Da WikiPedia:
"Una speciale tradizione esterna alle scritture
Non dipendente dalle parole e dalle lettere
Che punta direttamente alla mente-cuore dell'uomo
Che vede dentro la propria natura e raggiunge la buddhità"
(Quattro sacri versi di Bodhidharma)
I fondamenti dello Zen
La dottrina buddhista Zen si fonda, come lo stesso Buddhismo Chán da cui strettamente deriva, sul rifiuto di riconoscere autorità alle scritture buddhiste (sutra).
Questo non significa che lo Zen rigetti le scritture buddhiste.
Anzi, alcune di esse come il Sutra del Cuore, il Vimalakirti Nirdeśa Sutra o lo stesso Laṅkāvatārasūtra, sono spesso utilizzate durante le funzioni religiose e nella formazione dei discepoli.
L'unica autorità che il Buddhismo Zen riconosce e su cui fonda il proprio insegnamento è tuttavia la particolare esperienza che viene indicata come satori o go "Comprensione della Realtà", o anche kensho "guardare la propria natura di Buddha" ovvero "attualizzare la propria natura illuminata".
Questa esperienza non viene semplicemente identificata come "intuizione" quanto piuttosto come una esperienza improvvisa e profonda che consente la "visione del cuore delle cose" la quale risulta essere identica alla "natura di Buddha".
Tale "natura di Buddha" è la natura di tutta la realtà, del cosmo e del Sé e corrisponde alla stessa vacuità (ku) indicata dall' Enso, un simbolo dalla forma circolare tra i più significativi dello Zen.
Collegate a tale dottrina è possibile trovare numerose pratiche appartenenti a campi eterogenei.
Origine e fondamento delle arti e della cultura, lo Zen ispirò la poesia (haiku), la cerimonia del tè (cha no yu o chado), l'arte di disporre i fiori (ikebana), l'arte della calligrafia (shodo), la pittura (zen-ga), il teatro (No), l'arte culinaria (zen-ryori, shojin ryōri, fucha ryōri) ed è alla base delle arti marziali (es. aikido, karate, judo), dell'arte della spada (kendo) e del tiro con l'arco (kyudo).
Obiettivo e contenuto delle dottrine Zen è dunque realizzare il satori il quale non corrisponde al nirvaṇa obiettivo delle scuole del Buddhismo dei Nikaya: se quest'ultimo si presenta infatti fondamentalmente come rinuncia al mondo e distacco da esso, il satori si propone una partecipazione attiva e consapevole al mondo anche se percepito nella sua dimensione di vacuità.
Lo Zen evita la speculazione intellettuale e si distingue anche dalle altre scuole buddhiste mahayana per aver reso centrale la pratica meditativa (zazen) nelle sue forme di shikantaza o accompagnata dallo studio dei koan.
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