Max Stirner - Pillole filosofiche XX
ir leben jetzt in einer Zeit, wo die Unverschämtheit der
Heiligen täglich mehr gefühlt und aufgedeckt wird, wodurch sie zugleich
gezwungen ist, sich selbst täglich mehr zu enthüllen und bloßzustellen.
Übersteigt nicht die Unverschämtheit und Dummheit der Gründe, mit denen
man dem »Fortschritt der Zeit«entgegenwirkt, längst alles Maß und alle
Erwartung? Aber es muß so kommen. Die Selbstverleugnenden müssen als
Heilige denselben Gang nehmen, wie als Unheilige, und wie diese nach und
nach ins vollste Maß selbstverleugnender Gemeinheit und Niedrigkeit versinken, so müssen jene zur entehrendsten Erhabenheit aufsteigen.
Der Mammon der Erde und der Gott des
Himmels fordern beide genau denselben Grad der – Selbstverleugnung. Der
Niedrige wie der Erhabene langen nach einem »Gute«, jener nach dem
materiellen, dieser nach dem ideellen, dem sogenannten »höchsten Gute«,
und beide ergänzen zuletzt auch einander wieder, indem der »materiell
Gesinnte« einem ideellen Schemen Alles opfert, seiner Eitelkeit, der »geistlich Gesinnte« einem materiellen Genusse, dem Wohlleben.
Max Stirner, Der Einzige und sein Eigentum, Erste Abteilung, Der Mensch, Menschen der alten und neuen Zeit, 2. Die Neuen, §2. Die Besessenen, Der Sparren.
oi viviamo in un’età in cui la sfrontatezza dei
santi si fa sentire sempre più, in modo da smascherarsi e svelarsi del
tutto. La sfrontatezza e la stupidità degli argomenti con cui si tenta
di contrastare il “progetto dei tempi” non sorpassano forse ogni misura
ed ogni previsione? Ma così doveva avvenire; quelli che rinnegano sé
stessi perchè sono santi devono fare lo stesso cammino degli empi, e
come questi gradatamente vanno sprofondando nell’abisso della volgarità e
della bassezza, così quelli sono costretti a salire alla più disonorante altezza.
Il mammone terrestre e il Dio del
cielo esigono entrambi lo stesso grado d’abnegazione. L’abietto e il
sublime cercano entrambi un “bene”; quegli uno materiale, questi uno
ideale: il cosiddetto “bene supremo”; ed entrambi alla fine si
compendiano, dacché colui che prosegue d’amore le cose materiali
sacrifica tutto ad un fantasma ideale — la sua vanità — mentre l’uomo
tutto “spirituale” sacrifica ai godimenti materiali “la vita comoda”.
Max Stirner, L’unico e la sua proprietà,
Parte Prima, L’Uomo, II Uomini del tempo antico e moderno, 2 I moderni,
§ 2 Gli ossessi, Un ramo di pazzia, traduzione italiana a cura di
Ettore Zoccoli, F.lli Bocca Editori, Roma-Milano, 1921
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