Come hanno detto Marx e Engels all'inizio dell'Ideologia tedesca, gli
uomini hanno sempre elaborato false concezioni di se stessi, di ciò che
fanno, di ciò che devono fare e del mondo in cui vivono.
E Marx-Engels
non fanno eccezione.
Il carattere complesso dell'attività pensante [...] associa incessamente
in sé, in modo complementare, processi virtualmente antagonistici che
tenderebbero ad escludersi l'uno con l'altro.
Così il pensiero
deve stabilire frontiere e traversarle, aprire concetti e chiuderli,
andare dal tutto alle parti e dalle parti al tutto, dubitare e credere,
esso deve rifiutare e combattere la contraddizione ma, nello stesso
tempo, deve farsene carico e nutrimento.
Se non si ha qualche separazione, non si ha neppure più né soggetto né
oggetto di conoscenza; non si ha più né utilità interna di conoscere né
realtà esterna da conoscere.
La concezione di felicità tipica della cultura di massa,[...], può
essere detta consumatrice nel senso più largo del termine, vale a dire
che essa spinge non soltanto al consumo dei prodotti, ma al consumo
della vita stessa.
Alta cultura e cultura di massa si ricongiungono, l'una per il suo
aristocraticismo volgare, l'altra per la sua volgarità assetata di
riconoscimento sociale.
Qualunque sia il fenomeno studiato, occorre innanzitutto che l'osservatore studi se stesso, poiché l'osservatore o turba il fenomeno osservato, o vi si proietta in qualche misura.
Qualunque sia il fenomeno studiato, occorre innanzitutto che l'osservatore studi se stesso, poiché l'osservatore o turba il fenomeno osservato, o vi si proietta in qualche misura.
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