di Andrea Ciaffaroni
Notizia di qualche settimana fa - ammetto di non darvele fresche di giornata, ultimamente - l'Academy (pronti a dirlo tutto d'un fiato?), l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, insomma quelli che decidono i premi Oscar,
consegneranno tre statuette speciali per le carriere di tre persone che
si sono distinte nell'arte, nel cinema...Insomma, tre Oscar alla Carriera.
Per gli atti umanitari, ad Angelina Jolie, per aver risolto molti casi
di omicidio la famosa jettatrice Angela Lansbury, e, ma guarda un
comico, Steve Martin. Motivazione? Perché Steve Martin è molto
vicino a quello che è un santone della comicità. Okay, il premio che gli
sarà dato è differente al solito Oscar, si chiama Governors Awards e la
cerimonia non sarà quella che segue tutto il mondo ma una cena fra
intimi e colleghi, il prossimo 16 novembre - ma è pur sempre un tizio
nudo che si copre con una spada, un Oscar, e Martin, all'età di 68 anni,
ancora in forma nonostante il botulino, rientra in quella categoria che
raramente è stata premiata. L'altra sera, ospite da David Letterman, ha
ribadito questo mentre ironicamente il presentatore gli ricordava molti
comici premiati - Chaplin, Allen, Benigni - ma sta di fatto che
generalmente sono evitati come la peste. E quindi evviva per l'Oscar
alla Carriera per Martin.
E
che carriera è stata quella di Steve Martin? Lunga, faticosa ma che ha
raccolto molti frutti. E', indubbiamente, fra le persone che hanno rivoluzionato la comicità americana
negli anni '70, portandola a vette surreali e al limite della follia -
non a caso è stato spesso ospite dell'altra banda di matti che
pesantamente si imposero nel panorama come vere rockstar, il Saturday Night Live (memorabili alcuni sketch con Bill Murray, John Belushi e sopratutto con Dan Aykroyd,
che insieme crearono il numero dei due fratelli polacchi, i Festrunk
Brothers!), e per quanto molto bravo nella comicità verbale, Martin è
stato un pionere dello stand-up comedian presentandosi come il tipo
pazzo e selvaggio con molte gag visive: sul palcoscenico sembrava pronto
a saltare in aria. Fra i suoi meriti, quello di invitare i Blues Brothers
ad aprire un suo spettacolo nel 1978 - regalando loro un successo
enorme tanto che il live della serata registrato su disco venderà tre
milioni di copie, Briefcase Full of Blues. Martin nacque
anzitutto come apprendista mago, e nel parco Disneyland della Florida
iniziò la sua carriera facendo, ancora ragazzino, i suoi numeri per i
turisti. Scrittore comico per quel monumento di satira televisiva che fu
The Smothers Brothers Comedy Hour, cominciò a fare numerose
apparizioni nei programmi di Steve Allen, Johnny Carson, il già citato
SNL, il Muppet Show, per poi sbarcare nel cinema. Abituato ad anni di
solitario lavoro nello stand-up, Martin sposerà il mondo del cinema,
fatto di collaborazioni e lavoro di squadra, e il suo "coach" fu Carl Reiner: primo film, The Jerk (Lo Straccione, 1979), oggi conservato dall'American Film Institute.
Con Reiner - che prima di essere regista era stato comico e scrittore - realizzò altri tre film, Dead Men Don't Wear Plaid (Il mistero del cadavere scomparso).nel 1982, The Man with Two Brains (Ho perso la testa per un cervello) nel 1983 e All of Me (Ho sposato un fantasma) ne 1984. In seguito Martin realizza I Tre amigos! (1986) con Chevy Chase e Martin Short, regia di John Landis, e, nel 1987, due gioielli, Roxanne e Planes, Trains & Automobiles (Un biglietto in due), in coppia con il grande John Candy. Basterebbe questa lista per un Oscar. Continuo? Il padre della sposa (1991), Parenti, amici e tanti guai (1988), Moglie a sorpresa (1992) - dove fa coppia con un'altra matta, ma bravissima, Goldie Hawn, poi scelgo altri titoli fra i miei preferiti, Bowfinger (1999), divertente regia di Frank Oz, in coppia con Eddie Murphy, fino a quell'azzardato confronto con Peter Sellers con due film della Pantera Rosa. Alle spalle ha ben cinque special televisivi (uno, Steve Martin's Best Show Ever, del 1981, ha praticamente tutto il mondo della comicità di quel periodo), ha avuto l'onore di aprire uno special sui Monty Python in occasione dei venti anni dalla fondazione, Parrot Sketch Not Included (1989), tristemente noto perché Graham Chapman, uno dei Python, morì prima che la trasmissione andasse in onda. Ha vinto tre dischi di platino per i suoi live nel 1977-79 - ma oggi al massimo incide musica, con il suo strumento preferito, il banjo. Da Letterman ha commentato così il suo Oscar alla carriera, "Inutile dire quanto la cosa mi commuovi. La cosa più bella è che non puoi neanche perdere! Non c'è la scena... "E il vincitore...non sei tu!"..
Con Reiner - che prima di essere regista era stato comico e scrittore - realizzò altri tre film, Dead Men Don't Wear Plaid (Il mistero del cadavere scomparso).nel 1982, The Man with Two Brains (Ho perso la testa per un cervello) nel 1983 e All of Me (Ho sposato un fantasma) ne 1984. In seguito Martin realizza I Tre amigos! (1986) con Chevy Chase e Martin Short, regia di John Landis, e, nel 1987, due gioielli, Roxanne e Planes, Trains & Automobiles (Un biglietto in due), in coppia con il grande John Candy. Basterebbe questa lista per un Oscar. Continuo? Il padre della sposa (1991), Parenti, amici e tanti guai (1988), Moglie a sorpresa (1992) - dove fa coppia con un'altra matta, ma bravissima, Goldie Hawn, poi scelgo altri titoli fra i miei preferiti, Bowfinger (1999), divertente regia di Frank Oz, in coppia con Eddie Murphy, fino a quell'azzardato confronto con Peter Sellers con due film della Pantera Rosa. Alle spalle ha ben cinque special televisivi (uno, Steve Martin's Best Show Ever, del 1981, ha praticamente tutto il mondo della comicità di quel periodo), ha avuto l'onore di aprire uno special sui Monty Python in occasione dei venti anni dalla fondazione, Parrot Sketch Not Included (1989), tristemente noto perché Graham Chapman, uno dei Python, morì prima che la trasmissione andasse in onda. Ha vinto tre dischi di platino per i suoi live nel 1977-79 - ma oggi al massimo incide musica, con il suo strumento preferito, il banjo. Da Letterman ha commentato così il suo Oscar alla carriera, "Inutile dire quanto la cosa mi commuovi. La cosa più bella è che non puoi neanche perdere! Non c'è la scena... "E il vincitore...non sei tu!"..
Chiudo il post ricordando una scena che da bambino - e ancora oggi - mi fa morire dal ridere e proviene dal film Un biglietto in due.
Ricordate la scena che guidano di notte contromano, senza rendersene
conto? Quella scena l'ho ritrovata citata persino in una puntata de i
"Griffin", ma Candy che diventa, nel terrore di Martin, il Diavolo in
persona è da premio Oscar. E, per una volta, siamo stati bravi a
darglielo in vita.
(Nota finale sui doppiatori italiani: Michele Kalamera e Cesare Barbetti
sono state le voci migliori di Steve Martin; ma è stato doppiato con
effetti davvero curiosi da Marco Mete, Oreste Rizzini, Carlo Valli, Elio
Pandolfi)
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