Per "lavoro su di sé", intendo il lavoro fatto a livello psicologico (freudiano, cognitivo-comportamentale, filosofico, ecc.) appunto da sé stessi, oppure con l'aiuto di uno specialista della materia, per modificare, adattare e migliorare il proprio carattere, personalità, modo di pensare e rapportarsi, curare uno stato di depressione, ecc.
Anche se del resto potremmo dire che trovare la felicità (qualunque essa sia), o comunque una tranquillità nell'animo, e cambiare il proprio modo di affrontare la vita (gli altri possono aiutare: amici, dottori, eventi positivi della vita, ecc.) mettendosi in ballo negli eventi negativi della vita (e soltanto noi possiamo intervenire su noi stessi se vogliamo), tutto questo, se uno lo vuole chiamare appunto risveglio od illuminazione personale, penso possa farlo.
Credo che tutto questo sia scienza, volontà ed impegno (una molla che
scatta durante il cammino della ricerca nella vita, conoscete la
serendipità?) e non risveglio od illuminazione da asceta imposti da
qualche maestro.
Dobbiamo essere soltanto noi i veri maestri di noi stessi.
Dagli altri dobbiamo imparare e forgiare delle nostre nuove "armi di pensiero".
Il problema della questione è che i maestri di vita (filosofi, ecc.) sì che esistono, ma siamo noi che poi alla fine di un percorso fatto insieme, dobbiamo prendere le redini in mano e salutarli, iniziando quello che è il vero, nuovo, emozionante e personale percorso di vita.
LexMat
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