Da "http://www.bodhidharma.info/insegnamenti.htm" :
Nel
Buddhismo non si parla esattamente di perdono perché questo concetto è
dualistico, implica la separazione fra un agente perdonante ( buono-
vittima- angioletto) e un ricevente perdonato (cattivo, carnefice-
diavoletto- pentito), un soggetto e un oggetto. Inoltre è intimamente
connesso al concetto di peccato.
Si preferisce invece parlare di compassione e del lasciar andare il rancore.
Nei precetti del Bodhisattva il nono dei dieci maggiori si riferisce proprio a questo.
Inoltre nel Dhammapada vi sono molti riferimenti al non vendicarsi e al non mantenere pensieri di rancore e astio.
"Mi ha insultato! mi ha percosso! mi ha prevaricato! mi ha derubato! In
coloro che coveranno questi pensieri il rancore non si placherà.
Mi ha insultato! mi ha percosso! mi ha prevaricato! mi ha derubato! In
coloro che non coveranno questi pensieri il rancore si spegnerà.
Con il rancore le azioni ostili qui giammai si placano.
E' con l'amicizia che le azioni ostili si placano. Questo è un insegnamento antico.
Gli altri non sanno: noi qui moriamo. Coloro che lo sanno mettono fine, di conseguenza, alle controversie".
Causa ed effetto :
"Non rivolgerti ad alcuno con parole dure! Coloro che le ricevono le
useranno a loro volta verso di te. Doloroso è, invero, il litigio
verbale; Se li colpirai con bastoni, bastoni in risposta ti colpiranno.
Se resti immobile come un vaso piatto di metallo hai ottenuto il Nibbana: nessuna contesa si trova in te.
Per guardare con più distacco agli errori degli altri si può seguire tale principio di causa ed effetto (karma):
"Anche chi compie il male sperimenta il bene fino a che il male non
giunge a maturazione ( in questa vita), ma quando il male giunge a
maturazione, allora chi lo compie sperimenta il male.
Anche chi compie il bene sperimenta il male fino a che il bene non
giunge a maturazione, ma quando il bene giunge a maturazione, allora chi
lo compie sperimenta il bene".
Sutta delle offese :
Il Beato osservò il comportamento della società e notò come molta
infelicità derivasse da malignità e da sciocche offese, fatte soltanto
per compiacere la vanità e per orgoglio personale.
E il Buddha disse: " Se un uomo stupidamente mi fa del male, gli
restituirò la protezione del mio amore senza risentimento; più male mi
viene da lui, più bene andrà da me a lui; la fragranza della bontà torna
sempre a me, e l'aria nociva del male va a lui". Uno stupido, sapendo
che il Buddha osservava il principio del grande amore, che raccomanda la
restituzione del bene per il male ricevuto, andò e lo offese.
Il Buddha rimase silenzioso, sentendo pietà per la sua stoltezza. Quando
l'uomo ebbe finito di insultare, il Buddha gli chiese: " Figlio, se un
uomo rifiutasse di accettare un dono che gli vien fatto, a chi
apparterrebbe esso?" E quello rispose: " In quel caso apparterrebbe
all'uomo che lo offriva".
" Figlio mio, disse il Buddha tu mi hai rivolto un linguaggio offensivo,
ma io rifiuto di accettare la tua offesa, e ti chiedo di tenerla per
te. Non sarà essa per te una fonte di infelicità? Come l'eco appartiene
al suono, e l'ombra alla sostanza, così l'infelicità ricadrà senza
dubbio su colui che fa il male".
L'offensore non rispose e il Buddha continuò: " Un uomo malvagio che
rimprovera un virtuoso è come colui che guarda in alto e sputa contro il
cielo; lo sputo non insozza il cielo, ma torna in giù e insozza la sua
persona.
Il calunniatore è simile a colui che lancia la polvere a un altro,
quando il vento è contrario; la polvere non fa altro che tornare su
colui che l'aveva lanciata: L'uomo virtuoso non può essere danneggiato, e
l'infelicità che l'altro vorrebbe infliggergli ricade su di lui".
L'offensore andò via confuso, ma tornò ancora e si rifugiò nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha.
I sentimenti negativi fanno male prima a noi stessi...
"Non c'è fuoco come l'attaccamento, non c'è sfortuna come l'avversione,
non c'è trappola come l'offuscamento, non c'è gioia superiore alla pace"
Con la non-rabbia si conquisti la rabbia, con il bene si conquisti il
male, con la generosità si conquisti l'avarizia, con la verità colui che
mente".
Queste sono le parole sagge e compassionevoli del Buddha. Per metterle
in pratica basta ricordarsele sempre, essere consapevoli e soprattutto
praticare la meditazione che aiuta a vedere i pensieri e le emozioni
come nuvole passeggere nel cielo limpido.
Taeri sunim _/|\_
PS: E' stato pubblicato di recente un libro del Dalai Lama dove parla
del perdono in modo buddhista dal titolo la "Saggezza del Perdono".
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
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