David Hume, Pillole filosofiche XI
But
what philosophical truths can be more advantageous to society, than
those here delivered, which represent virtue in all her genuine and most
engaging charms, and makes us approach her with ease, familiarity, and
affection? The dismal dress falls off, with which many divines, and some
philosophers, have covered her; and nothing appears but gentleness,
humanity, beneficence, affability; nay, even at proper intervals, play,
frolic, and gaiety. She talks not of useless austerities and rigours,
suffering and self-denial. She declares that her sole purpose is to make
her votaries and all mankind, during every instant of their existence,
if possible, cheerful and happy; nor does she ever willingly part with
any pleasure but in hopes of ample compensation in some other period of
their lives. The sole trouble which she demands, is that of just
calculation, and a steady preference of the greater happiness. And if
any austere pretenders approach her, enemies to joy and pleasure, she
either rejects them as hypocrites and deceivers; or, if she admit them
in her train, they are ranked, however, among the least favoured of her
votaries.
Ma quali verità
filosofiche possono essere più vantaggiose alla società di quelle
fornite qui, che rappresentano la virtù in tutti i suoi genuini e più
coinvolgenti richiami, e ci fanno avvicinare a lei con agio, familiarità
e affetto?
L’abito da lutto cade, con cui molti teologi e alcuni
filosofi l’hanno ricoperta (la morale); non appare altro che la
gentilezza, l’umanità, la beneficienza, l’affabilità; anzi, persino nei
giusti intervalli, il gioco, lo scherzo e la gaiezza.
Essa non parla di
inutili austerità e rigori, di sofferenze e abnegazioni.
Lei dichiara
che il suo solo proposito è rendere i suoi devoti e tutta l’umanità, in
ogni istante della loro esistenza, se possibile, contenti e felici; né
mai partecipa volentieri a qualsivoglia piacere, ma alle speranze di
un’ampia compensazione in qualche altro periodo delle loro vite.
Il solo
disturbo che essa domanda è quello del giusto calcolo e della stabile
propensione per la felicità maggiore.
E se le si avvicinano dei
pretendenti austeri, nemici della gioia e del piacere, lei li respinge
come ipocriti e ingannatori; o, se li ammette al suo seguito, sono
tuttavia annoverati tra i meno favoriti dei suoi devoti.
(traduzione di
Marco Vignolo Gargini)
David Hume, AN ENQUIRY CONCERNING THE PRINCIPLES OF MORALS, SECTION IX. CONCLUSION. PART II.
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