di Andrea Ciaffaroni
Ecco due nomi entrati nella memoria
collettiva, due Leggende tra gli attori italiani più famosi al mondo. Potremo
raccontare alle future generazioni che li chiamavano Bud Spencer e Terence Hill,
citando uno dei loro film più famosi e riusciti, con i pugni allucinanti di Bud
e la slitta di Terence (idea che viene dritta da un film comico macchiato di
western, I fanciulli del West, con Stanlio e Ollio), ma la
leggenda racconta cose diverse.
La mano sinistra del Diavolo si chiamava Bambino, quella destra si chiamava Trinità, arrivarono nel panorama italiano quando il western stava subendo una fase calante, fra troppi titoli in uscita che si mescolavano fra decine di sparatorie di serie C, incontri improbabili, troppi Zorro, troppe parodie francociccio, nel momento che servivano due personaggi originali nel preciso istante che un valido regista come Giuseppe Colizzi, autore di Dio perdona, io no, tornò da un personale giro nei maggiori cinema del paese, alla fine del quale disse "Non so perché ma quando sono nella stessa inquadratura, si respira un'aria diversa, divertita, la gente si diverte maggiormente, insomma non so perché, ma li metto insieme". E con I quattro dell'Ave Maria, 1968, Colizzi avviò ufficialmente un duo molto singolare, formato come nella tradizione di unioni fortuite e occasionali, due persone che non erano destinate ad incontrarsi e che, sopratutto, non sembravano destinati neanche a diventare due star del western prima, e poi be', sapete cosa diventarono in seguito Bud Spencer e Terence Hill. Due pseudonimi americani come andava di moda all'epoca in Italia, quando in realtà uno è di Napoli e si chiama Carlo Pedersoli e l'altro è mezzo veneziano e mezzo tedesco, e si chiama Mario Girotti. In questi giorni di afoso luglio, ricorrono i primi ciak del loro primo film girato insieme, Dio perdona, io no, appunto, risalenti ben quarantacinque anni fa, e stimolato da questo anniversario ho rivisto gran parte dei loro film, appuntandomi un paio di quesiti e ridendo di gusto, certo risate grasse e infantili, ma genuine, insomma senza tanti gne gne.
La mano sinistra del Diavolo si chiamava Bambino, quella destra si chiamava Trinità, arrivarono nel panorama italiano quando il western stava subendo una fase calante, fra troppi titoli in uscita che si mescolavano fra decine di sparatorie di serie C, incontri improbabili, troppi Zorro, troppe parodie francociccio, nel momento che servivano due personaggi originali nel preciso istante che un valido regista come Giuseppe Colizzi, autore di Dio perdona, io no, tornò da un personale giro nei maggiori cinema del paese, alla fine del quale disse "Non so perché ma quando sono nella stessa inquadratura, si respira un'aria diversa, divertita, la gente si diverte maggiormente, insomma non so perché, ma li metto insieme". E con I quattro dell'Ave Maria, 1968, Colizzi avviò ufficialmente un duo molto singolare, formato come nella tradizione di unioni fortuite e occasionali, due persone che non erano destinate ad incontrarsi e che, sopratutto, non sembravano destinati neanche a diventare due star del western prima, e poi be', sapete cosa diventarono in seguito Bud Spencer e Terence Hill. Due pseudonimi americani come andava di moda all'epoca in Italia, quando in realtà uno è di Napoli e si chiama Carlo Pedersoli e l'altro è mezzo veneziano e mezzo tedesco, e si chiama Mario Girotti. In questi giorni di afoso luglio, ricorrono i primi ciak del loro primo film girato insieme, Dio perdona, io no, appunto, risalenti ben quarantacinque anni fa, e stimolato da questo anniversario ho rivisto gran parte dei loro film, appuntandomi un paio di quesiti e ridendo di gusto, certo risate grasse e infantili, ma genuine, insomma senza tanti gne gne.
Quesiti
appuntati? Beh, la loro formula che si è imposta credo automaticamente essendo
così diversi fisicamente, uno enorme scorbutico e barbuto, l'altro sbarbato,
occhi azzurri e atletico, è stata quella del gigante non proprio buono che ha una
mosca rompipalle sempre sorridente che lo infila in un sacco di guai, non ha
cambiato di una virgola nei sedici film girati dal 1967 al 1994 (tra molti
intervalli solitari), eppure ancora oggi nei passaggi televisivi ottengono
dignitosi ascolti, i loro DVD sono venduti ovunque, ci sono i fan che sanno a
memoria battute, volti (quanti valorosi stuntman hanno lavorato con loro!) e
battute, insomma questi film che hanno mescolato cazzotti e risse molto vicine
ai ritmi delle comiche mute classiche, buoni sentimenti, donnine sorridenti,
umorismo a volte rozzo a volte a livello parrocchiale, fanno ancora ridere.
Alcuni sono invecchiati male, vero, ma altri, cito i primi due Trinità, Più
forte ragazzi! (1972), Altrimenti ci arrabbiamo (1974), Due superpiedi quasi
piatti (1977), Pari e Dispari (1978), non fanno polvere e in una serata di
relax ci stanno benissimo. Il quesito è perché, e semmai bisogna trovarci una
risposta azzardo che Spencer e Hill, anche nei film girati da soli (ma
bisognerebbe dire quelli di Spencer, più riusciti rispetto al suo partner, che
ancora si deve far perdonare Don Camillo, Poliziotto superpiù, Mister
Miliardo..), sono stati due tra i personaggi più onesti e simpatici meglio
sfornati dal cinema italiano negli ultimi anni, comici da fumetto, forse
maschere, che difficilmente si rimpiazzano perché sono due volti così
immediatamente familiari da rendere lo spettatore pienamente partecipe delle
loro avventure, a volte troppo zuccherose (l'Africa sorridente dove nessuno
muore di fame, Io sto con gli ippopotami, 1979), o troppo sceme anche se
sghignazzanti (Chi trova un amico trova un tesoro, 1981), ma
comunque ripeto
godibili [Fondamentale contributo furono le frizzanti e divertenti
musiche dei loro film, spesso composte dai fratelli Guido e Maurizio De
Angelis (Oliver Onions, la Dune Buggy è loro), senza dimenticare Carlo Rustichelli, Franco Micalizzi].
Il loro successo è stato praticamente un botto al botteghino. E' stato con i loro incassi che ci si interrogò spesso se i compensi dati agli attori fossero giusti, ma Spencer e Hill rimasero in cima alle classifiche per tutti gli anni Settanta, guadagnando (si vociferava), un miliardo di lire a film, diviso due (se giravano da soli, seicento milioni e andiamo a casa..), cifre pazzesche ancora oggi imbattute salvo eccezioni. Il pubblico impazzì. Si racconta che durante una proiezione in Svezia di uno dei Trinità, Spencer e Hill assistettero ad una scena curiosa, un attacco di riso isterico da parte di una spettatrice, talmente forte che dovettero chiamare una ambulanza..
Il loro successo è stato praticamente un botto al botteghino. E' stato con i loro incassi che ci si interrogò spesso se i compensi dati agli attori fossero giusti, ma Spencer e Hill rimasero in cima alle classifiche per tutti gli anni Settanta, guadagnando (si vociferava), un miliardo di lire a film, diviso due (se giravano da soli, seicento milioni e andiamo a casa..), cifre pazzesche ancora oggi imbattute salvo eccezioni. Il pubblico impazzì. Si racconta che durante una proiezione in Svezia di uno dei Trinità, Spencer e Hill assistettero ad una scena curiosa, un attacco di riso isterico da parte di una spettatrice, talmente forte che dovettero chiamare una ambulanza..
Eppure non dovevano neanche incontrarsi:
Pedersoli, ex campione sportivo nella nazionale di nuoto, partecipò a qualche
film senza interesse, compreso Annibale (1959) dove compare, senza incontrarlo,
un giovane Mario Girotti, già attore da ragazzino, e quando si arrivò alla metà
degli anni Sessanta lui era in Germania a girare dei film western mentre
Pedersoli non ancora Bud va in Sud America, fa cento mestieri, torna in
Italia, scrive canzoni, sposa la figlia del produttore Giuseppe Amato, diventa
persino produttore di qualche documentario prodotto dalla RAI finché eccoci al
1967 dove Colizzi ha questo copione, Il gatto, il cane e la volpe, western un po'
leggero che non aveva attori, al momento. Colizzi telefona a casa Pedersoli, chiede alla
moglie se il marito è ancora grosso e se è disponibile per il suo film. Carlo
vorrebbe accettare per quattro milioni di lire, giusto quanto gli serve per pagare delle
cambiali, ma Colizzi rifiuta, i soldi sono pochi, ma alla fine deve accettare:
non ha trovato nessuno grosso come lui. E gli fa cambiare nome: Spencer Tracy e
la birra Bud, due passioni di Carlo, suggeriscono il nuovo Bud Spencer. Girotti non ancora Hill viene
contattato perché aveva con Colizzi un amico in comune, Mauro Bolognini, il
quale gli propose il giovane Mario semplicemente perché, "Se ti serve uno
con gli occhi azzurri, hai lui, assomiglia a Franco Nero", ma Colizzi non
è convinto, finché arriva a chiamarlo costretto al forfait improvviso
dell'attore scelto, che si infortuna perché litiga con la fidanzata. Assunto
Girotti, su suggerimento del suo agente cambia nome e viene scelto Terence
Hill (perché suonava bene..).
Il rapporto di coppia, proprio come cane
e gatto, non è neanche tanto lontano dalle coppie tradizionali, specie Stanlio
e Ollio, che oltre ad essere citati nei loro film (la gag del pistacchio di
Pari e dispari, per esempio) avevano in comune con Spencer e Hill un certo ritmo
delle gag, attenzione non nelle scazzottate, ma sulla reazione di Spencer, che
sembra sul punto di esplodere, c'è molto Oliver Hardy, mentre se Terence non ha
la testa vuota come Stan Laurel, ha quei momenti di puro candore, specie quando
spiega un piano al compare, stravolgendo l'idea originale con frasi senza
senso. Sceneggiatori e registi, specie E.B. Clucher, uno dei più prolifici,
tengono fede a questo modello buttando il western serio nella farsa pura. Man
mano che il loro successo aumentava, però, le idee sono calate (anche se certe
autocitazioni sono divertenti, vedi l'inizio di Due Superpiedi quasi piatti, è
lo stesso di Continuavano a chiamarlo Trinità), e cominciarono a diventare
pesantemente ripetitivi, gli incassi calarono e con Miami Supercops (1985) il
ciclo si chiuse, con una eccezione nel 1994 con Botte di Natale, simpatico ma
anacronistico e diciamolo un po' noioso. A parte gli ultimi fuochi, la coppia
Spencer e Hill è stata tutt'altro una meteora, merito anche del successo avuto
da soli (e curiosamente mentre fu Spencer ad avere maggior successo da solo,
oggi è Terence Hill con Don Matteo a godersi gli applausi) e da un segreto di
alchimia di coppia forse azzeccato da Ermanno Olmi, "padrino" del
loro premio David di Donatello alla carriera nel 2010, ai quali disse di
essersi convinto che il cinema non deve essere diviso fra qualità e consumo,
due nomi sciocchi e presuntuosi, classificato con asterischi e palline, e
giunto all'età del buon senso, si rese conto che a salvar il mondo non è solo
la cultura e la bellezza ma anche la gioia, come condivisione di sentimenti di
pace, perché una bella risata è anch'essa a pieno titolo opera d'arte, e Bud
Spencer e Terence Hill rimarranno nella storia di un cinema di qualità senza
asterischi.
Nessun commento:
Posta un commento
Salve, donatemi un pò dei Vostri Pensieri: