L'insegnante esercita sia una influenza
consapevole che inconsapevole sul discente:
"La vita stessa
dell'insegnante e delle altre persone attorno costituiscono la parte
inconscia.
Egli riconosce che il bambino si accorge se fingo oppure credo veramente a quanto affermo".
"Ma
i ragazzi non si lasciano ingannare... Noi cerchiamo di dimostrare che
siamo intelligenti, ma essi non se ne interessano affatto, e vogliono
sapere se siamo onesti, se siamo sinceri, se siamo buoni, se siamo
compassionevoli, se abbiamo una coscienza e dietro il nostro desiderio
di mostrarci solo infallibilmente ragionevoli".
(Lev Tolstoj, carteggio confidenziale con Aleksandra Andreevna Tolstaja, lettera di fine novembre 1865)
- Bellissimo e verissimo concetto, applicabile per intero anche ai Genitori verso i Figli -
Da WikiPedia:
Pedagogia di Lev Tolstoj
Ricorderà la figlia Tatiana:
"Era
la storia dei Sette cetrioli [...]: "Un ragazzino entra in giardino.
Vede un cetriolo. Un cetriolo grosso così (mostrava con le mani le
dimensioni). Lo prende, hop! e lo mangia. (Lo diceva con voce tranquilla
e con un tono assai alto.)
Il ragazzetto continua a camminare e
vede un secondo cetriolo, un cetriolo grosso così. Hop! se lo mangia.
(La sua voce si faceva un po' rotonda.)
Va avanti, vede un terzo
cetriolo, un cetriolo grosso così... (papà indica con le mani una
lunghezza di circa quaranta centimetri) e, hop! se lo mangia. [...] E
così via fino al settimo cetriolo.
La voce di papà era sempre più
forte, sempre più grave. [...] Quando papà mostrava come il ragazzetto
mangiava il settimo cetriolo la sua bocca sdentata raggiungeva tali
dimensioni che faceva paura vederla".
Opere e scuole
Già nel 1849 Tolstoj aveva iniziato ad organizzare delle scuole per i figli dei suoi contadini.
Dopo
ben poco tempo, visto il successo della sua prima scuola di Jasnaja
Poljana, inizia ad approfondire i problemi della pedagogia e comincia a
pensare ad un modello di scuola statale per tutta la Russia.
Scriverà anche al fratello del Ministro dell'Istruzione Nazionale.
Non otterrà però alcun incoraggiamento.
Nel
1860 scrive il suo primo saggio di pedagogia: "Osservazioni e materiali
pedagogici" e comincia ad abbozzare il progetto d'una società per
l'istruzione popolare.
Nel 1861 le scuole da lui fondate sono diventate dodici (negli anni aumenteranno sempre più) e vi lavora lui pure come maestro.
Nel
1862 scrive, nei mesi antecedenti e successivi al suo matrimonio,
avvenuto in quell'anno, numerosi saggi pedagogici, tra cui il celebre
"Chi ha bisogno di imparare a scrivere da chi: i ragazzi contadini da
noi, o noi dai ragazzi contadini?".
Nel 1872 esce il voluminoso "Abecedario", che sarà, con oltre un milione di copie vendute, uno dei maggiori successi di Tolstoj.
L'anno successivo infuriano le polemiche sui suoi metodi pedagogici.
Il
Comitato moscovita per l'alfabetizzazione procede ad un esperimento
pubblico per valutare, prima su una classe di operai analfabeti, poi su
una classe di bambini, l'efficacia del metodo innovativo con cui Tolstoj
insegnava a leggere e a scrivere.
La commissione reputa l'esito soddisfacente ma non probante.
Nel
1874 Tolstoj sospende la stesura di Anna Karenina per dedicarsi
interamente alla pedagogia e alla direzione delle sue scuole, che sono
ormai una settantina.
Scrive una Grammatica per le scuole rurali e
pubblica il saggio "L'istruzione pubblica", la cui tesi fondamentale è
la seguente: se l'istruzione vuole essere di reale profitto, va fondata
su una libertà d'apprendimento che consenta agli allievi di scegliere da
sé che cosa studiare e che cosa no, il docente deve adattarsi alle loro
scelte. Ne deriva un'aspra critica, da parte dell'autore, al vigente
sistema scolastico.
Nel 1875 pubblica una riedizione dei racconti dell'"Abecedario" con il titolo "I quattro libri russi di lettura".
Nel
saggio "Il regno di Dio è in voi" (1893) Tolstoj critica il sistema
dell'istruzione obbligatoria perché vi vede uno strumento di controllo,
più che di elevazione delle masse.
Come si svolgevano le lezioni
All'ingresso della scuola di Jasnaja Poljana si trovava un cartello con scritto "entra ed esci liberamente".
Le
lezioni iniziavano tra le 8 e le 9, a mezzogiorno si interrompeva per
il pranzo ed un riposo, e si riprendeva al pomeriggio per 3 o 4 ore.
Esistevano tre classi, junior, middle e senior.
Non esistevano posti scelti dall'esterno per loro, ma ogni bambino sceglieva autonomamente il proprio posto.
Non erano prescritti compiti da svolgere a casa.
Tolstoj stesso insegnava matematica, fisica, storia ed altre materie ai senior.
Contenuti
È necessario premettere che a metà dell'Ottocento in Russia non era prevista la scuola per i figli dei contadini.
Tolstoj si porrà alcuni grandi problemi riguardo all'istruzione:
Esiste un diritto di educare? Ed ancora chi è che educa?
Tolstoj capisce che la scuola esprime la cultura delle classi dominanti.
E se ciò può anche essere "giusto" per i figli delle classi agiate, non va bene per i figli dei contadini.
E quindi che valori proporre?
La
soluzione sarà proporre una scuola totalmente libertaria e con un
grande rispetto per la cultura dell'altro (inevitabili a questo punti i
paralleli con Don Milani).
Non a caso "Tolstoj, uno dei più grandi
scrittori che siano mai esistiti, quando si trattava di insegnare a
scrivere ai suoi piccoli contadini, si chiede: i figli dei contadini
devono imparare a scrivere da noi, o siamo noi che dobbiamo impararlo da
loro?"
Perché l'istruzione?
Tolstoj riteneva che la carenza di istruzione fosse una delle cause del dispotismo, della violenza e dell'ingiustizia.
È
ancora importante notare come questa convinzione avvenisse in un
periodo in cui da una parte iniziava la rivoluzioni industriale in
russia e dall'altra era stata appena abolita la servitù della gleba
(1861).
In quest'ottica lo sviluppo capitalistico subordinava la
conoscenza scientifica e tecnologica a suoi scopi, invece di
indirizzarli al bene comune.
Come creare una scuola non dogmatica
La
scuola deve essere non obbligatoria per cui, se l'educazione sarà
buona, sorgerà spontanea la necessità dell'istruzione, come avviene con
la fame.
Un tratto caratteristico era il non sminuire mai la conoscenza, le abilità che i bambini portavano da fuori dalla scuola.
A
quel tempo (ma non solo!) le conoscenze provenienti dal mondo non
scolastico venivano normalmente ritenute non utili o persino
controproducenti.
Ancora, col passare del tempo,
maturerà una concezione della scuola ove il docente sia allo stesso
tempo educatore ed istruttore.
La conclusione è illuminante nella sua semplicità:
"Un
buon insegnante deve avere una buona vita ed una sola è la
caratteristica generale e principale di una buona vita: l'aspirazione al
perfezionamento nell'amore."
(Lev Tolstoj, lettera a Pavel Birjukov)
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
Nessun commento:
Posta un commento
Salve, donatemi un pò dei Vostri Pensieri: