Da "http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=111&id_n=7780" :
“No”- oppose Padre Brown -“la ragione è sempre
ragionevole, anche nell'ultimo limbo, anche al limite ultimo delle cose.
So bene che si accusa la Chiesa di abbassare la ragione, ma è il
contrario, invece. Sola, sulla terra, la Chiesa fa la ragione veramente
suprema. Sola, la Chiesa afferma che Dio stesso è legato alla ragione”.
Fin dal primo episodio delle sue avventure, le prime
parole che ascoltiamo dalla bocca di Padre Brown sono una difesa della
ragione. Flambeau, il ladro internazionale, che grazie a lui poi si
convertirà, e diventerà poliziotto, si è travestito da prete per
derubare Padre Brown di una preziosa reliquia, e sotto questo
travestimento, chiacchiera del più e del meno, credendo di trascinarsi
dietro l'ingenuo prete in un luogo tranquillo per derubarlo. Scoprirà
che il tutt'altro che ingenuo prete lo ha individuato subito, ha messo
in salvo la reliquia, e ha disseminato il loro tragitto di indizi che
hanno guidato la polizia sulle loro tracce: ma quando il poliziotto, dal
cui punto di vista di inseguitore è narrata la storia, si avvicina per
la prima volta ai due preti queste sono le parole che ascolta, le prime
parole che ascoltiamo da Padre Brown: “No”- oppose l'altro prete
-“la ragione è sempre ragionevole, anche nell'ultimo limbo, anche al
limite ultimo delle cose. So bene che si accusa la Chiesa di abbassare
la ragione, ma è il contrario, invece. Sola, sulla terra, la Chiesa fa
la ragione veramente suprema. Sola, la Chiesa afferma che Dio stesso è
legato alla ragione”. L'altro prete alzò il volto austero al cielo
stellato e disse: “Però chi sa se in quell'infinito universo...”
“Soltanto fisicamente infinito”- l'interruppe il piccolo prete – “Non
infinito nel senso che sfugge alle leggi della Verità”. (GKC, I racconti di Padre Brown, pp. 25 e 26).
Mentre
viene arrestato Flambeau allibito chiede come possa Padre Brown averlo
immediatamente riconosciuto sotto il suo travestimento ed egli risponde,
lapidario:
"Voi attaccaste la Ragione. Questa è cattiva teologia". (Ibidem, pag. 30).
Farsi
tutte le domande e rispondere a tutte quelle che può, questo è ciò che
contraddistingue l'uomo. Le teorie si giocano nei fatti, sono sempre
sollecitate a rendere conto di ciò che accade. Se dieci false filosofie
possono spiegare il mondo, come dice Padre Brown in un'altra avventura,
ma si vuole quella vera, l'unico criterio di cui si dispone è
l'esperienza stessa. Ecco perchè un prete-investigatore: la scienza
investigativa di Sherlock Holmes vinceva le sue piccole battaglie,
costringeva i riluttanti indizi a svelare il nome del colpevole; la fede
di Padre Brown compie con sconcertante facilità le stesse imprese e ne
compie anche di più grandi: non cattura il colpevole, lo converte; non
mette nel sacco la polizia con la sua superiore abilità, ma persino i
famosi investigatori. Il metodo ristretto di Sherlock Holmes funziona
solo nell'ambito dell'indagine: non ha nulla da dire al resto della
vita, abbandonato all'insignificanza e alla noia, di cui la droga è la
spia e l'inefficace rimedio. La fede di Padre Brown è innanzitutto la
sua pace, e poi la soluzione del caso e infine il rimedio al male, il
perdono. E' un criterio che può guidare tutta la vita e che giocato
nello stretto ambito di una indagine poliziesca, dà i migliori
risultati, semplicemente perché giocato in qualsiasi altro ambito
darebbe comunque i migliori risultati, poiché essendo vero, rende conto
di tutto. Rende conto anche del male, lo scoglio su cui la ragione
spesso inciampa. Perché se è vero che "Tutte le cose vengono da Dio;
e sopra tutte la ragione e l'immaginazione. E i grandi doni dello
Spirito sono buoni in sé stessi." (Ibidem, pag. 542), è anche vero che "Non è difendere un uomo, dire che è un genio". (Ibidem, pag. 545).
Quando è usata con proprietà, cioè semplicemente quando è usata fino in fondo, la ragione è buona.
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L'origine del male è nella scelta della volontà, che
Dio creò e volle libera. La dottrina della Caduta risponde
all'interrogativo di Giobbe; certo non in maniera esauriente, poiché si
tratta comunque di un Mistero: ma essa dice all'uomo tutto ciò che egli
ha bisogno di sapere: che è libero, libero di tenere occhi e cuore
spalancati alla Sua Presenza, o chiusi e ciechi, di guardare gli angeli
con occhi di bambino o di ornitologo, di fare il male, oppure di non
farlo.
Certamente una falsa dottrina rende più facile il delitto: "L'uomo
che effettivamente vive soltanto per questo mondo, e non crede in
nient'altro, e per il quale il successo ed i piaceri mondani sono tutto
quello che egli può trarre dal nulla, è colui che effettivamente sarebbe
capace di qualunque cosa se corresse il pericolo di perdere tutto il
suo mondo e di non poter salvare nulla. Non è l'uomo rivoluzionario, ma
l'uomo rispettabile che commette ogni sorta di crimini". (GKC, I racconti di Padre Brown, pag. 751).
Tuttavia
il mistero del male ha la sua sorgente nella volontà. Padre Brown si
scaglia contro la superstizione magica, quando si imbatte in una
famiglia che trema sotto il peso di una maledizione, secondo la quale
uno dei suoi membri impazzirebbe uccidendo la moglie, per poi uccidere
se stesso: "Un uomo non può essere costretto da nessun destino a
cadere nel più piccolo peccato veniale (per non accennare nemmeno a
delitti come il suicidio e l'assassinio). Non potete esser forzato a
fare cose cattive contro la vostra volontà". (Ibidem, pag. 559).
Quando
il medico di famiglia legge la leggenda della maledizione in chiave di
ereditarietà, come un tipo di follia provocato dalla consanguineità,
Padre Brown insorge contro le false filosofie che nascondono sotto il
loro manto fumoso la realtà del delitto: "Io non saprei scegliere
tra la vostra superstizione scientifica e quell'altra, quella magica. Mi
sembra che tutte e due riducano la gente allo stato di paralitici
nell'impossibilità di muovere braccia e gambe, o di salvare se stessi,
né quanto al corpo, né quanto all'anima. [...]. E non voglio scegliere
tra due strade sotterranee di superstizione, che entrambe finiscono nel
buio. E la prova è questa: che siete tutti completamente all'oscuro di
quel che realmente accadde in questa casa. [...]. Fu un delitto; ma il
delitto dipende dalla volontà, e Dio la creò libera." (Ibidem, pag. 564).
Mette
appena conto notare che Padre Brown interpreta l'incapacità di leggere
la realtà del dottore come un effetto della sua superstizione
scientifica. La chiave di tutto sta in quell'ultima frase: Dio la creò
libera.
L'origine del male è nella scelta della volontà, che Dio creò
e volle libera. La dottrina della Caduta risponde all'interrogativo di
Giobbe; certo non in maniera esauriente, poiché si tratta comunque di un
Mistero: ma essa dice all'uomo tutto ciò che egli ha bisogno di sapere:
che è libero, libero di tenere occhi e cuore spalancati alla Sua
Presenza, o chiusi e ciechi, di guardare gli angeli con occhi di bambino
o di ornitologo, di fare il male, oppure di non farlo. Libero e quindi
responsabile delle dottrine che elabora e delle conseguenze che ne
scaturiscono. Libero quindi di usare o meno la sua ragione e
responsabile dell'uso che ne fa. La consapevolezza del mistero della
volontà che Dio ha creato libera, dona a Padre Brown l'ultima
caratteristica che lo distingue da Sherlock Holmes, per tornare alla
nostra tormentata pietra di paragone. Per quest’ultimo i criminali sono
come la preda per il cacciatore, cioè sostanzialmente qualcosa di altro
da sé. Ben diversa è la posizione di Padre Brown: egli non dimentica mai
di essere egli stesso potenzialmente, in quanto uomo, un criminale,
poiché peccatore. Dalla consapevolezza di condividere con tutto il
genere umano il peccato originale nasce da un lato un superiore realismo
nel giudicare la gente, per cui nessuno è "insospettabile" e dall'altro
la pietà. Abbiamo già visto come proprio sull'identificazione col
colpevole si basa il metodo di Padre Brown; quando il suo intervistatore
gli chiede un po’ scandalizzato se questa identificazione non sia
moralmente ambigua e pericolosa, egli risponde: “Nessun uomo può
essere veramente buono finché non conosce la propria malvagità, o quella
che potrebbe avere; finché egli non ha esattamente compreso quale
diritto egli abbia di esprimere tutti quei giudizi e questo disprezzo, e
di parlare di "criminali" come se fossero scimmie in una foresta
lontana mille miglia; [...] finché egli non ha spremuto dalla sua anima
l'ultima goccia dell'olio dei farisei; finché la sua unica speranza è
proprio di aver catturato, in un modo o nell'altro, un criminale e di
tenerlo chiuso al sicuro nel suo stesso corpo”. (Ibidem, pag. 599).
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
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