Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

lunedì 4 novembre 2013

Cioran (Aneddoti)

Da "http://tuttocioran.com/aneddoti/" :

Un personaggio eclettico e stilisticamente feroce come Cioran è ovviamente circondato da diversi curiosi aneddoti. Questa pagina sarà sempre aggiornata anche se non periodicamente (le ultime aggiunte si troveranno in fondo):

  • Cioran rifiuterà sempre tutti i premi letterari (Sainte-Beuve, Combat, Nimier, Morand, ecc.) tranne il Rivarol nel 1949, che accetterà giustificandolo come un’esigenza finanziaria (da Wikipedia francese)
  • Invitato da un’università americana e presentato come un grande filosofo dirà inquieto: “Ma io sono solo un buffone!” (da Wikipedia francese)
  • Nel 1940, in Place Saint-Michel rimase “quasi la prima vittima” dell’entrata dei tedeschi a Parigi perché gettò dei pacchetti di sigarette su un convoglio di prigionieri francesi (da Wikipedia francese)
  • Al Café Flore incontrò Albert Camus che gli disse: “E ora che lei entri nella circolazione delle idee”. Risposta di Cioran: “Vai a farti fottere” (da un articolo del Corriere della Sera)
  • Quando Beckett tradusse “Senza” dal francese all’inglese coniò, per il titolo, il neologismo “lessness” che Cioran definì “inesauribile mescolanza di privazione e d’infinito, vacuità sinonimo di apoteosi”. Al termine di una serata di conversazione Cioran si congedò da Beckett dicendogli che non avrebbe avuto pace fino a quando non avesse ideato un neologismo francese equivalente a lessness. Ma la ricerca rimase senza frutto. L’unica parola che lo soddisfò parzialmente la derivò dal latino sine: sinéité. Il giorno dopo Beckett gli confessò che era giunto alla stessa identica conclusione. E comunque il titolo francese rimanse “Sans”
    (dal sito http://www.samuelbeckett.it/narrativa.htm)
  • ” Tu non mi crederai, ma io vado quasi tutti i giorni in biblioteca, mi riempio la borsa dei libri, e miseria delle miserie, li divoro. Possiamo scendere più in basso? Non mi lascio ingannare da questa voracità, né da questa eccitazione. Dietro esse, distinguo chiaramente pigrizia e impostura” (Cioran-Guerne Lettres 1961-1978)
  • Dai dieci a quattordici anni abitavo in una pensione familiare. Tutte le mattine, andando al ginnasio, quando passavo davanti a una libreria non mancavo di gettare un rapido sguardo ai libri, che cambiavano relativamente spesso persino in quella città di provincia in Romania. Uno solo, in un angolo della vetrina, sembrava dimenticato da mesi: Bestia umana (La Bete humaine di Zola). Di quei quattro anni, il solo ricordo che mi assilli è quel titolo” (da Confessioni e Anatemi pag.97)
  • “Posso dire che sono tre al mondo le città che mi hanno affascinato: Parigi, Dresda e Sibiu” (intervista con François Fejito)
  • Fernando Savater tradusse per primo Cioran in Spagna. Alcuni critici pensarono che “Cioran” fosse un eteronomo del filosofo, al che Savater raccontò l’episodio a Cioran: “Sa cosa? Qui in Spagna stanno dicendo che Lei non esiste!”. Cioran replicò: “La prego, non li smentisca!” (tratto da un commento di Maurizio Manco sul blog Aforisticamente)
  • Pur vivendo ai limiti della sopravvivenza, Cioran spediva alcuni regali – con molta probabilità abiti o oggetti quotidiani- ai pronipoti, che lo vedevano come lo zio d’America (Cahiers, pag. 521)
  • Vicino Rasinari c’era un fiume che scorreva vicino la casa di Cioran, dove a sei anni e a piedi scalzi fino a novembre, quindi anche con l’acqua ghiacciata. Fu qui, secondo lo stesso Cioran che ebbe i problemi di reumatismi che l’hanno “tormentato” anche in età avanzata (Cahiers, pag.752)
  • Quando, all’indomani della guerra del ’14, si introdusse l’elettricità nel mio villaggio natale, fu un mormorio generale, poi la muta desolazione [...] tutti furono persuasi che l’Anticristo era venuto e, con lui, la fine dei tempi. Questi contadini dei Carpazi avevano visto giusto, avevano visto lontano. Essi, che provenivano dalla preistoria, sapevano già, all’epoca,ciò che i civili non conoscono che da poco. (L’inconveniente di essere nati)
  • In una delle ultime lettere scritte la madre, Elvira Comaniciu, scrive: “Qualsiasi cosa l’uomo intraprenda, presto o tardi lo rimpiangerà” (da L’inconveniente di essere nati). Sarà lo stesso Cioran a definirla una “frase testamento”
  • E’ Cioran stesso a raccontare che nel 1970 era stato interrogato da un esattore inquisitorio. “Lei è ben vestito. Il suo completo è nuovo”. “Sono gli amici che mi vestono”. “E per mangiare?”. “Ho il vantaggio di avere una gastrite. Sono a dieta”.
  • “Mi ricordo quel giorno, nel 1990, quando ho incontrato Cioran in rue l’Odéon. Facemmo una piccola passeggiata tra la brasserie irlandese e il teatro nella piazza. Gli dissi: “Amo molto i vostri libri”. Cioran mi rispose  all’istante: “Allora, non si preoccupi, non scrivo più niente”. Il resto fu una lunga risata” (episodio raccontato da Ronald, il 01/06/2013 qui, mia traduzione dal francese)

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