renitenza, quella sfiducia che s'impossessa di noi solo perché la nostra aritmetica ha calcolato le forze e i mezzi che si oppongono a un nostro proposito.

Una stupida coerenza è l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non ha, semplicemente, nulla a che fare.
Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro.
Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi.

(da "Saggi")

Non esiste propriamente storia, ma solo biografia.
(Storia, p. 32)

Chiunque vuol essere un uomo deve essere non conformista.
(La fiducia in se stessi, p. 57)

Per essere grandi bisogna essere fraintesi.
(La fiducia in se stessi, p. 62)

Un'istituzione è l'ombra allungata di un solo uomo.
(La fiducia in se stessi, p. 64)

Come le preghiere degli uomini sono una malattia della volontà, così le loro credenza sono una malattia dell'intelletto.
(La fiducia in se stessi, p. 76)

Viaggiare è il paradiso degli sciocchi.
(La fiducia in se stessi, p. 78)

Un amico è una persona con la quale io posso essere sincero.
Davanti a lui io posso pensare a voce alta.
(Amicizia, p. 156)

L'unica ricompensa della virtù è la virtù, l'unico modo di avere un amico è esserlo.
(Amicizia, p. 163)

Pattinando sopra un ghiaccio sottile, la sola speranza di salvezza sta nella velocità.
(Prudenza, p. 177)

La fede che riposa su di un'autorità non è una fede.
(La superanima, p. 215)

Attenti, quando il gran Dio dà libero corso a un pensatore su questo pianeta! Allora tutte le cose corrono un rischio.
È come se una conflagrazione fosse scoppiata in una grande città, e nessuno sa che cosa si salverà e dove essa finirà.
Non c'è parte della scienza che domani non possa venire rovesciata, non c'è reputazione letteraria, né alcuno dei cosiddetti eterni nomi della fama che non possano essere riesaminati e condannati.
Le profonde speranze dell'uomo, i pensieri del suo cuore, la religione delle nazioni, le abitudini e le morali del genere umano sono tutte alla mercé di una nuova generalizzazione.
(Circoli, p. 223-224)

Niente di grande fu mai compiuto senza entusiasmo.
(Circoli, p. 232)

Il saggio è reso uno sciocco dall'eccesso della propria saggezza.
(Esperienza, p. 309)

Da WikiPedia:

Pensiero

Emerson è stato tra i primi a proporre un'etica individuale basata sulla fiducia in se stessi e sulla discussione dei valori tradizionali, e uno dei pochi ad averlo fatto mantenendo il rispetto per la vita e l'esistenza, contrariamente, ad esempio, ad alcuni pensatori del nichilismo europeo.
Nell'etica di Emerson si trova una singolare combinazione di relativismo (che lo avvicina a Montaigne) e perfezionismo (che lo avvicina alla tradizione stoica e alle radici puritane della cultura americana).
Non a caso fu definito dai suoi contemporanei "Plotino-Montaigne".
L'asse portante del suo pensiero fu la definizione di "Superanima", descritta come una forza superiore che vigila e interviene sulla realtà, sul genio degli uomini, sulla filosofia e sulla poesia, come una porta d'accesso alla verità, costituente la base della comunicazione tra gli uomini.
La libertà degli uomini non è più, secondo Emerson, sfuggire o ribellarsi alla necessità e al senso del mondo, ma comprenderlo e accettarlo.

Emerson spesso componeva versi eccellenti e comunque sempre degni.
Egli, pur scrivendo un numero sterminato di testi per conferenze e di saggi intorno ai problemi dell'universo e dell'essere, non creò un proprio sistema filosofico e anche se dalla sua casa di Concord pontificava in un modo che poté essere scambiato per una specie di guida al trascendentalismo, non fu il capo dichiarato dei trascendentalisti e nemmeno approvò tutti i loro atteggiamenti.
Guardava con grande simpatia all'attivismo politico, all'abolizionismo, ai boicottaggi, alle "comuni" e agli esperimenti sociali (o antisociali come quelli di Thoreau) messe su dai suoi concittadini e amici.
Ma cercava sempre anche di tenersi a distanza da questi, di non lasciarsi coinvolgere troppo, e poterli valutare eticamente con il dovuto rigore.
La valutazione etica è considerata, con il diritto di azione, la chiave portante che deve essere in mano a tutti, e di cui ovviamente lui non si ritiene l'unico o il privilegiato detentore.

La grandezza di Emerson sta nella vastità degli argomenti trattati e dello spirito pionieristico con cui se ne è occupato.
Emerson, pur avendo lasciato tanta traccia di sé nel mondo delle lettere e del pensiero, tanto da diventare un punto di riferimento di qualsiasi discussione sull'evoluzione culturale dell'America, appare una figura dai tanti contorni non ben definiti, ancora inclassificabile.
Lui stesso aborriva costituire una figura definita, considerando invece importante la forza della affermazione altrui in principi innovativi basati sulla verità interiore, presenta così molti degli stessi problemi interpretativi di Nietzsche.

Emerson e Nietzsche

Friedrich Nietzsche è noto per essere stato uno dei più fini lettori di Emerson.
Scoprì Emerson a 18 anni di età, e lo lesse e rilesse quasi per tutta la vita.
Non è quindi un caso se i temi emersoniani percorrono tutta l'opera di Nietzsche.
Tra questi spiccano la fiducia in se stessi, l'anticonformismo, l'affermazione della vita intramondana, la filosofia affermativa, la "gaia scienza", l'amore del fato, il tema della potenza, l'idea di un uomo oltre l'uomo, l'amore della solitudine, l'atteggiamento profetico.
Attraverso Nietzsche, vari aspetti del pensiero e degli atteggiamenti emersoniani sono passati nel pensiero europeo.

Influssi di Emerson

Emerson non a caso è considerato da Bloom la "figura centrale nella cultura americana".
La sua opera ha fortemente influito sul poeta Whitman e su tutta la tradizione letteraria americana fino e oltre la Beat Generation.
Istanze emersoniane si percepiscono anche nel Pragmatismo americano, nell'odierna psicologia umanistica, nel diritto contemporaneo (la legge sulla privacy ha radici nell'opera di Emerson), nella filosofia di Stanley Cavell e nel pensiero politico di George Kateb, nella storia americana relativa allo schiavismo e alla guerra civile americana, nella teoria e composizione musicale di Charles Ives, ne "Alla ricerca del tempo perduto", romanzo di Proust.

Emerson è il filosofo della democrazia e quel cittadino del Nuovo Mondo il cui nome si possa pronunciare insieme a quello di Platone.
(John Dewey, "Emerson: The Philosopher of Democracy", 1903)

Emerson. Molto più illuminato, errabondo, multiforme, raffinato di Carlyle, soprattutto più felice...
(Friedrich Nietzsche)

Emerson è lo Shakespeare americano. Il suo potere di articolazione è così grande, così disinibito, che dà voce a quasi tutti i pensieri generali e i sentimenti ricorrenti sorti nella cultura americana fino ad allora.
(George Kateb, "Emerson and Self-Reliance", 1995)

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