di SyntMentis
A
Adiafora o adiaforìa. Termine derivante dal greco adiaphorìa, composto dal privativo a- e da diaphoros, “differente”, ovvero “che non fa alcuna differenza”. Il termine veniva utilizzato dalle scuole ciniche e stoiche per indicare l'insieme dei comportamenti che sono indifferenti al raggiungimento della virtù e della felicità; adiafora è tutto ciò che è superfluo al loro conseguimento.
Agnosticismo. Termine che deriva dal greco àgnostos, composto dal privativo a- e gnostòs, “conoscibile”, ovvero “non conoscibile”. L'agnosticismo è quell'atteggiamento che dichiara inconoscibile tutto ciò che non può essere provato e conosciuto per mezzo della scienza sperimentale. L'agnostico si riserva di non dare giudizi su ciò che non può provare in modo scientifico, e si attiene, nell'affermazione delle verità, ai dati che provengono dallo studio dei soli dati empirici e sensibili, i quali hanno la proprietà dell'evidenza immediata.
Amor fati. Termine latino che significa “amore per il fato, per il destino”. Nella filosofia di Nietzsche, l'atteggiamento proprio dell'oltre-uomo che accetta entusiasticamente, fino a desiderarlo, il carattere casuale e arbitrario degli eventi che compongono la sua vita. Tale atteggiamento si unisce quindi al rifiuto di qualsiasi struttura consolatoria volta a “prevedere” la casualità dell'esistenza ingabbiandola entro schemi morali o concettuali.
Anagogico. Dal greco ana-, “su” e ago “io conduco”, ovvero “porto in alto”, “ascendo”. Percorso di risalita dello spirito e dell'intelletto attraverso il quale, a partire dalla considerazione dei concetti meno perfetti, si giunge a scoprire l'esistenza di quelli più perfetti. Vedi l'ultimo paragrafo del Capitolo 2 di Scoto Eriugena, in cui il termine viene usato per dimostrare come dalle creature più semplici l'uomo possa intuire l'esistenza del Creatore (l'esistenza di Dio).
Analitico. Analitico è un termine che deriva da “analisi” (dal verbo greco analyo, “io sciolgo”, “risolvo nelle sue parti”). Analitico è quindi il metodo di indagine che divide i problemi da affrontare nelle sue parti più semplici per poi vagliare autonomamente la validità di ciascuna parte. Il problema viene quindi risolto partendo dai dati validi ed escludendo quelli non validi. In questo modo, l'analisi, oltre a rivestire una considerevole importanza conoscitiva, diviene anche un importante strumento di controllo e di garanzia della correttezza dei processi cognitivi.
Anarchia. Anarchia è un termine di origine greca composto dal privativo a- e arché, “comando”, “potere”, “principio”, ovvero “senza comando”, “senza principio”. L'anarchismo è quella teoria politica e sociale che predica l'assenza di qualsiasi struttura di comando e di controllo al di sopra della vita degli individui. Ponendo al centro della sua dottrina le sole istanze dell'individuo, l'anarchismo predica la liberazione dell'uomo da qualsiasi forma di costrizione sopra-individuale (quindi la liberazione da ogni istituzione statale e religiosa).
La sua origine filosofica si fa risalire a Max Stirner (1806-56, L'unico e la sua proprietà), il quale predica come realtà veramente originaria il solo individuo: come conseguenza lo Stato e la Chiesa, intese come strutture che impongono un ordine e una legge comune ai singoli individui, rappresentano un'ingiustizia e un limite innaturale all'iniziativa e alle istanze del singolo.
Sarà Michele Bakunin (1814-96) a fare dell'anarchismo teorico un movimento politico volto ad incidere nella prassi della storia e della lotta sociale. Bakunin predicherà la necessità pratica di distruggere tutte le leggi, tutte le credenze e tutte le istituzioni.
Antinomia. Antinomia è un termine di origine greca composto da anti-, "contrapposto a" e nomos, "legge", ovvero “contrapposizione tra leggi”, “conflitto di leggi”. L'antinomia è la situazione di conflitto in cui si vengono a trovare due affermazioni contrarie tra loro che possono essere giustificate autonomamente da argomenti di egual valore. L'antinomia è quindi quella situazione in cui il principio di non-contraddizione, per cui è vera solo una tra due affermazioni contrapposte ed escludenti, sembra trovarsi in contraddizione con i suoi stessi principi.
In epoca moderna il concetto fu ripreso da Kant per indicare il conflitto in cui si trova la ragione chiamata a pronunciarsi su problemi che non possono avere un fondamento certamente conoscibile. > antinomie kantiane.
Apatia. Termine di origine greca composto da a- privativo e phatos, "passione", ovvero "assenza delle passioni". Nella filosofia stoica ed ellenica il concetto che indica l'assenza delle passioni come sentiero privilegiato verso la virtù. Si veda anche "atarassia" e "aponia".
Apeiron. Il termine di origine greca significa letteralmente “ciò che non ha definizione, che non ha forma o precisa determinazione”. L'àpeiron è “l'indefinito” di Anassimandro. L'àpeiron è quella condizione primordiale della realtà in cui tutti gli elementi non sono ancora distinti e condividono uno stesso stato indefinito e imprecisato. Secondo Anassimandro era il principio di tutte le cose (l'arché), lo stato primordiale degli elementi. L'àpeiron era opposto al definito e al determinato, qualità del mondo sensibile.
Apocatàstasi. Il termine deriva dal verbo greco apokathìstemi, “io ristabilisco”. L'apocatastasi è la visione cosmologica della realtà che considera il cosmo come un sistema che distrugge e poi ristabilisce un ordine necessario e sotteso agli eventi, è un termine ripreso dalla filosofia stoica.
Il mondo, secondo gli stoici, era un susseguirsi di ecpirosi (distruzioni) e di palingenesi (riedificazioni) dello stesso cosmo. La ragione che governa ogni cosa, destabilizzata dal principio distruttore rappresentato dal fuoco, non può che riordinare e riedificare il mondo distrutto sempre nella stessa e medesima forma, poiché la ragione presuppone una perfezione logica sempre identica a se stessa. Questo ciclo di mondi “reiterati” è appunto l'apocatastasi (il tempo ha un andamento ciclico, tutti gli eventi sono destinati a ritornare uguali a se stessi).
Apollineo, spirito. Nella filosofia di Nietzsche lo spirito della razionalità, contrapposto allo spirito dionisiaco caotico e irrazionale.
Apollo è il dio greco dell'armonia, in esso vengono identificati la proporzione e la bellezza, ovvero le qualità che rendono le cose piacevoli per l'intelletto e per lo spirito in forza dei giusti rapporti formali tra le parti che le compongono (ad esempio, il bello come equilibrio armonico tra le parti rappresentato dal concetto architettonico di “sezione aurea”). Per questi motivi Apollo era il dio ispiratore della scultura e dell'architettura.
Aponia. Aponia è un termine greco che deriva da a- come privativo e pònos, "fatica", "pena", ovvero "senza pena", "senza fatica". L'aponia è quello stato in cui lo spirito è esente da qualsiasi cura e preoccupazione in forza della pura contemplazione del mondo (concetto della filosofia ellenica e di Epicuro).
Aporia. Il termine greco aporìa significa letteralmente "dubbio". L'aporia è la difficoltà irrisolvibile che fa riferimento a un determinato procedimento razionale. Sono esempi di aporia il paradosso di Zenone sul movimento o le difficoltà inerenti alla dimostrazione del concetto di infinito e divisibilità infinita. L'aporia è dunque una impasse logica legata ad uno stato oggettivo del problema, nel quale la realtà che si mostra nell'esperienza entra in conflitto con la realtà mostrata dalla logica.
A Posteriori, conoscenza. La conoscenza a posteriori è la conoscenza empirica dei fenomeni, quel modo di conoscere la realtà che viene “dopo” (a-posteriori) la percezione oggettiva dei fenomeni fornita dalla conoscenza a-priori. Conoscenza a posteriori è allora tutta la gamma di conoscenze che derivano dall'esperienza, diversamente dalla conoscenza a priori che intuisce (e conosce) direttamente le cose indipendentemente da essa.
A Priori, conoscenza. La conoscenza a priori è quella conoscenza dei fenomeni che l'uomo possiede già, perché frutto di un modo di considerare le cose già stabilito dalla struttura stessa dei sensi. A priori, ad esempio, è il modo di conoscere (percepire) il tempo e lo spazio, i quali vengono percepiti come “tempo” e come “spazio” proprio in forza della struttura stessa della mente, che non può non considerare, immersa com'è nel mondo, una realtà priva di spazio e di tempo.
La conoscenza a priori deriva quindi direttamente dalla struttura stessa dei sensi, essa è data quindi “prima” (a-priori) rispetto a qualsiasi dato dell'esperienza. La conoscenza "a-priori" precede quindi gli effetti (gli avvenimenti empiricamente riscontrabili). > Kant.
Arché. Arché è termine greco che significa "principio", "comando", "potere". Nella filosofia presocratica designa il principio unico a cui tutte le cose sono "asservite" ed entro cui ogni cosa vive la sua dimensione. L'arché è l'identità del diverso, inteso come principio unico ed eterno (incorruttibile) di cui ogni cosa è costituita, pur nella diversità di ciascuna sostanza terrena.
"L'arché dunque non solo è ciò che vi e di identico nelle cose diverse, e non solo è la dimensione da cui esse provengono e in cui esse ritornano, ma è anche la forza che determina il divenire [il mutare] del mondo, ossia è il "principio" che, governando il mondo, lo produce e lo fa tornare a sé." (E. Severino, la filosofia antica).
Ascetismo. Ascetismo deriva dalla parola “ascesi” (dal greco askesis, “esercizio”, da askeo, “io esercito). L'ascetismo è quella dottrina spirituale che predica il distacco dagli eventi del mondo, dalle passioni e dagli istinti attraverso la pratica dell'isolamento, della meditazione, della preghiera e del digiuno. Attraverso l'ascesi l'uomo abbandona il superfluo per concentrarsi sulla propria interiorità e sulla propria spiritualità.
Inizialmente riferito alle regole di vita degli atleti greci (a cui si riferisce il significato originario di “esercizio”), il termine inizia a inerire alla pratica spirituale e morale con i pitagorici, i cinici e gli stoici, i quali tramanderanno nel medioevo il concetto di ascesi come mortificazione, spegnimento delle passioni, abbandono del superfluo.
Assioma. Termine greco che deriva da axioma, “dignità”, da axios “degno”. L'assioma è un principio che non ha bisogno di alcuna dimostrazione data la sua palese evidenza. Per questo motivo le verità assiomatiche sono “degne” di essere prese come fondamento certo dei processi di deduzione logica.
Assolutismo. Assolutismo deriva da “assoluto”, forma in disuso del participio passato del verbo “assolvere” (termine di origine latina composto da ab, “da”, e solvere, “sciogliere”, ovvero “sciogliere da”, “liberare da qualsiasi legame”). L'assolutismo è quella forma politica in cui il sovrano non ha alcun limite al suo potere (“è libero da qualsiasi legame”) e può decidere in completa libertà dei suoi sudditi. La forma di stato assolutista è caratterizzata da un governo che non è sottoposto a nessuna procedura di controllo politica o giudiziaria, nello stato assolutista tutto è alla mercé della volontà del sovrano.
Astrazione. Astrazione è termine di origine latina che deriva dal verbo "astrarre" (composto di abs, “da”, e trahere, “trarre”, ovvero “trarre da”, “distogliere”, “separare”). L'astrazione è quel processo cognitivo (relativo alla conoscenza) che permette di distogliere il problema considerato dalla contingenza reale per porlo su un piano di pura considerazione intellettiva. Per estensione, l'astrazione si riferisce a qualsiasi procedimento che separa certi dati dal corpo principale del problema per sottoporli ad analisi separatamente.
Per questi motivi l'astrazione è inerente ai processi teorici, in cui i problemi sono considerati per via puramente intellettiva, separati come sono dalla prassi e dalla realtà empirica contingente.
Atarassia. Atarassia è un termine greco composto da a- come privativo e taraxsis, "turbamento", ovvero "assenza di turbamento". E un concetto della filosofia stoica ed ellenica che indica il distacco e l'imperturbabilità attorno alle passioni e alle questioni emotive.
Ateismo. Ateismo è un termine che deriva dal greco àtheos, composto di à- come privativo e theos, “dio”, ovvero “privo di dio”. L'ateismo è quella corrente di pensiero che afferma l'inesistenza di Dio, dove per “dio” si intende un principio consapevole che sottende al funzionamento della realtà e del “tutto” esistente.
Atto. Dal latino actum, da agere ("agire"). Il termine, che generalmente identifica ciò che viene espresso dall'azione, acquista un particolare significato nella metafisica aristotelica, in cui designa la qualità propria di un ente che si trova nella sua forma realizzata e concreta, opposta alla condizione di potenza. Attuale identifica dunque, entro la terminologia aristotelica, la proprietà propria delle cose di essere realizzate e concretamente esistenti. > Atto e potenza.
Auctoritas. Sentenza della Chiesa che impone una tradizione o una decisione approvata dai concili attorno a determinate questioni, trascurando l'analisi scientifica a favore di una decisione d'autorità. > Scolastica.
Autonomia. Dal greco autonomos, composto da autos ("stesso", "da sé") e nomos ("legge"); ovvero, "che si governa con le sue stesse leggi". Autonomo è la caratteristica di tutto ciò che si muove o agisce trovando in sé le la ragioni della propria azione, senza l'apporto di fattori esterni. Il termine è quindi riferibile anche al concetto di immanenza, in quanto tale termine indica una situazione in cui tutto si trova all'interno, e nulla al di fuori.
B
Banausia, banausico. Dal greco banausos ("Artigiano", "lavoro manuale, meccanico"). Banausia è il lavoro manuale e l'arte meccanica in generale, il termine ha per i greci un significato spregiativo, per cui l'artigiano o chiunque pratichi i mestieri manuali è considerato inferiore a chi invece non se ne occupa. Aristotele stesso considerava i padroni superiori ai servi poiché i primi, pur non sapendo "come si fanno le cose", sanno comunque dirigere l'operato dei sottoposti. Dunque per i greci il pensiero è superiore alla semplice prassi del lavoro.
Questo atteggiamento fu proprio anche del medioevo, solo con il Rinascimento il lavoro manuale e le arti meccaniche acquisteranno dignità, una dignità che andrà sempre più rafforzandosi con lo sviluppo della società tecnologica.
Booleano. Relativo alle teorie di G. Boole. Boole è il teorizzatore dell'algebra binaria, ovvero di quel sistema che presenta come insieme di numeri possibili solo l'1 e lo 0. Data la struttura del suo sistema algebrico, che espone le combinazioni di soli due valori, il sistema booleano ha trovato applicazione nella riduzione matematica dei problemi logici, i quali rispondo necessariamente ai valori di vero (1) e falso (0). In forza di queste premesse la logica binaria è alla base anche dei circuiti elettronici.
Brachiologia. Dal greco brachylogia, composto da brachys ("corto, breve") e logos ("discorso"). Brachiologico è ciò che fa riferimento alla brevità e alla concisione nel discorso. Nel Protagora di Platone, Socrate contrappone alla sua concisione (necessaria alla fluidità del dialogo e del confronto a due voci) la prolissità di Protagora.
Buon senso. Il buon senso, innanzitutto, non va confuso con il senso comune. Il buon senso è l'insieme delle considerazioni che l'uomo utilizza per giudicare in modo equilibrato le questioni comuni e della vita quotidiana. L'autentico filosofo non dovrebbe necessariamente far uso del buon senso, in quanto esso è più che mai legato alla peculiarità culturale di ciascun ambiente e di ciascuna società. Una filosofia esclusivamente legata all'esercizio del buon senso tradisce quindi il carattere autonomo della disciplina.
C
Caso. Dal latino casum, da cadere ("cadere"). Il caso è tutto ciò che è imprevedibile e non asseconda alcuna legge. Vi sono tre significati principali del termine: 1. Il concetto soggettivistico che attribuisce il caso e l'imprevedibilità all'errore o all'ignoranza dell'uomo; 2. Il concetto oggettivistico che attribuisce l'imprevedibilità al sovrapporsi delle cause; 3. Il concetto moderno per cui il caso è l'insufficienza di probabilità di previsione, ovvero la possibilità statistica sotto la quale non vi è alcuna garanzia di giustificare un rapporto di causalità.
Nelle dottrine tendenzialmente irrazionaliste, che negano anche metafisicamente la possibilità che tutto abbia un ordine sotteso, il caso rappresenta l'unica legge, similmente al dubbio assoluto scettico in cui l'impossibilità della verità costituisce l'unica verità, mentre nelle dottrine più o meno razionaliste, il caso rappresenta per lo più un errore o un'illusione, ritenendo il mondo rispondente a una legge che ne determina ogni aspetto (è il caso degli Stoici, ad esempio).
Dall'etimologia latina è possibile derivare il significato del caso come "accadimento imprevedibile" (con riferimento al verbo latino cadere, ovvero giungere da altro, inaspettatamente).
Catarsi. Catarsi è un termine greco che deriva da kathàiro, "io pulisco, purifico". Catarsi significa dunque purificazione, liberazione, espiazione. Per Platone è la liberazione dal corpo per opera della morte, vista come ritorno dell'anima alla perfezione dopo la costrizione limitante vissuta entro la materia.
In senso più ampio il termine prende il significato di eliminazione delle impurità e dei gravami dello spirito ("procedimento catartico": processo attraverso il quale ci si libera delle impurità dello spirito e si ritorna a uno stato di purezza originaria).
Categoria. Dal greco kategoria ("accusa", "imputazione"), da kategoreo ("accuso", "indico"). La categoria è un insieme di cose, concetti o individui accomunati da un certo criterio di appartenenza. In filosofia la categoria è l'indicazioni dell'insieme delle relazioni che possono assumere le idee, quindi nel significato etimologico del termine che indica ciò che viene mostrato, definito e "messo in chiaro".
La categoria è un insieme di fatti o processi che permettono di raggruppare un insieme di idee secondo un criterio comune, così, ad esempio, per Platone, le categorie inerenti alla realtà sono l'essere, il movimento, la quiete, l'identità e l'alterità.
Nel termine kantiano "imperativo categorico", categorico assume il significato di volontà necessaria e incondizionata, per la quale una sola verità viene indicata e nessun'altra.
Causa, causale. Dal latino causam, di origine incerta. La causa è ciò che è motivo di qualcosa, il perché, ciò che produce un determinato fenomeno o accadimento. La causa può essere più o meno manifesta. Per la metafisica le cause prime e originarie delle cose sono al di là dello stato apparente o materiale, per altre tendenze filosofiche non vi può essere causa alcuna, intesa come motivo certo che conduce a prevedere in modo altrettanto certo un determinato fenomeno.
Il rapporto di causalità è infatti quella relazione che lega necessariamente un fenomeno a una determinata motivazione, per cui se si conosce quest'ultima, si sarà in grado di prevedere sempre e in qualsiasi situazione ciò che viene prodotto da essa.
Ecco perché, nella metafisica aristotelica, Dio è indicato come causa prima, ovvero motivo a fondamento di tutta la realtà. > Motore immobile.
Caverna di Platone. Il mito platonico contenuto nel dialogo Repubblica che è metafora della condizione umana rispetto alla conoscenza della realtà. > Il mito della caverna.
Cinismo. Scuola filosofica di derivazione socratica fondata da Antistene di Atene (IV secolo a.C.). L'insegnamento dei cinici è che la felicità si raggiunge con la virtù, ma la virtù si raggiunge solamente riscoprendo la semplicità tipica della vita animale (e dei cani in particolare, da cui il nome della dottrina sembra provenire: in greco kynos significa "cane"). Diogene, che visse in una botte, insegnò che la felicità è dell'uomo che vive senza alcunché di superfluo, cioè di colui che rifiuta le comodità e le raffinatezze della civiltà. > Cinismo.
Cogito. Coniugazione del verbo latino cogitare, "pensare". Ovvero, "io penso". Nella filosofia di Cartesio la realtà più certa ed evidente che sopravvive a qualsiasi forma di dubbio assoluto. Per questo motivo, nel sistema cartesiano, il cogito, ovvero il "pensato", è preso a fondamento delle successive deduzioni e dimostrazioni. Cartesio avverte infatti che anche volendo dubitare sulla verità di ogni realtà, esiste sempre e comunque "un qualcosa" di certo ed evidente che è in grado di porsi la volontà di dubitare: questo qualcosa è il cogito, il pensato che contiene ed esprime il dubbio.
Nell'ambito del sistema dualistico della realtà esposto da Cartesio, il cogito rappresenta quella res cogitans inestesa (inestesa perché priva di spazio definito) che si contrappone alla materia, la res extensa (estesa perché si estende nello spazio in modo definito). > Cogito ergo sum > Res cogitans, Res extensa.
Concetto. Concetto è termine di origine latina che deriva dal verbo concipere, formato da cum, "con", e capere, "prendere"; ovvero, "prendere con", "comprendere, intuire, capire". Il concetto è l'idea che sopraggiunge alla mente chiara ed evidente nel suo significato.
Corollario. Il corollario, che deriva il suo nome da "corolla" (voce latina che significa "piccola corona"), è quella proposizione che si deduce facilmente da un'altra già dimostrata. Per estensione si designano corollari tutte quelle affermazioni conseguenti che si affiancano, aggiungendosi, a teorie che sono già dimostrate. Da qui la spiegazione dell'etimo: i corollari si pongono attorno alla verità da cui traggono origine formando la "corona" delle dimostrazioni conseguenti e aggiuntive che la accompagnano.
Cosa in sé. > Noumeno.
Cosmogonia. Termine di origine greca composto da kosmos, "universo" e gonos, "generare". Ovvero, "generazione dell'universo". La cosmogonia è il racconto mitico della generazione dell'universo operata dalle culture arcaiche e primordiali. Per estensione, si intende cosmogonia ogni esposizione mitica di fatti che hanno per oggetto la formazione dell'universo.
Cosmologia. Cosmologia è il composto di origini greche di kosmos, "universo" e logos "discorso", "studio", "regola", "trattazione". La cosmologia è l'insieme delle dottrine filosofiche e delle teorie scientifiche che hanno per oggetto lo studio delle leggi fisiche dell'universo.
D
Deduzione. Termine di origine latina (dal verbo deducere). La deduzione è quel processo logico per cui da un assunto iniziale, attraverso una serie di passaggi logici necessari (inferenze), si derivano conclusioni generali. La deduzione è quindi il processo che permette il passaggio dal particolare (da un unico assunto di partenza) al generale (ovvero alla generalizzazione teorica fondata sull'assunto iniziale).
Deismo. Dal francese deisme, proveniente dal latino deus ("dio"). Il Deismo è una dottrina filosofica sviluppata dall'illuminismo francese che sostiene che la ragione è bastevole a giustificare la presenza di Dio nell'universo, considerando di fatto ogni forma di religione e di fede un'inutilità pratica. Per i deisti Dio non interviene nelle faccende umane (non interviene nelle questioni morali) ma si limita solo a garantire il corretto funzionamento del mondo naturale.
Deontologia. Dal greco deontos ("dovere"). La deontologia è l'insieme dei doveri inerenti ad una particolare categoria professionale. Alcune professioni, per il loro carattere sociale, sono tenute a rispettare un certo codice di comportamento atto a non ledere la dignità o la salute di chi è oggetto del loro operato.
Determinismo. Dal francese determinisme e dal tedesco determinismus, i quali derivano dal latino determinare, composto da de- ("togliere") e termine ("confine"). Dottrina filosofica sostenente che ogni evento ed ogni accadimento nasce in forza di cause necessarie e precise, e non da una pura casualità. Il determinismo considera quindi vincolante per ogni fenomeno il principio di causa ed effetto, per cui a certe cause corrispondono sempre certi effetti.
Dialettica. Dialettica è termine di origine greca che deriva da dialektike, composto da dialektos ("dialogo") e tèchne ("arte", "produzione", "tecnica"). A sua volta dialogo deriva dalla parola greca dialégo, che significa sia "raccolgo, unifico" che "distinguo, divido". La dialettica è quel processo logico per cui da due termini divisi e distinti, chiamati "tesi" e "antitesi", si giunge alla formulazione di una "sintesi", che è il momento di unificazione dei tue termini in una nuova tesi. > Hegel.
Il termine però va oltre la convenzionale formulazione hegeliana e trae origine da Platone, il quale vede nella dialettica non solo il modo in cui le idee si rapportano nella loro struttura gerarchica, ma anche il processo dinamico che permette di definire una cosa partendo dal confronto con i concetti delle altre cose.
In forza di questi significati, è detto procedimento dialettico un processo che permette ad un certo stato di svilupparsi ed essere in movimento in forza della contrapposizione dinamica dei suoi elementi.
Da ricordare come il termine sia stato utilizzato in epoca classica per designare la stessa logica, con riferimento alla radice comune che vuole dialettica e logica unite dal fatto di essere "discorsi" dinamici e che operano una separazione delle parti oggetto di analisi.
Dionisiaco, spirito. Nella filosofia di Nietzsche, lo spirito dell'irrazionale contrapposto alla razionalità apollinea. Dioniso (Bacco per i romani) è il dio della musica, dei teatranti e dei baccanali, colui il quale rappresenta l'impeto dei sensi laddove Apollo è l'armonia e l'equilibrio. Legato a Dioniso è l'ebrezza che deriva dall'arte sensuale, ovvero la musica e la danza. > Dioniso e riti Dionisiaci.
Lo spirito dionisiaco è dunque per Nietzsche lo spirito gaio e entusiasta dell'uomo che dice "sì" alla vita, la quale ha i tratti autentici dell'imprevisto, nell'irrazionale e nell'impeto sensuale.
Divenire. Divenire è un termine di origine latina che proviene dal verbo devenire, composto da venire ("arrivare") e de- ("giù"); ovvero, "provenire da". Il divenire, nel senso greco originario già esposto da Eraclito, è il continuo mutare e trasformarsi di tutte le cose da uno stato all'altro. Nella sua esposizione radicale il divenire è il provenire delle cose dal nulla e il loro ritornare nel nulla dopo aver dimorato per un certo periodo di tempo nell'essere (nell'esistente).
Dogma. Dal greco dogmatos ("parere"). Il dogma è la verità non dimostrata che viene imposta arbitrariamente agli uomini senza possibilità di essere criticata.
Nella religione cattolica il dogma è il contenuto della Rivelazione divina, ovvero di quelle verità che sono state donate all'uomo direttamente da Dio attraverso la sua parola (la Bibbia); per questo motivo i fedeli non possono porre obiezioni a tali verità poiché se lo facessero peccherebbero di presunzione in rapporto all'infinita sapienza divina.
Dovere. dal latino debere, composto da de ("da") e habere ("avere"); ovvero, "avere qualcosa da qualcuno". L'azione doverosa è quell'azione che è vincolata a un obbligo e a una necessità, sia essa in forza di un'imposizione esterna che a un impulso spirituale o intellettuale. Dunque, seguendone il significato etimologico, dovere significa "ricevere, avere un obbligo che proviene da altro o da altri rispetto a sé e alla propria volontà".
Dualismo. Dal latino dualem ("doppio"). Situazione per cui un determinato stato di cose si trova ad oscillare tra due principi opposti e non riducibili ad alcuna unità. Per questo motivo dualismo è sinonimo di antagonismo e di opposizione irriducibile.
E
Empirico. Dal greco empirikos, composto da en- ("che si muove nella"), peira ("esperienza"). Empirico è ciò che si muove entro l'esperienza dei fenomeni, ciò che è pratico e fa riferimento ai soli accadimenti e fenomeni che giungono ai sensi.
In forza di questo, l'empirismo è quella corrente filosofica affermante che ogni dato della conoscenza proviene solo dall'esperienza e non da idee già presenti alla mente.
Viene invece conosciuto con il nome di empirismo logico il neopositivismo.
Ente. Dal latino ens, dal verbo esse ("essere"). L'ente, che può essere considerato una forma contratta della parola "essente", è qualsiasi cosa dotata di esistenza.
Entelechia. Dal greco entelecheia, composto da eichein ("avere"), en- ("in") telos ("compimento"). Nella filosofia di Aristotele la caratteristica propria degli enti in atto di avere ogni propria possibilità espressa nel proprio essere. In Leibniz l'entelechia è riferita alla qualità propria della monade di avere il compimento del proprio fine in sé stessa senza l'apporto di alcun principio esterno.
Entropia. Dal tedesco entropie, composto dalle parole greche en- ("dentro") e trope ("rivolgimento"). Nella fisica termodinamica, indice di degradazione dell'energia di un determinato sistema fisico. In un sistema chiuso, in presenza di una trasformazione dell'energia, parte di essa viene irrimediabilmente persa, in modo che all'atto di una conversione inversa, non è possibile ristabilire l'intera quantità di energia presente inizialmente (seconda legge della termodinamica).
Per estensione si designa come entropia una tendenza intrinseca ad un sistema di perdere irreversibilmente parte del proprio ordine o delle proprie qualità.
Epistéme. Dal greco epi- ("su") e stéme ("stare"); ovvero, "stare sopra". L'epistéme è il termine greco che designa la conoscenza certa e incontrovertibile delle cause e degli effetti del divenire, ovvero quel sapere che intende porsi "al di sopra" di ogni possibilità di dubbio attorno alle ragioni degli accadimenti. L'epistéme è quindi lo strumento principale utilizzato dal pensiero filosofico per combattere il timore dell'imprevedibile e rendere gli accadimenti del mondo anticipabili.
In epoca moderna, con il termine epistemologia, viene inteso lo studio storico e metodologico della scienza sperimentale e delle sue correnti.
Epoché. Composto delle parole greche epi- ("su") e échein ("tenere"); ovvero "tenere sopra", "trattenere". L'epoché è il termine greco che designa l'astensione del giudizio sulle cose e sui fatti del mondo. Mentre l'epoché scettica dell'antichità era un concetto distruttivo, in quanto negava o costringeva a negare qualsiasi certezza, l'epoché di Husserl, nell'ambito della fenomenologia moderna, mira a sospendere il giudizio sulle cose, in modo da permettere ai fenomeni che giungono alla coscienza di essere considerati senza alcuna visione preconcetta (come se li si considerasse per la prima volta).
Eresia. Dal greco hairesis, da haireisthai ("fare la propria scelta"). L'eresia è un atteggiamento contrario alla tradizione comune. In epoca cristiana l'eresia era l'interpretazione contraria ai precetti ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa. > eresie.
Ermeneutica. Dal greco hermeneutike (“tecnica dell'interpretazione”), dal verbo hermeneuein (“interpretare”). Per ermeneutica, nel senso più ampio, si intende qualsiasi tecnica che permetta di interpretare un testo, un documento, un'epoca storica e qualsiasi altro discorso o segno. In età medievale l'ermeneutica fu la disciplina che interpretava il testo biblico. In età moderna il termine è stato proposto da Schleiermacher, quindi, in epoca contemporanea, ha visto una sua riformulazione per opera di Gadamer.
L'ermeneutica contemporanea si configura come il metodo per il quale ogni aspetto della realtà presente e passato è interpretabile a partire dalla conoscenza del suo carattere storico e legato ad una particolare tradizione culturale. La verità non è quindi qualcosa che rimane al di sopra di ogni cosa, stabile e immutabile indipendentemente dalle epoche e dalle diverse società, ma è il senso che può via via rivestire la realtà entro i cammini mutevoli e soggettivi dati dall'interpretazione degli eventi.
Erotico. Dal greco erotikos (“dell'amore sensuale”), da erotos (“amare”). In filosofia, il termine erotico designa, fin da Platone, la qualità di quella forza cosmica che porta gli uomini ad elevarsi spiritualmente verso il bene, la bellezza e il mondo delle idee. Il termine è quindi molto più ampio rispetto al significato attribuitogli in epoca moderna. Come filosofia erotica, per estensione, si intende ogni filosofia che voglia fondarsi sullo studio delle emozioni e degli stati emotivi.
Escatologia. Dal greco éskata ("le cose estreme"), e -logia ("studio"); ovvero, "studio o spiegazione degli avvenimenti ultimi del mondo". L'escatologia è la spiegazione dei destini ultimi del mondo e dell'uomo, al termine dei tempi. > Capitolo 6 di Scoto Eriugena.
Esistenzialismo. L'esistenzialismo è quella corrente filosofica sviluppatasi a partire dal 1930 che ha per oggetto lo studio dell'esistenza dell'uomo, nel suo carattere precario e contingente (determinato entro una certa temporalità). Si usa far derivare l'esistenzialismo dalla fenomenologia di Husserl e dal lavoro di Heidegger (pur non essendo nelle sue intenzioni esserne considerano un precursore). Da una parte, infatti, la fenomenologia ha reso possibile lo studio dell'esistenza come oggetto di una visione soggettiva che lega le cose al modo in cui sono percepite, dall'altro, Heidegger ha esposto la sua visione dell'essere e dell'esistere come "ex-sistere" ("non permanere"), dando impulso al metodo esistenzialista che studia, appunto, il carattere diveniente e dinamico della vita dell'uomo, che non rimane immobile ma si proietta continuamente verso ciò che verrà abbandonandosi all'incertezza, carattere primario dell'esistenza umana. > Sartre. > Jaspers. > Esistenzialismo.
Essere. L'essere è l'esistere delle cose. Attorno al concetto la filosofia ha sviluppato diversi modi di considerare l'essere e le sue qualità: in Parmenide l'essere acquisisce per dimostrazione logica le qualità di esistenza immutabile ed eterna, Platone distingue l'essere eterno (le idee dell'Iperuranio) dall'essere terreno non eterno, Aristotele considera l'essere come ente (l'essere che si esprime nelle singole cose determinate). Nel medioevo l'essere per eccellenza è Dio, unico ente dotato di qualità particolari che lo rendono eterno e assoluto. In epoca contemporanea sono importanti i contributi di Martin Heidegger e di Emanuele Severino.
Le discussioni attorno al reale significato dell'essere hanno quindi il compito di determinare con precisione le qualità proprie dell'esistere delle cose (il loro essere presenti), per cui rivestono un'importanza decisiva nella ricerca del senso profondo dell'esistenza. La scienza che studia l'essere prende il nome di ontologia.
Estetica. Dal greco aisthetikos, da aisthanesthai ("percepire"). L'estetica è la disciplina filosofica che si occupa dello studio del bello e dell'arte. L'estetica, oltre ad approfondire i temi che riguardano il concetto del bello nel suo sviluppo storico, cerca di definire i canoni per cui un oggetto d'arte è da considerarsi bello o brutto. L'atteggiamento estetico, per estensione, è quello di colui che si avvicina alla vita discernendo continuamente ciò che è bello da ciò che è brutto, fino a farne una distinzione morale.
Etica. Dal greco ethos ("condotta", "carattere"). L'etica è la disciplina che si occupa di considerare e valutare l'insieme degli atti che costituiscono la condotta (l'agire) dell'individuo.
Eudemonia. Dal greco eudaimonia, da eudaimon (“fortunato”), composto da eu- (“buono”) e daimon (“demone, genio”), ovvero “posseduto dal buon genio”. Eudemonia è il termine che indica il senso della felicità come scopo ultimo della vita e dell'esistenza umana.
Eugenetica. Dal greco eugenetes, composto da eu- (“bene, buono”) e genos (“razza”), ovvero “buona razza”. L'eugenetica è quella disciplina che si occuperebbe del miglioramento della razza umana attraverso la manipolazione dei suoi geni o attraverso l'incrocio selettivo delle razze migliori. Tale disciplina è oggi avversata in quanto il suo intento implicherebbe risvolti razzistici, mentre nella Repubblica di Platone e nel sistema spartano era presa a modello come strumento di miglioramento generale delle condizioni di vita.
Euristica. Dal verbo greco heuriskein (“trovare”). In generale, euristico è ogni procedimento che permette di condurre a nuove conoscenze e a nuove scoperte (la filosofia è dunque un procedimento euristico, in questo senso). Nell'ambito della scienza contemporanea, l'euristica è il metodo che favorisce la scoperta di nuovi risultati scientifici.
F
Fatalismo. Dal latino fatum ("fato", "destino"). Il fatalismo è l'atteggiamento di colui che accetta ogni evento come necessario e inevitabile, in quanto frutto della volontà del destino al quale non si può sfuggire.
Fede. Dal latino fidem. La fede è l'atto del credere. Nella religione la fede è posta a fondamento della dottrina e degli atti dei fedeli, per cui se non vi è fiducia nell'oggetto di fede, non vi è nemmeno adesione alla religione. Credere significa avere fiducia, nella religione cattolica questa fiducia è riposta nella verità annunciata da Dio agli uomini. Per queste caratteristiche la fede si pone sostanzialmente in contrapposizione alla ragione, per la quale la verità, invece di essere creduta, è portata alla luce e condivisa proprio per la sua visibilità.
Fenomeno. Dal greco phainomenon, participio presente di phainomai ("io appaio"). Il fenomeno è ciò che in una cosa appare ai sensi e alla coscienza. Il fenomeno è dunque l'aspetto percepito di un qualcosa che si manifesta alla percezione, sia essa fisica che psichica.
Edmund Husserl fonda la fenomenologia come scienza dei fenomeni, intesi come accadimenti che giungono alla percezione nei modi e nei limiti entro cui si manifestano.
Fideismo. Dal latino fides ("fede"). Il fideismo è l'atteggiamento per cui si ritiene che solo la fede (la credenza religiosa) possa permettere all'uomo di raggiungere la verità suprema. La fede si configura per il fideista come strumento indipendente e superiore alla ragione in rapporto alla ricerca della verità assoluta (che la fede identifica in Dio e nel suo volere).
Filologia. Dal greco philos (“amico”, “avere cura”) e logos (“discorso”), ovvero “amante del discorso, del linguaggio”. La filologia è la scienza che si occupa della ricostruzione storica dei significati delle parole e quindi si propone di verificare la fedeltà di un testo o di un documento al suo significato più autentico e originario.
Formalismo. Dal latino formam, derivante dal greco morphe (“forma”). In generale, il formalismo indica qualsiasi atteggiamento filosofico che prende come principio delle sue argomentazioni gli aspetti formali della realtà. In estetica il formalismo indica la teoria per cui sono esclusivamente gli aspetti formali di un'opera d'arte (i suoi colori, il suo disegno, il suo stile, il suo suono o le sue forme, nel caso della scultura) a determinarne il valore.
Con Hilbert, il formalismo diviene invece quella teoria per cui ogni sistema matematico deve la sua validità solamente dagli aspetti formali dei suoi teoremi e dei suoi processi intrinsechi, per cui un sistema matematico è valido se non presenta alcuna contraddizione al suo interno. Questo atteggiamento si oppone al logicismo. Il progetto formale di Hilbert venne messo poi in crisi da Godel.
G
Giusnaturalismo. Dal latino ius naturale, ovvero "diritto naturale". La dottrina filosofica per cui esiste già in natura un diritto, un insieme di leggi intrinseche alla creazione, alle quali l'uomo può rivolgersi nell'abito delle questioni morali ed etiche. Il diritto naturale è quindi anteriore e superiore alle leggi prodotte "artificialmente" dagli uomini e dalla civiltà, tale superiorità si giustifica nel fatto che la natura possiede più verità rispetto all'intelletto umano.
Sostenuto da Hobbes e da Rousseau, il diritto naturale è la legge morale direttamente presente alla natura e che è proprio dell'uomo allo stato primitivo, antecedente all'apparizione della civiltà.
Gnosi, Gnoseologia. Dal greco gnosis ("conoscenza"). La gnosi è la conoscenza pervenuta al sapiente per vie divine o sapienziali. Lo gnostico era in epoca antica il sapiente, colui il quale possedeva la conoscenza per averla ricevuta direttamente da una rivelazione degli dei.
Nel II° secolo d.C. lo gnosticismo fu la corrente religiosa che predicava la possibilità di attingere ai motivi più profondi del Cristianesimo attraverso l'atteggiamento razionale.
In epoca moderna la gnoseologia designa la scienza che studia i problemi relativi alla conoscenza e ai metodi per raggiungerla al meglio.
H
Hybris. Termine greco traducibile come “ingiustizia, prevaricazione”. Hybris, per il pensiero greco, è ogni situazione in cui si assiste ad un oltrepassamento del giusto, una prevaricazione della legge dell'armonia. Se il pensiero greco, soprattutto presocratico, è la riflessione sul carattere armonico della realtà necessario a mantenere in equilibrio l'intero universo, l'hybris rappresenta allora quella prevaricazione degli elementi che conduce ad uno strappo nel tessuto armonico della realtà.
I
Idealismo. Dal greco idéa, idein ("vedere"). L'idealismo è una corrente filosofica nata in Germania tra il XVIII° e il XIX° secolo che annovera tra i suoi più importanti esponenti Fitche, Shelling ed Hegel. L'idealismo è la dottrina filosofica che intende il contenuto della coscienza infinito e comprendente ogni cosa reale. Ciò che il pensato contiene è la totalità della realtà (non vi sono limiti alla conoscenza propria della mente), per cui la differenza tra oggetti del mondo e contenuto del pensato viene superata e decade. > Idealismo tedesco.
Immanenza. Dal latino in- ("dentro") e manere ("restare"); ovvero, "restare dentro". Immanente è ciò che rimane entro i propri limiti e le proprie qualità, ciò che ha la peculiarità di avere dentro di sé ogni possibile causa e ogni effetto, ogni possibilità dentro di sé e nessuna possibilità al di fuori.
Induzione. Dal latino in- ("dentro") e ducere ("condurre"); ovvero, "portare dentro". L'induzione è il processo logico inverso alla deduzione che permette di formulare una teoria con valore universale partendo dall'osservazione ripetuta dati empirici particolari.
Popper, il quale presentò una critica a tale processo, distinse due tipi di induzione: per enumerazione e per esclusione. Nel primo caso la formulazione di una teoria si fonda sull'osservazione ripetuta di un fenomeno sempre identico a sé stesso. Nel secondo caso, in un insieme di teorie date e finite in un certo periodo di tempo, si tiene per buona la teoria che sopravvive alla confutazione.
Infralapsarismo. Termine composto dal latino infra- (“sotto”) e lapsus (“caduta”). La dottrina teologica protestante, contrapposta al sopralapsarismo, per cui Dio ha messo in atto il disegno della predestinazione solo dopo l'avvenuta caduta nel peccato di Adamo. Ciò comporta quindi che Adamo abbia peccato liberamente, e non ne sia stato costretto dal disegno divino.
Innatismo. Dal latino in- (“dentro”) e natus (“nato”), ovvero “entro la nascita”. Il termine designa ogni atteggiamento filosofico che affermi la presenza di conoscenze acquisite già prima della nascita, indipendentemente dai dati appresi dall'esperienza. La dottrina è quindi presente già in Platone (anamnesi) e in molti altri pensatori (importante il concetto di conoscenza a priori in Kant), mentre è generalmente negata dagli empiristi inglesi (si veda il concetto di tabula rasa in Locke).
Ipostasi. Dal greco hypostasis, da hypo ("sotto") e stasis ("stare"). Nella filosofia neoplatonica e in Plotino, la generazione gerarchica delle diverse dimensioni della realtà appartenenti alla stessa sostanza divina, la quale crea ogni cosa per emanazione.
Nel cristianesimo il processo di ipostasi è relativo all'unione dei principi divini ed umani, ovvero l'incarnazione del divino rappresentata da Cristo o semplicemente il processo attraverso il quale dal concetto assoluto di Dio si fa derivare necessariamente la sua esistenza sostanziale.
Per estensione, il termine "ipostatizzare" viene usato in filosofia ad indicare il passaggio arbitrario di un puro concetto in sostanza materiale (il termine dunque asseconda il significato legato all'atto dell'incarnazione, ovvero del passaggio di qualcosa dal concetto astratto alla sostanza fisica).
K
Kalokagatìa. Il canone estetico della classicità greca secondo il quale la virtù morale si rispecchia necessariamente nella bellezza fisica.
L
Libero arbitrio. Il termine arbitrio si riferisce alla capacità di giudicare in assoluta libertà attorno a un fatto o a un concetto. Il libero arbitrio è quindi la facoltà propria dell'uomo di essere libero da qualsiasi necessità riguardo alle decisioni che vuole prendere. Per essere realmente libera, una scelta non deve avere nulla alle sue spalle che la determini, sia direttamente che indirettamente.
Sul termine molto si è discusso e molto si discute: un libero arbitrio assoluto comporterebbe infatti l'inesistenza di un qualsiasi principio divino, mentre, al contrario, l'esistenza di un Dio onnipotente comporterebbe l'impossibilità di una qualsiasi libertà di fatto.
Se fosse vero il primo caso, il divino non potrebbe nulla contro la libera decisione dell'uomo di fare il bene e il male, e questo contraddirebbe l'onnipontenza divina (nonostante ciò, è questa la strada seguita dalla tradizione teologica, per cui Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio, ovvero la possibilità di scegliere il male, si veda Agostino).
Visione opposta è per contro quella dello stoicismo: il libero arbitrio non esiste nella sua forma assoluta poiché ogni cosa del mondo risponde alla legge del logos che la costringe entro un destino necessario (si veda lo stoicisimo).
Logica. Dal greco logos ("discorso, ragione"). La logica è la disciplina strutturata che intende esporre e codificare il funzionamento del discorso dichiarativo e dimostrativo, ovvero i meccanismi che permettono di ragionare in modo corretto attorno ai concetti. In epoca classica per designare la disciplina era in uso anche il termine "dialettica", con riferimento alla capacità della logica di dimostrare le verità seguendo un percorso dinamico, parimenti al discorso, radice comune dei termini "logos" e dialettica. Aristotele la chiamava anche analitica, per il fatto che la logica comporta anche la scomposizione dei problemi nelle sue parti più semplici.
Logicismo. Dal greco logos (“discorso, ragione”). Il logicismo è quella corrente filosofica contemporanea propria di Frege, Russell e di alcuni pensatori del Circolo di Vienna, per cui la matematica pura è un ramo della logica. Questa affermazione porta alla convinzione che la realtà può essere ricondotta a un sistema logico per cui è possibile matematizzare ogni suo aspetto attraverso una riduzione simbolico-matematica degli eventi, la quale rispecchia la stessa realtà autentica delle cose. Tale visione trova il suo opposto nel formalismo.
Lògos. Termine greco che significa "discorso", "legge", "logica", "intelligenza", "pensiero", "ragione". Il logos rispecchia e rende evidente la struttura di tutte quelle opposizioni tra le cose che rendono possibile il divenire e la vita stessa dell'universo, il logos è la stessa struttura, la legge che esprime la totalità delle relazioni. Tutte le cose del cosmo, come visto, sono accomunate dall'opposizione, ovvero dalla relazioni necessarie che si instaurano tra loro, il logos rappresenta l'insieme stabile di queste relazioni, la loro stessa mappa. > Si veda Eraclito.
M
Maieutica. Dal greco maia ("madre, levatrice") e téchne ("tecnica"); ovvero, "arte della levatrice". In Socrate, la tecnica per cui, attreverso il dialogo, le verità sedimentate nella coscienza vengono portate alla luce e palesate dagli interlocutori con i propri mezzi in ragione dei passaggi logici propri del discorso. > maieutica socratica.
Manicheismo. Il manicheismo è quell'eresia apparsa attorno al III° secolo d.C. che predicava la divisione assoluta del mondo in due principi, uno del bene e uno del male. > eresie.
Per estensione è detto manicheo un atteggiamento che radicalizza i giudizi sulle cose in senso estremo, non ammettendo la possibilità di posizione intermedie.
Materia. Dal latino mater ("madre"). La materia è l'elemento e la sostanza che compone la consistenza dei corpi. Per estensione, viene definita materialismo la dottrina che individua nella materia il principio primo dell'universo, mentre per materialismo storico si designa propriamente la dottrina di Marx affermante che tutto lo sviluppo storico dell'umanità è determinato da cause materiali, e propriamente economiche.
Metafisica. Dal greco metà tà physikà, "oltre le cose sensibili (fisiche)". La metafisica è la disciplina che intende studiare le cause e il "perché" di ogni cosa, andando oltre la semplice considerazione dei dati empirici per indagare i principi primi che generano e determinano le cose esistenti.
La metafisica, secondo Aristotele, è la scienza prima, poiché essa si rivolge allo studio non di un determinato ente, ma allo studio di ogni ente in quanto ente, ovvero lo studio delle qualità generali e comuni ad ogni ente (cosa esistente).
Metempsicosi. Dal greco metempsychousthai ("passare da un corpo ad un altro"), composto da meta- ("oltre") e pshyco ("anima"). La credenza già dei pitagorici e poi predicata anche da Platone per cui l'anima vaga da un corpo all'altro, incarnandosi.
Misticismo. Dal greco mystes e mystikos ("iniziato ai misteri"), da meyen ("essere chiuso"). Il misticismo è quella corrente teologica che predica come principio autentico dell'esperienza religiosa il contatto irrazionale e sentimentale con la propria interiorità, nella quale si specchia e si riscontra il divino. Il mistero, dal quale deriva il termine, è ciò che non si palesa razionalmente e rimane nascosto e "chiuso" alla comprensione.
Monade. Dal greco monos ("unico"). La monade è l'unità minima e indivisibile della sostanza spirituale di cui tutte le cose sono composte, secondo la filosofia di Leibniz.
N
Naturalismo. Dal latino naturam, da natus ("nato"). Il naturalismo è quella corrente filosofica che afferma non esservi nulla al di là della natura, e di conseguenza ogni fenomeno della realtà viene a trovarsi determinato entro le leggi naturali. Il naturalismo, nella spiegazione degli eventi del mondo, esclude quindi ogni intervento di origine divina e trascendente le leggi della natura.
Nemesi. Dal nome della dea greca Némesis, ovvero la giustizia compensatrice, nemesis significa "distribuire". Con il termine greco "nemesi" si intende l'evento negativo che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiace al termine è che il mondo risponda a una legge di armonia, per cui il bene deve essere compensato dal male in egual misura. La dea Nemesi distribuiva il male come forma di compensazione del bene.
Neoplatonismo. Il neoplatonismo è quella corrente filosofica fondata attorno al II° secolo d.C. da Ammonio Sacca affermante che esiste un'entità divina, un principio unico, dalla quale emana la realtà del mondo similmente al calore che emana dal fuoco. La dottrina vede come suo esponente più celebre Plotino, mentre nel rinascimento, il neoplatonismo si configura come ripresa dei temi classici dopo la riscoperta dei testi platonici (si veda Cusano, Ficino e Pico). Sostanzialmente, il neoplatonismo è caratterizzato dalla convinzione che il principio dal quale tutto deriva non è conoscibile razionalmente e rimane assolutamente trascendente rispetto alle possibilità della conoscenza umana. > neoplatonismo classico.
Nichilismo. Dal greco nihil ("nulla"), da né ("non") e hilum ("un filo"); ovvero "non un filo", "un nulla". Il nichilismo è quella corrente filosofica che nega l'esistenza di qualsiasi principio e di qualsiasi valore morale, nonché della consistenza di qualsiasi verità. Il nichilismo è la presa di posizione per cui viene negata una certa tradizione o una certo sistema di valori in nome del nulla che rappresentano. Dietro all'esistenza del nichilismo polemico che nega la validità dei principi condivisi, vi è alla base del concetto e la convinzione che il nulla sia dotato di una certa consistenza.
Nolontà. Dal latino noluntatem ("non volere"). Nella filosofia di Schopenhauer la negazione della volontà. L'idea è mutuata dalla filosofia orientale: se non si può vincere volontariamente il cieco e irresistibile impeto che ci costringe a vivere, allora possiamo combattere questa costrizione distaccandoci con l'aiuto della ragione da questa necessità. La nolontà non è volontà di annientarsi, essa è invece un distacco, un porsi al di fuori del gioco contingente della vita. In generale la nolontà è il rifuggire la volontà del male.
Nominalismo. Il nominalismo è la dottrina filosofica per cui solo le individualità hanno sostanza reale, mentre i concetti generali che definiscono le singole individualità non possiedono alcuna sostanza ma costituiscono solamente i nomi degli insiemi ai quali gli individui appartengono, nomi ai quali non corrisponde alcuna sostanza concreta.
Non-contraddizione, principio di. Il principio di non contraddizione è quel principio logico che mostra l'impossibilità di una certa cosa determinata di essere contemporaneamente se stessa e un'altra cosa. Esso si pone alla base dei principi della logica ed è stato esposto per la prima volta da Aristotele nella seguente forma: "E' impossibile che, per il medesimo rispetto, la stessa cosa sia e non sia". > Principio di non contraddizione.
Noumeno. Dal greco noumenon, "ciò che è pensato", da nous ("mente"). Il noumeno è la cosa in sé così come è formulata dalla filosofia kantiana. La cosa in sé è l'oggetto della conoscenza intellettuale pura, contrapposta alla conoscenza sensibile circoscritta al modo in cui i sensi possono conoscere (il noumeno si configura come concetto contrapposto al fenomeno). Il noumeno è allora l'oggetto per come è realmente, al di là della sua conoscenza fenomenica, inevitabilmente condizionata dalla forma dei sensi. > Kant.
O
Olismo. Dal greco olos ("tutto, intero"). L'olismo è la teoria secondo cui l'intero è un tutto superiore rispetto alla somma delle sue parti. L'intero riveste quindi un significato diverso o superiore rispetto a quello delle singole parti prese autonomamente.
Omeomeria. Dal greco homoioméreia, composto da homoios ("simile, uguale") e meros ("parte"); ovvero, "parti simili". Nella filosofia di Anassagora, sono chiamate omeomerie (termine attribuito da Aristotele) i semi di cui ogni cosa è composta. Ogni cosa è composta da semi di diversa natura, la sostanza delle cose è conseguenza della maggioranza del seme che è proprio della cosa rispetto agli altri semi. > Anassagora.
Omologia. Dal greco homoios ("simile, uguale") e logos ("discorso"); ovvero, "uguale logica, uguale discorso". L'omologia è la corrispondenza logica tra due cose, per cui ciò che accade in una accade anche nell'altra a motivo della stessa logica. Omologo è quindi sinonimo di analogo, pur significando non solo una somiglianza, ma un'identità.
Ontico. Dal participio presente (ontos) del verbo greco einai ("essere"). Ontico significa relativo all'esistenza concreta, attuale, empirica, di una certa cosa. Ontico si riferisce quindi all'oggetto "in ciò che è per come è" (Heidegger), mentre l'aggettivo "ontologico" si riferisce non solo alla forma che l'essere assume nelle sue determinazioni concrete e realizzate, ma anche all'essere come possibilità e potenza.
Ontologia. Dal participio presente (ontos) del verbo greco einai ("essere") e logos ("legge"). L'ontologia è la disciplina filosofica che si occupa dello studio dell'essere in quanto essere, ovvero al di là delle sue determinazioni particolari. L'ontologia si occupa quindi di studiare le qualità dell'esistenza delle cose nella loro caratteristica di essere cose che esistono (enti), per questo motivo, ovvero per la particolarità dell'ontologia di fare riferimento al principio primo che caratterizza l'esistere delle cose, l'ontologia viene spesso identificata con la metafisica.
Operazionismo. La teoria per cui il significato di un concetto scientifico è dato esclusivamente dall'insieme delle operazioni che permettono di esprimerlo.
L'operazionismo è illustrato da P. W. Bridgman, il primo che ne espose il concetto, in questo modo: "Noi conosciamo ciò che intendiamo per lunghezza se possiamo dire qual è la lunghezza di qualsiasi oggetto e il fisico non richiede niente di più. Per trovare la lunghezza di un oggetto dobbiamo eseguire certe operazioni fisiche. Il concetto di lunghezza è perciò fissato quando le operazioni con le quali la lunghezza è misurata sono fissate: cioè il concetto di lunghezza implica niente di meno e niente di più che l'insieme delle operazioni con le quali la lunghezza è determinata."
Opinione. Dal latino opinionem, da opinatus ("opinato"), ovvero "ciò che può essere sottoposto a critica". Il termine greco già usato da Parmenide e Platone per designare l'opinione è doxa. L'opinione è quella forma di conoscenza che non ha validità universale ma solamente individuale e soggettiva. Il termine è contrapposto quindi al concetto di verità, che rappresenta invece la conoscenza che non può essere soggetta a mutamento poiché universale e valida per ciascuna situazione.
Orizzonte. Dal greco horizon ("che delimita"), dal verbo horizein ("delimitare") e da horos ("confine"). L'orizzonte è il limite di una ricerca o di un concetto, ciò che contiene ogni cosa entro di sé e delimita un certo significato. L'orizzonte rappresenta sempre un limite, qualora infatti si sposti il punto di vista, i il limite si sposterà assieme a lui.
P
Paideia. Paideia è la parola greca che indica la formazione culturale dell'uomo che si vincola a una verità fondata sulla conoscenza filosofica, vista come la forma di conoscenza più alta e meritevole. Esempio di Paideia è la Repubblica di Platone, in cui tutta la struttura dello Stato vuole rispecchiare la verità platonica che consiste nella dialettica tra mondo delle idee immutabili e il mondo fisico corruttibile. Per Paideia si intende quindi, per estensione, ogni forma di etica che intende seguire la verità fondata per mezzo di un qualsiasi metodo di indagine.
Panteismo. Dall'inglese pantheism, composto dalla particella greca pan- ("tutto") e theos ("dio"). La dottrina filosofica per cui tutta la realtà è formata dalla stessa sostanza divina. Da ciò ne deriva che la natura, intesa come creazione e come condizione di esistenza di ogni cosa, è essa stessa Dio.
Pleonasmo. Dal greco pleonasmos ("eccesso"), da pleon ("più"). Abbondanza di concetti al di là della necessità e delle reali esigenze del discorso.
Pluralismo. Dal latino pluralem, da plus ("più"). Per pluralismo si intende qualsiasi dottrina filosofica affermante che il mondo è composto da un insieme di principi diversi e non solamente da unico principio o un'unica sostanza. > Pluralisti.
Polisemia. Dal greco Polysemos (“che ha molti significati”), da polys (“molteplice”) e sema (”segno”). Proprietà di un segno (parola, immagine, suono, ecc.) di avere diversi significati.
Positivismo. Dal francese positif, "positivo", con riferimento all'utilità pratica. La dottrina fondata da Comte per cui sono da considerare validi solo i fatti dimostrati scientificamente e per mezzo dell'esperimento (concetto già di Galileo e alla base della fisica moderna). Il punto saliente dell'atteggiamento positivista è la fede nella scienza quale unica via possibile al raggiungimento del benessere e del progresso umano. Positivo è ogni fatto che ha una qualche utilità pratica, contrapposto alla sterilità delle metafisiche classiche. Con Comte si assiste inoltre ad una "romanticizzazione" della scienza: l'atteggiamento scientifico è l'unico in grado di risolvere ogni problema dell'uomo, la scienza diventa una vera e propria religione, una fede.
Postulato. Dal latino postulare, forse da poscere ("chiedere"). Il postulato è qualsiasi affermazione non dimostrata e non evidente che viene comunque presa per vera in modo da fondare una dimostrazione o un procedimento che altrimenti risulterebbe incongruente.
Potenza. Nella metafisica aristotelica, lo stato dell'ente che non si è ancora realizzato. La potenza esprime quindi una predisposizione dell'ente ad assumere certe qualità specifiche che non si sono ancora realizzate in atto. > Atto e potenza.
Pragmatismo. Dal greco pragma, da pragmatos ("fatto"). Dottrina filosofica contemporanea per cui la qualità propria della coscienza non è quella di comprendere la realtà ma quella di agire su di essa in modo da consentire un'azione efficace in grado di esercitare un certo dominio su di essa.
Predicato. Dal latino praedicare ("annunziare"), composto dalla particella pre- e dicere ("dire"). Il predicato è la proposizione che è oggetto di affermazione o negazione, ovvero l'enunciato che è sottoposto alla peculiarità di essere oggetto di discorso e di valutazione.
Q
Quidditas. Dal latino quid ("che cosa?"), da quis ("chi"). La quidditas, in italiano "quiddità", è la sostanza ultima di cui sono composte le cose. Il termine deriva dalle traduzione latine (dall'arabo) dei testi aristotelici che menzionano la "sostanza". Il passo da cui il termine viene preso è il seguente: "quod quid erat esse" ("ciò che è l'essere").
Quodlibet. Dal latino, quod ("ciò") e libet ("piace"); ovvero, "ciò che piace". Le questioni quodlibetali (quodlibeta) erano le argomentazioni che gli studenti di teologia dovevano discutere due volte l'anno (prima di Natale e prima di Pasqua) su argomenti a scelta.
Le quaestio ("questioni") erano strutturate in sei fasi: 1. L'enunciato; 2. L'elencazione delle ragioni a favore della tesi che sarà rigettata; 3. L'elencazioni delle ragioni a favore della tesi risolutiva; 4. L'enunciazione della tesi risolutiva; 5. L'illustrazione della soluzione scelta; 6. La confutazione delle tesi errate.
R
Ragione. Dal latino rationem ("capacità di calcolo e di valutazione"). La ragione è la facoltà di mettere in relazione tra loro e nel modo corretto fatti e considerazioni. Per estensione, la ragione viene anche usata in sostituzione del termine "logica", per cui viene ad acquisirne le stesse qualità. Perché vi sia ragione occorre quindi che vi sia una valutazione comparata di fatti e considerazioni diverse, da qui il naturale collegamento con la radice etimologica "calcolo", ovvero facoltà di mettere in relazione tra loro grandezze diverse.
Rasoio di Ockham. Il rasoio di Ockham è considerato una legge di economia dei concetti, per cui, in una dimostrazione qualsiasi, è bene che si ricerchi la massima unità e semplicità possibile nelle parti che la costituiscono. La formulazione latina del rasoio, esposta da Guglielmo di Ockham, recita così: "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem" ("Non si moltiplicano gli enti se non vi è necessità di farlo"). > Ockham.
Razionalismo. Dal latino ratio ("calcolo, ragione"). L'atteggiamento filosofico per cui le verità sono dedotte attraverso l'uso della sola ragione e della sola logica, escludendo l'esperienza.
Realismo. Dal latino res ("cosa"). L'atteggiamento filosofico che attribuisce alle cose un'esistenza reale autonoma rispetto alla coscienza del singolo soggetto.
Reificazione. Dal latino res ("cosa"). Il processo esposto dalla filosofia marxista per cui l'uomo si astrae da se stesso e si percepisce come cosa tra le cose. L'uomo diventa una cosa e sente così di soggiacere alle stesse leggi che regolano quelle cose che produce e che costituiscono l'attività peculiare della sua esistenza.
Relativismo. Dal latino relatus ("riferire", "far riferimento"). La corrente filosofica sostenente che non vi sono verità assolute che traggano giustificazioni solamente dal proprio significato ma che in realtà ogni verità è tale solo in relazione a qualcosa con la quale ha un rapporto.
Retorica. Dal latino retoricam, a sua volta proveniente dal greco retorike (retor téchne, "tecnica della parola"), la cui radice è retor, da eirein ("parlare"). Il metodo consolidato da Gorgia e dai sofisti che consiste nel discorso persuasivo che ha come scopo quello di convincere della bontà di certe tesi. Fondamentale per la riuscita del discorso è il buon uso della parola (l'eloquenza). La verità delle tesi difese non coincide necessariamente con la realtà delle cose e la bontà assoluta dei valori perorati. In sostanza il linguaggio non è solo lo specchio della realtà ma è anche lo specchio dei rapporti di forza che si vengono a creare tra le persone: il linguaggio viene usato per vincere uno scontro dialettico, indipendentemente dalla verità dell'argomento, in modo da piegare la conclusione agli interessi che di volta in volta si difendono.
S
Scetticismo. Dal greco skeptesthai ("osservare"). Dottrina filosofica ellenica, ma anche atteggiamento filosofico generale, per cui è impossibile all'uomo raggiungere la sicurezza della verità o della falsità di qualsiasi argomento, per cui si giunge, nella forma antica della dottrina, all'astensione da qualsiasi giudizio (epoché). > Scetticismo.
Semantica. Dal greco semantikos, da semainein ("significare"). Nella logica moderna, parte della semiologia che studia i rapporti tra segno e referente del segno, indipendentemente dagli aspetti psicologici e sociali del linguaggio analizzato.
In generale il termine si estende allo studio del significato delle parole.
Semiologia (semiotica). Dal greco semeion ("segno"). Studio di ogni tipo di segno, sia esso linguistico, visivo, gestuale, ecc. prodotto in base a un codice accettato e condiviso socialmente.
Sillogismo. Dal greco syllogizesthai ("dedurre"). Metodo logico aristotelico consistente nella formulazione di una premessa da cui deriva per deduzione una conclusione necessaria attraverso il passaggio da un termine medio. > logica aristotelica.
Sofista. Dal greco sophos ("sapiente"). Chi apparteneva alla scuola sofista, la scuola filosofica dell'antichità caratterizzata dall'uso "professionale" delle dimostrazioni filosofiche, per cui dimostrazioni e confutazioni erano prodotte a pagamento o su richiesta. Per tale motivo, il termine ha forti connotazioni spregiative e si usa per indicare chiunque utilizzi argomentazioni troppo cavillose atte a dimostrare o confutare un argomento non per favorire la verità, ma per ottenere ragione, una ragione fine a se stessa.
Solipsismo. Dal latino solus ("solo") ipse ("stesso"); ovvero, "solo se stesso". L'atteggiamento per cui un singolo individuo accetta la sua sola esistenza e non quella degli altri enti, siano essi uomini o cose. Il mondo esterno al soggetto che considera il solipsismo diventa così un mondo di sole idee e fenomeni creati dalla propria ed unica coscienza.
Sopralapsarismo. Termine di origine latina composto da supra (“sopra”) e lapsus (“caduta”). La dottrina teologica protestante per cui Dio ha predeterminato la caduta nel peccato di Adamo per mettere in atto il suo disegno di salvezza. Sostenuta da Calvino, la dottrina sarà comunque negata dagli “infralapsari”. > Infralapsarismo.
Sostanza. Dal latino sub ("sotto") e stantia ("stare"); ovvero "stare sotto", "sorreggere". Ciò che non ha bisogno di nient'altro per esistere poiché essa stessa sorregge e soggiace ("sta sotto") all'esistenza delle cose e degli enti. La sostanza è dunque quella caratteristica peculiare di ogni cosa esistente senza la quale essa non potrebbe esistere come è entro i limiti della sua determinazione > sostanza aristotelica.
Speculazione. Dal latino speculationem ("contemplazione"), da speculatus ("osservato"). Con speculazione si designa il pensiero che indaga un problema senza utilizzare alcun dato empirico, ovvero il pensiero astratto, il pensiero che "astrae" (separa) i propri passaggi dai fatti empirici per considerarli in quanto pura possibilità.
Spiritualismo. Dal latino spiritus ("spirito"). L'atteggiamento filosofico per cui si assume come punto di partenza l'analisi del contenuto della coscienza. Lo spiritualismo assume la coscienza come punto di partenza per l'indagine filosofica, a scapito dell'atteggiamento positivista che impone di vincolare la conoscenza ai fatti sperimentati nella realtà materiale. Lo spiritualismo ritiene quindi il contenuto della coscienza (ovvero lo spirito) quell'entità che si oppone necessariamente a qualsiasi tentativo di riduzione e comprensione deterministica. > Leibniz > Bergson.
T
Tabula rasa. Voce latina che significa letteralmente "tavola raschiata", con riferimento alle tavolette di cera incise con segni utilizzate nell'antichità, segni che risultavano cancellati una volta raschiate le incisioni. Il concetto, già utilizzato da Eschilo e da Platone, che indica ogni condizione in cui la coscienza sia priva di qualsivoglia conoscenza innata, comunemente a un foglio bianco che attende di essere ricoperto da segni. Il termine verrà poi riproposto da Locke per indicare, nell'empirismo, la condizione che vuole la coscienza dei neonati priva di qualsiasi concetto innato, concetti che verranno appresi solamente in forza dei dati dell'esperienza che giungeranno alla mente nel corso dello sviluppo.
Tautologia. Dal greco tautologia ("che dice lo stesso"), composto da tauto ("stesso") e da logos ("discorso"). Dimostrazione che nelle sue conclusioni ripete inutilmente ciò che era già affermato nella premessa. In epoca moderna, il termine viene utilizzato dall'empirismo logico per indicare ogni proposizione composta che è sempre vera, indipendentemente dai valori di verità assegnate alle singole proposizioni che la compongono.
Teismo. Dal greco theos ("dio"). Si usa definire teista l'atteggiamento opposto all'ateismo, per cui il termina teismo designa ogni corrente di pensiero che affermi l'esistenza di Dio. Kant distinse poi il teismo dal deismo, il primo ammette l'esistenza di Dio all'interno del mondo naturale (per cui il teista può essere panteista), mentre il secondo ammette l'esistenza di Dio solo per via trascendentale, ovvero autonoma rispetto alla dimensione naturale in cui vivono gli uomini.
Nell'uso comune del termine, il teista è colui che ammette l'esistenza di una divinità personale e unica.
Tempo ciclico. > apocatastasi.
Teodicea. Parola composta dal greco theos (“Dio”) e dike (“giustizia”). Letteralmente, “giustizia divina”. La teodicea è dunque quella parte della teologia che si occupa di spiegare il senso della giustizia divina in relazione alla presenza del male nel mondo. Il termine fu coniato da Leibniz (Saggio di Teodicea sulla bontà di Dio, la libertà dell'uomo e l'origine del male, 1710). La teodicea spiega quindi il senso del male e la sua presenza nel mondo creato dal divino.
Teofania. Dal greco theophàneia, composto da theos ("dio") e da phàinein ("manifestarsi"). Letteralmente, manifestazione di Dio nella Creazione. La teofania è quel processo attraverso il quale si riscontra la presenza di Dio nelle Sue opere, ovvero nel mondo da Lui creato. > Capitolo 2 di Scoto Eriugena.
Tetrafarmakon. Dal greco tetra- (da téttares, "quattro") e pharmakon ("rimedio", "medicina"); ovvero, "quadrifarmaco". Per Epicuro, i quattro rimedi bastevoli ad eliminare il dolore dello spirito. Esse sono: 1. La consapevolezza che se anche gli dei esistono essi non si interessano alle vicende umane; 2. L'impossibilità di sperimentare la morte e quindi la paura infondata che essa provochi dolore; 3. Il piacere è accessibile a tutti; 4. Il dolore o è breve, o sopportabile.
Transitivo. Dal latino transire ("passare al di là"). Transitiva è la proprietà delle cose che passano per omologia la propria qualità a un'altra cosa, ovvero la qualità per cui un'identità (sia di metodo che di significato) viene trasferita in modo omologo da una cosa all'altra, poiché entrambe le cose rispondono alle stesse proprietà.
Trascendente. Dal latino transcendere, composto da trans- ("oltre") e scandere ("salire"). Trascendente è la qualità propria di ciò che va oltre dei limiti definiti, e in questo il termine si pone come opposto a ciò che è immanente. Il termine designa quindi ogni condizione di esistenza che si trova situata oltre a certi limiti sensoriali o conoscitivi, per cui trascendentale, ad esempio, è l'entità divina per il neoplatonismo.
Il termine acquista un significato ulteriore nel termine "coscienza trascendentale". Con ciò si vuole definire la qualità propria della coscienza di contenere ogni cosa reale, derivante dal fatto che la coscienza "trascende" le singole diversità delle cose per porsi come "contenitore" autonomo e universale di ogni concetto e ogni possibilità oggettiva.
U
Ubiquità. Dal latino ubique (“in ogni luogo”). L'ubiquità è la qualità delle cose che sono presenti in ogni luogo. Il termine era usato dalla filosofia medievale per spiegare la qualità propria di Dio di essere presente in ogni luogo del Suo creato. La formula utilizzata dai filosofi medievali era “Tutto in tutto lo spazio e tutto in qualsiasi parte dello spazio” (definitivus). Per contro, la condizione opposta era chiamata cricumscriptivus (circoscrittiva), e rispondeva alla frase “Tutto il tutto lo spazio occupato e parte in ciascuna parte di esso”. La distinzione è di Ockham.
Ucronia. Dal greco au- (“non”, come negazione) e chronos (“tempo”); ovvero, “non-tempo, tempo ipotetico”. Questo termine indica la ricostruzione della storia o di un evento del passato sulla base di ciò che sarebbe potuto accadere o di fatti ipotetici e fittizi invece dei fatti realmente accaduti. L'ucronia è quindi una forma di “fanta-storia”, una ricostruzione ipotetica di eventi ipotetici. Il termine fu utilizzato da Carl Renouvier per un romanzo che intendeva ricostruire la storia europea “quale avrebbe potuto essere e non è stata” (Uchronie, l'utopie dans l'histoire, 1876).
Umanesimo. L'umanesimo è quell'indirizzo filosofico rinascimentale nato in Italia e poi diffusosi in tutta Europa che riconosceva l'uomo come identità di corpo e anima destinato a vivere il mondo e dominarlo. Tale riconoscimento della potenza umana parte da una diversa impostazione filosofica legata alla concezione dell'uomo, per tutto il medioevo visto come essere imperfetto e limitato, alla mercé della sola potenza divina. Con l'umanesimo l'uomo acquista quindi piena consapevolezza delle sue possibilità e del suo valore, venendosi così a costituire i primi tratti della società moderna, in cui il dominio tecnologico attorno le cose costituisce il carattere dominante della produzione in cui si rispecchia la forza dell'uomo.
Per estensione, con il termine umanesimo si designano nella filosofia contemporanea tutti quegli indirizzi filosofici che prendono a fondamento dell'indagine la natura umana e i suoi limiti.
Universale. Dal latino universum, composto da unus ("uno solo") e versus, participio passato di vertere ("volgere"); ovvero "ciò che è volto all'unità". Se nel suo uso comune universale è la qualità di ciò che compete ogni determinazione, l'universale, in filosofia, rappresenta un concetto ben preciso.
Per universale si intende l'esistenza ontologica, reale, concreta, di un principio che permette alle singole cose individuali di conformarsi in ragione di un'essenza immutabile che ne fa da matrice, analogamente alle idee platoniche e alla sostanza aristotelica. L'universale si configura così come ciò che rappresenta l'identità del molteplice, ovvero quella qualità eterna che non muta e che determina le singole e diveniente cose concrete (gli individuali).
Utilitarismo. L'utilitarismo è quella dottrina etico-politica sviluppatasi in Inghilterra tra il XVIII° e il XIX° secolo ad opera di Stuart Mill e Bentham che indaga i motivi dell'agire umano partendo dai moventi. L'uomo, secondo l'utilitarismo, agisce secondo ciò che gli è più utile per raggiungere il piacere. Detto questo, l'utilitarismo promuoveva il progetto di analizzare i comportamenti umani fondando una vera e propria matematica dei motivi utilitaristici alla base di ciascuna azione.
Utopia. Dal racconto di Tommaso Moro "Utopia", dal greco ou topos ("non luogo"). Il termine designa ogni concezione politica ed etica che tenda ad una condizione di vita ideale così elevata da essere, nella pratica, irrealizzabile.
V
Verità. Dal latino verum ("vero"). In greco la verità è aletheia (a- come privativo e lèthe, "nascondimento", ovvero, "ciò che non è nascosto", "che è esposto allo sguardo"). La verità è la caratteristica di ciò che è vero, ossia di ciò che possiede le caratteristiche del proprio essere in modo incontestabile. Contrapposta all'opinione e alla fede, la verità si lega necessariamente al fatto di mostrarsi e rendersi evidente per la sua incontestabilità. La verità possiede quindi la caratteristica di essere valida universalmente in rapporto a qualsiasi situazione (contrariamente al concetto di opinione).
Virtuale. Da virtutem ("forza, valore"). Se, come significato più corrispondente all'etimo, virtuale si riferisce a tutto ciò che è inerente alla virtù morale, virtù ha anche un altro significato non esclusivamente morale: virtù è ciò che può accadere relativamente a una potenzialità. Il termine virtuale si usa allora normalmente per indicare tutti gli stati che si trovano in una posizione potenziale e non in atto. Virtuale significa quindi potenziale, non ancora realizzato concretamente.
Volontà schopenaueriana. Nella filosofia di Schopenhauer il cieco e irresistibile impeto che spinge l'uomo a vivere e perpetuarsi come specie nonostante l'ineluttabile destino mortale. La volontà è l'entità che sta alla base dell'esistenza, essa produce il mondo apparante dei fenomeni (l'esistenza quotidiana superficiale), sicché l'uomo produce nella sua vita cosciente una razionalità che è in realtà sostenuta e prodotta dall'irrazionale.
W
X
Y
Z
Ricordatevi che di qualsiasi scritto, dove nasce da una idea un conflitto,
bisogna coglierne della logica l'essenza, per un sano spunto di partenza.
Se non si è schiavi di una religione, una idea anche se forte,
può far utilizzo della ragione, come del pennello ne fa l'arte.
(LexMat)
Quanto rimane, è un destino dove solo la conclusione è fatale.
Ed a dispetto della morte, tutto è libertà, un mondo di cui l'uomo è il solo padrone.
(Albert Camus)
Presentazione
La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.
Nessun commento:
Posta un commento
Salve, donatemi un pò dei Vostri Pensieri: