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Ricœur, nella sua incredibilmente profilica attività intellettuale,
ha sviluppato la fenomenologia e l`ermeneutica creando un dialogo
costante fra queste e le scienze umane e sociali.
Si è interessato di
logica, di esistenzialismo cristiano e teologia protestante, di
politica, di storia.
Le sue opere si sviluppano intorno al concetto di
senso, di soggettività, di funzione euristica dell`immaginazione.
Ricœur prende le mosse da Karl Jaspers e Edmund Husserl per analizzare la cruciale tematica del linguaggio
come luogo in cui si pone il problema del senso, e a cui è strettamente
connessa l’interpretazione, che è comunque interpretazione del mondo.
Interpretazione secondo due modi: il primo è quello dell’esegesi, il secondo l’ermeneutica demistificante.
Questi due orientamenti sono propri della tensione della modernità,
ovvero della tensione tra volontà di sospetto e volontà di ascolto, che
assieme animano l’Ermeneutica.
Ricœur ritiene fondamentali i tre maestri del sospetto, Marx, Nietzsche e Freud, che hanno definito come falsa scienza quella di origine cartesiana,
proprio quella che avrebbe dovuto invece fugare ogni dubbio. Questi tre
maestri hanno mostrato che dietro alle grandi certezze sussistono
rispettivamente valori economico – sociali, la volontà di potenza e l’inconscio.
Al centro della riflessione ermeneutica vi è il simbolo, valorizzato attraverso l’emblema del sogno di provenienza freudiana,
sogno che è “regione del senso duplice” e che dunque chiama in causa
l’interpretazione, poiché in ogni simbolo vi è un significato manifesto
ed uno latente. Interpretazione è il passaggio dall’uno all’altro.
Ricœur distingue tra segni e simboli linguistici: i primi hanno
funzione solo nel linguaggio comunicativo, mentre i simboli permettono
di esplorare il senso dell’esperienza umana, hanno un senso figurato
verso cui il senso manifesto costituisce comunque una via d’accesso,
come accade ad esempio nella metafora.
La ricerca di questi sensi va
effettuata, ad esempio, nelle opere letterarie, cercando di coglierne il
senso profondo e l’intenzionalità da cui sono guidate.
Quindi egli
indica i limiti dello strutturalismo, e di una parte delle nueroscienze
moderne.
Il compito della filosofia è infatti riaprire il linguaggio
alla realtà riscoprendo il ruolo del soggetto (fenomenologia).
La
premessa dello strutturalismo, in merito alla divisione tra significato e
significante, infatti nega qualsiasi possibilità di un'analisi
extra-linguistica.
Queste sono le premesse filosofiche di un'ermeneutica
fenomenologica.
Da "http://www.filosofia.rai.it/articoli/ricoeur-problemi-attuali-delletica/3867/default.aspx" :
Secondo il filosofo francese Paul Ricoeur (Valence,
1913) la norma etica che individua il limite di ciò che non si deve
fare, all`interno di tutto ciò che è possibile fare da un punto di vista
tecnico, è riconducibile al principio kantiano di non usare l`altro
come mezzo, ma sempre come fine.
L`altro principio cui si dovrebbe ispirare la riflessione morale è il giusto mezzo.
Due sono per Ricoeur
le posizioni estreme da evitare: riproporre il programma educativo
dell`Illuminismo, smentito dalla barbarie del XX secolo (campi di
concentramento, tortura, ecc.); credere che i diritti fondamentali
(libertà di espressione, libertà di riunione, libertà di stampa) siano
acquisizioni universali.
In realtà si tratta di valori che non sono riconosciuti dalle altre
culture: essi sono pertanto "universali localistici". Manca ancora
l`incontro con il buddismo e l`islamismo, manca uno "spazio
internazionale" di discussione.
Interrogato sullo "stato di salute" della ragione nel mondo, Ricoeur
individua tre "malattie": il totalitarismo e l`incapacità di affrontare
la ricostruzione morale; la crisi della ragione strumentale, che ha
progredito più rapidamente della saggezza pratica; la qualità della
comunicazione oggi, inferiore allo sviluppo dei suoi mezzi.
Il confronto con le altre culture, per quanto tecnologicamente
possibile, non è ancora avvenuto.
È dunque necessario portare nella
discussione uno spirito di amicizia, "una generosità non disgiunta
dall`esigenza del rigore".
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
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