Trovo queste Omelie molto interessanti.
Questa è davvero la Parola.
Questo significa essere un vero credente, gli altri sono fuffa.
LexMat
Da "http://www.padrebergamaschi.com/Omelie_2014/140302.html" :
Se l'effetto si trasforma in causa
Matteo 6, 24-34
In quel tempo Gesù, disse ai suoi discepoli: Nessuno può servire due padroni, o odierà uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e Mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete e berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale più del cibo forse e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo, non seminano, non mietono né ammassano nei granai; eppure il padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e neanche filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani viene gettata nel forno, non farà assai di più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo, che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
Insidioso questo passo, perché potrebbe tentarci al moralismo. Infatti, vi è nel discorso di Gesù un aspetto morale, e vi è un aspetto teologico. Più accessibile il primo, quando discorriamo di vestiti e di cibi, siamo tutti pronti a capire. Meno accessibile invece quello teologico che è il più importante, perché fonda il discorso morale di Gesù.
Non si può servire due padroni, a due padroni così assorbenti, perché dei padroni umani se ne possono servire a dozzine, salvo poi fare le figuracce che faceva Pulcinella o Arlecchino, oppure Tartufo, mi pare appunto che fossero loro a fare le brutte figure, perché servivano a due padroni. Si può servire due padroni, non vi è contraddizione, ma non due padroni di questo portata, vale a dire di questa radice. L'uomo oscilla fra questi due padroni, ma il creato no. Gli uccelli e i gigli non servono a due padroni, partendo da questa distinzione netta, fra il mondo umano, per il quale Gesù dice le sue parole e questo mondo, certamente umano, in quanto appartiene alla umanità, ma che è al di fuori di una razionalità specifica, vi è un altro tipo di discorso.
La prima attenzione è di non considerare Gesù polemico nei confronti del progresso. Se uno accettasse l’indicazione di fare come i gigli, oppure di fare come gli uccelli, voi capite che dovremmo tornare all'epoca della foresta, quando gli uomini non seminavano, ma si accontentavano di mangiare i frutti delle piante. Si potrebbe vivere anche di questo, non v'è dubbio, ma è da domandarsi se sarebbe stato un mondo umano e razionale. Gesù non polemizza, lo riconfermo, contro il progresso, ma richiama l'uomo al rispetto della scala dei valori. Poi vedremo come si dovrà stabilire questa scala.
Prima osservazione: la vita vale più del cibo, non ci avevamo mai pensato? Guardate che è un principio enorme, un principio di una portata incredibile vi è tutta la filosofia più raffinata dell'umanità. Il filosofo che si è occupato a fondo del rispetto dei fini è Aristotele, il quale poi ha preso delle cantonate quando si trattava di delimitare alcune finalità precise. Per esempio, Aristotele era del parere che ogni oggetto avesse un suo fine determinato, e precisa: che era inconcepibile un oggetto che potesse fare più funzioni e come esempio, mi pare nella politica, egli cita il coltello di Delfo. Il coltello di Delfo è l'esempio più drammatico della definalizzazione, perché quel coltello era adoperato per fare i sacrifici nel tempio di Delfo, ed era un coltello con molte funzioni e per questo per Aristotele era un orrore, perché servivano a fare molte cose. Se noi vogliamo rispettare veramente i finalismi, ad ogni cosa la sua finalità.
Questa asserzione di Gesù: La vita vale più del cibo, è certamente di una profondità insospettata. Facciamo attenzione allora perché i mercati generali, che dovrebbero essere al nostro servizio, non diventino una divinità della quale noi siamo i servitori. Poi: il corpo vale più del vestito, donne fate il vostro esame di coscienza. Guai a me se dovessi fare delle casistiche, perché allora diventerei un moralista, non v'è dubbio e anche Gesù moralista non lo vuole diventare. Gesù vuole fondare un morale. Allora non si può mettere la vita al servizio del cibo, né il corpo, al servizio del vestito. L'affermazione viene chiarita sotto forma di principio. Per essere cristiani all'altezza del discorso di Gesù, occorre interrogarsi sui fini e sugli scopi delle cose. Non solo, ma sui rapporti fra noi e le cose, prima di passare all'uso delle cose.
Non curatevi, dice Gesù, di ciò che mangerete, di come vestirete. Trovo non curatevi, e non, per esempio, non occupatevi, perché occuparsi del cibo e del vestito è dovere, curarsi è disordine. La cura va semmai per il prossimo, ma non certamente per il vestito e per il cibo. Per queste cose, dobbiamo soltanto occuparci, ma poi vedremo come il discorso dovrà essere inserito e in quale teorica. Non mettiamoci per troppa cura, a servizio di ciò che è minore di noi, perché questo sarebbe idolatria. Voi capite, un essere razionale che si mette al servizio di un essere irrazionale, evidentemente compie un atto di idolatria. Per esempio la moda. Facciamo solo considerazioni a livello di pensiero, non sono moralista non lo sono mai stato. La moda, va bene, creazione umana, però se noi ne guardiamo la dinamica non sembra molto pensare, ad aver cura di chi è senza vestito. La moda pensa a vestire chi è già vestito. È dunque a servizio di chi pone cura nella scelta del vestito, adatto all'ora, al giorno, alla stagione e così via, non a servizio di chi è costretto a occuparsi del vestito per uscire dalla nudità.
Penso ai tanti bambini che muoiono di freddo perché sono denutriti e non hanno nemmeno un vestito. Voi capite non c' è bisogno che si faccia la tirata moralistica nei confronti della moda. Signore donne, siamo sempre al punto. Sentite cosa dice un direttore di una casa di mode: La maggiore parte dei nostri clienti sono persone che impiegano il danaro che non hanno guadagnato, nell'acquisto di cose cui non hanno bisogno, per strabiliare un rapporto di meraviglia che non conoscono affatto o molto poco e che non rivedranno forse mai più. La certezza di sapersi ben vestita, dà a una donna una sicurezza che neanche la religione è capace di darle.
Adesso affrontiamo il discorso di mammona. In tutti i settori, se noi non guadagnamo la totalità, saremo sempre schiavi e mai padroni. Sto parlando ai cattolici, e di riflesso anche a coloro che sono partiti per rivoluzionare il mondo con delle concezioni economiche onnicomprensive. Il loro errore, non è certo di avere fatto questi progetti, è di non essere riusciti in termini efficaci a tagliate le nove teste dell'Idra di Lerna, lasciandone solo una siete perduti.
Sul piano economico, se noi non entriamo al servizio di Dio nella totalità, c'è sempre mammona che ci aspetta. Finché il capitale controllerà il lavoro, non ci sarà mai giustizia. O mammona o Dio. Anche la banca, come il danaro è una grande invenzione, ma deve essere riportata alla sua origine, alla sua concezione originaria, alla sua massima razionalità, che cosa rappresenta nel mondo umano. Non vorrei che qualcuno pensasse che io abbia una gran voglia di mettere la dinamite sotto le banche, oppure fare sparire il danaro dalla circolazione, se voi lo togliete circola nel pensiero. Il capitale pilota e guida il lavoro, mentre invece, dovrebbe essere il rovescio. Vuol dire che l'effetto si trasforma in causa, il vestito detta legge al corpo, il cibo detta legge alla vita. In queste condizioni addio regno di Dio e giustizia sua.
Lo sentite anche voi a fiuto che c'è una divinità che ci padroneggia, perché siamo noi che l'abbiamo costituita e l'abbiamo costituita nella singolarità razionale e da qualche parte diventa una grande irrazionalità che ci trascina a destra e a sinistra, come se fossimo dei figli di Circe. Soltanto il cristiano dovrebbe capire il trucco e dentro ci siamo tutti cristiani e non, è il problema della totalità. La cerniera o la chiudiamo tutta o diversamente siamo sempre sotto l'influsso di mammona. E allora l'animale religioso, perché tali siamo diventati, può fare tutte le processioni che vuole o fare tutte le via crucis, le quaresime che si vuole, ma sarà sempre servo di un dio straniero. Anche i socialisti hanno creato il sistema in cui teoricamente ci dovrebbe essere il controllo del capitale da parte dei lavoro, hanno ripetuto ne più ne meno quello che fa il mondo capitalista e allora, diciamolo francamente, anche voi, qua la mano figli dell’unico dio che governa il mondo, mammona.
Gesù non vuole che l'uomo torni allo stato naturale, perché l'uomo deve cercare il regno. Dio ci darà più che agli uccelli e ai gigli, se cercheremo il regno di Dio e la sua giustizia. Altro che andare a prendere l'esempio dai gigli, avete capito adesso il senso del discorso dei gigli o degli uccelli. No, tutto questo è deviante. Mettete anzitutto in ordine l'assetto umano e cioè i rapporti fra voi uomini, il lavoro dovrà essere controllato, il lavoro deve controllare il capitale, l'uomo, i suoi prodotti mentali e materiali, il dominio razionale della natura sarà semplicemente uno scherzo.
Dio dà da magiare agli uccelli e veste i fiori, ma per voi esseri razionali c'è di meglio, se cercherete il regno di Dio, se cioè avrete nuovi rapporti fra di voi, come li ho indicati appunto nel vangelo. Del resto, pur potendo produrre, ci sarà sempre qualcuno che morirà di fame, cosa che non accade fra gli animali per colpa degli animali stessi. Dio mantiene il sistema naturale nel modo più semplice e funzionale, gli uccelli mangiano senza seminare e senza avere granai, i gigli sono vestiti meglio di Salomone, questo è l'ordine naturale che va per la sua strada, che continua e voi non fate come loro. Voi cercate - questa è la conclusione sorprendente - voi cercate il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in sovrappiù.
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
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