Cosa significa essere agnostico
Gli agnostici sono atei?
No, un ateo, così come un cristiano, afferma che possiamo
sapere se Dio esiste o no. Un cristiano sostiene che Dio c'è; un ateo che non
c'è . Un agnostico, invece, si astiene dal giudicare, dicendo che non ci sono
basi sufficienti sia per affermarlo che per negarlo. Un agnostico può affermare
contemporaneamente che l'esistenza di Dio, per quanto non del tutto impossibile,
sia comunque alquanto improbabile. Può arrivare persino a dire che sia talmente
improbabile, che, in pratica, non vale la pena di prenderla in considerazione;
in tal caso, non si distacca molto dall'ateismo. Il suo atteggiamento può essere
quello che avrebbe un cauto filosofo nei confronti degli dèi dell'antica Grecia.
Se mi venisse chiesto di dimostrare che Zeus, Poseidone, Era, e il resto degli
dèi dell'Olimpo non esistono, potrei non riuscire a trovare argomenti del tutto
convincenti. Un agnostico può pensare che l'esistenza del Dio cristiano sia
tanto improbabile quanto quella degli dèi dell'Olimpo; in tal caso egli sarà,
dal punto di vista pratico, tutt'uno con gli atei.
Visto che negate la «Legge di Dio», quale altra autorità
accettate come regola di vita?
Un agnostico non accetta alcuna «autorità» nel senso in cui la
accettano le persone religiose. Un agnostico sostiene che dovrebbe creare da
solo le proprie regole di vita. Chiaramente cercherà di trarre profitto dalla
saggezza altrui, ma dovrà selezionare da solo le persone che riterrà sagge, e
non darà peso a ciò che esse dichiareranno indiscutibile. Si renderà conto che
quella che passa sotto il nome di «Legge di Dio» varia di volta in volta. La
Bibbia afferma che una donna non deve sposare il fratello del marito morto;
salvo in determinate circostanze, in cui invece deve farlo. Se avete la sfortuna
di essere una vedova senza figli con cognato scapolo, vi sarà logicamente
impossibile evitare di disobbedire alla «Legge di Dio».
Come giudica la Bibbia un agnostico?
Un agnostico giudica la Bibbia esattamente nello stesso modo in
cui Io fa il clero illuminato. No ritiene che sia stata creata per ispirazione
divina, non crede che le sue leggende riguardo la creazione siano più vere di
quanto non lo siano quelle di Omero. Pensa che i suoi insegnamenti morali siano
talvolta buoni, ma talvolta pessimi. Per esempio: durante una guerra, Samuele
ordinò a Saul di uccidere non solo ogni uomo, donna e bambino del nemico, ma
anche ogni pecora o bue. Saul, comunque, disobbedì, non uccidendo le pecore e i
buoi, e per questa ragione ci viene detto di condannano. Non sono mai stato
capace di ammirare Elisha per aver maledetto i bambini che avevano riso di lui,
o di credere (ed è ciò che asserisce la Bibbia) che un Dio veramente buono
avrebbe mai inviato due orse per uccidere quei bambini.
Come giudica un agnostico Gesù, l'Immacolata Concezione e la
Trinità?
Dato che un agnostico non crede in Dio, non può nemmeno credere
che Gesù fosse Dio. La maggior parte degli agnostici ammira la vita e gli
insegnamenti di Gesù riportati nel Vangelo, ma non più di quanto ammiri quelli
di certi altri uomini. Alcuni lo pongono allo stesso livello di Buddha, altri a
quello di Socrate, altri ancora a quello di Abraham Lincoln. Non pensano neppure
che sia indiscutibile ciò che Egli ha detto, dato che non accettano alcuna
autorità come assoluta.
Gli agnostici considerano l'Immacolata Concezione come una
dottrina ripresa dalla mitologia pagana, dove fenomeni del genere non erano
affatto inusuali. (Si racconta che Zoroastro fosse nato da una vergine; e
Ishtar, la dea babilonese, è chiamata la Santa Vergine.) Gli agnostici non
possono dare credito né a questa dottrina né a quella della Trinità, poiché
ambedue appaiono del tutto infondate se non si crede in Dio.
Può un agnostico essere anche cristiano?
La parola «cristiano» ha assunto significati diversi a seconda
dei tempi. Dall'avvento di Cristo in poi il termine è stato quasi sempre usato
per indicare colui che crede in Dio e nell'immortalità e che sostiene che Cristo
fosse anche Dio. Ciononostante anche gli unitariani si dichiarano cristiani,
sebbene non credano alla divinità di Cristo, e inoltre, oggigiorno, moltissime
persone usano la parola "Dio" con un significato molto più vago che in
passato.
Un agnostico crede nella vita futura, nel paradiso o
nell'inferno?
La questione della sopravvivenza degli esseri umani oltre la
morte è una di quelle di cui è possibile dare una dimostrazione. Alcuni
ritengono che l'indagine psicologica e lo spiritismo costituiscano una conferma
di tale dimostrazione. Un agnostico non prende posizione a riguardo, a meno che
non creda che vi sia una dimostrazione valida per l'una o l'altra ipotesi. In
quanto a me, non credo che vi sia alcuna buona ragione per credere alla vita
oltre la morte, ma sarei pronto a cambiare idea se mi venisse presentata una
valida dimostrazione del contrario.
Il paradiso e l'inferno sono un'altra cosa. Credere all'inferno
è strettamente legato al credere che la punizione vendicativa sia giusta, in
maniera del tutto indipendente da ogni effetto detenente o correzionale che la
cosa possa avere. Quasi nessun agnostico ci crede. Per quanto riguarda il
paradiso, invece, si può anche arrivare a concepire che un giorno sarà possibile
dimostrarne l'esistenza mediante lo spiritismo, ma la maggior parte degli
agnostici non ritiene la cosa possibile, pertanto non crede neanche al
paradiso.
Negando l'esistenza di Dio, vi succede mai di temerne il
giudizio?
Assolutamente no. Io nego anche l'esistenza di Zeus, di Giove,
di Odino e di Brahma, ma la cosa non provoca in me alcuna inquietudine. Vedo che
c'è una grandissima parte dell'umanità che ne nega l'esistenza senza subire
alcuna punizione visibile. E se Dio esistesse veramente, penso sarebbe assai
improbabile che Egli fosse così vanitoso da offendersi a causa di quanti
dubitano della Sua esistenza.
Come spiegano gli agnostici la bellezza e l'armonia della
natura?
Proprio non capisco dove siano tutta questa bellezza e
quest'armonia. Dappertutto nel regno animale le bestie si uccidono spietatamente
l'un l'altra. La maggior parte di esse viene crudelmente uccisa da un altro
animale, oppure muore lentamente di fame. Per quel che mi riguarda non riesco
proprio a vedere tutta questa grande bellezza e armonia nel verme solitario. E
non venitemi a dire che questa creatura è stata inviata per punire i nostri
peccati, perché il verme solitario si riscontra più frequentemente fra gli
animali che fra gli uomini. Credo che chi mi pone questa domanda si riferisca a
cose quali la bellezza del cosmo. Ma non si deve dimenticare che anche le stelle
ogni tanto esplodono, riducendo in polvere tutto ciò che le circonda. La
bellezza è comunque qualcosa di soggettivo, ed esiste solo negli occhi di colui
che la vede.
Che spiegazione danno gli agnostici dei miracoli e delle altre
rivelazioni dell'onnipotenza divina?
Gli agnostici non credono che vi sia alcuna prova dei
«miracoli» intesi come eventi contrari alle leggi della natura. Si sa per certo
che la fede nella guarigione aiuta, e in questo non vi è nulla di miracoloso. A
Lourdes alcune malattie possono essere curate, altre no. Quelle che possono
essere curate a Lourdes, probabilmente potrebbero essere curate da qualsiasi
altro medico di cui il paziente si fidi. Per quanto riguarda, invece, i racconti
relativi ad altri miracoli, come quello di Giosuè che ordina al sole di
fermarsi, gli agnostici li rifiutano, in quanto leggende, nonché attestazioni
del fatto che la religione sia fornitissima di episodi simili. La dimostrazione
dell'onnipotenza degli dèi greci in Omero non è meno valida di quella del Dio
cristiano della Bibbia.
In passato vi sono state vili e crudeli passioni contrarie alla
religione. Abbandonando i principi religiosi, credete che l'umanità possa
sopravvivere?
L'esistenza di vili e
crudeli passioni è innegabile, ma nella storia non riscontro alcun elemento che
dimostri che la religione si sia opposta a tali passioni. Al contrario, le ha
santificate, e a dato agli uomini la possibilità di indulgervi senza provare
rimorso. Vi sono state più persecuzioni crudeli nel cristianesimo che altrove.
Ciò che sembra poterle giustificare è il credo dogmatico. Benevolenza e
tolleranza sono sempre inversamente proporzionali alla forza del credo
dogmatico. Oggi è nata una nuova religione dogmatica: il comunismo. Gli
agnostici vi si oppongono, cosi come si oppongono a qualsiasi altro dogma. Le
caratteristiche persecutorie del comunismo di oggi sono tali e quali quelle del
cristianesimo dei secoli passati. Il fatto che il cristianesimo sia divenuto
sempre meno oppressivo, si deve soprattutto all'opera dei liberi pensatori che
hanno reso gli ortodossi molto meno ligi al dogma. Se ancora adesso lo fossero
tanto quanto lo erano una volta, si riterrebbe ancora giusto mandare al rogo gli
eretici. Quello spirito di tolleranza che i cristiani di oggi considerano
esclusivamente cristiano, in realtà è frutto di un atteggiamento che lascia
spazio ai dubbi e sospetta delle certezze assolute. Credo che chiunque studi la
storia in maniera obiettiva venga spinto ad ammettere che la religione ha
causato molte più sofferenze di quante non ne abbia ostacolate.
Quale è il significato della vita per un
agnostico?
Preferisco rispondere con un'altra domanda: cos'è il
significato del «significato della vita»? Presumo che con questa espressione ci
si riferisca a un generico scopo della vita. Non credo che la vita abbia un vero
e proprio fine. C'è e basta. Semmai sono gli esseri umani come individui ad
avere degli scopi, e non vi è nulla nell'agnosticismo che li spinga a
rinunciarvi. Ovviamente non possono essere certi di raggiungere i risultati
sperati, ma, d'altronde, un soldato che si rifiutasse di combattere a meno che
la vittoria non fosse cena verrebbe giudicato folle. Chi ha bisogno della fede
come sostegno per i propri fini è un debole, e non posso considerarlo tanto
degno di stima quanto chi accetta i suoi rischi, ammettendo la possibilità della
sconfitta.
La negazione della religione costituisce anche una negazione
del matrimonio e della castità?
Ancora una volta bisogna rispondere con un'altra domanda: chi
pone questa domanda crede forse che il matrimonio e la castità contribuiscano
alla felicità terrena, o forse pensa che nonostante causino miseria e sofferenza
quaggiù, costituiscano degli strumenti per accedere al paradiso? Chi è convinto
di quest'ultima ipotesi, si aspetterà senz'altro che l'agnosticismo porti
all'abbandono di quella che chiama virtù, ma dovrà anche ammettere che tale
virtù non costituisce una fonte di felicità per gli uomini finché vivono sulla
terra. Se invece sostiene la prima ipotesi, e cioè che vi sono argomenti terreni
a favore del matrimonio e della castità, deve anche riconoscere che tali
argomenti sono proprio quelli che stimolano gli agnostici. Gli agnostici non
assumono posizioni nette riguardo alla morale sessuale; però la maggior parte di
essi ammetterebbe che ci sono validi motivi contro uno sfrenato abbandono al
desiderio sessuale. Tuttavia farebbero risalire tali motivi a cause terrene, e
non a ipotetici comandi divini.
La fede nella sola ragione non è un credo pericoloso? La
ragione resta ineccepibile anche senza la legge spirituale e
morale?
Nessun uomo assennato, seppur agnostico, ha «fede nella sola
ragione». La ragione si occupa di dati di fatto, alcuni empirici, alcuni
soltanto dedotti. La questione della vita eterna e dell'esistenza di Dio ha a
che fare con dati di fatto, e l'agnostico sosterrà che dovranno essere prese in
esame nello stesso modo in cui si prenderebbe in esame la domanda «Ci sarà un
eclissi di sole domani?». Ma i dati di fatto da soli non ci dicono quali sono i
fini che dovremmo perseguire. E, nell’ambito dei fini, abbiamo bisogno di
qualcosa di più della ragione. L’agnostico cercherà i suoi fini nel proprio
cuore, e non in un'autorità esterna. Facciamo questo esempio: supponete di voler
andare in treno da New York a Chicago: userete la ragione per sapere a che ora
partono i treni per Chicago, ed è ovvio che chiunque pensasse di poterlo fare
mediante l'intuito o di possedere qualche facoltà interiore capace di dispensano
dal consultare l'orario, sarebbe assai sciocco. Tuttavia nessun orario al mondo
gli dirà mai se è saggio andare a Chicago. Senza dubbio per decidere se lo sia,
una persona dovrà tener conto di altri dati di fatto, ma al di là di questi
esisteranno sempre quei fini che giustificano il viaggio, e tali fini, tanto per
un agnostico, quanto per il resto degli uomini, appartengono a un regno che non
è quello della ragione, anche se non sono in contraddizione con esso. Il regno a
cui mi riferisco è quello delle emozioni, dei sentimenti e del desiderio.
Secondo voi qualsiasi religione è una forma di superstizione o
dogma? Qual è il fine delle religioni odierne? Verso quale religione nutrite più
rispetto, e perché?
Tutte le grandi organizzazioni religiose che hanno dominato
grandi masse di popolazioni hanno implicato quantità maggiori o minori di dogma,
tuttavia la parola "religione" non ha un significato ben definito. Il
confucianesimo, per esempio, potrebbe essere definito una religione, nonostante
non implichi alcun dogma. E anche in alcune forme del cristianesimo liberale gli
elementi del dogma sono ridotti al minimo.
Fra tutte le grandi religioni della storia preferisco il
buddismo, specialmente quello delle primissime forme, perché ha in sé il minor
numero di elementi persecutori.
Il comunismo rifiuta la religione come gli agnostici. Gli
agnostici sono comunisti?
Il comunismo non rifiuta la religione in quanto tale, rifiuta
semplicemente la religione cristiana, proprio come fa la religione musulmana. Il
comunismo, almeno quello nella forma portata avanti dal governo sovietico e dal
Partito Comunista, è un nuovo sistema di precetti dogmatici particolarmente
violenti e oppressivi, pertanto ogni vero agnostico dovrebbe opporvisi.
Gli agnostici ritengono che sia impossibile conciliare la
religione e la scienza?
La risposta ruota attorno al significato della parola
"religione". Se per religione si intende solo un insieme di regole etiche,
allora sì, le due cose si possono conciliare. Se invece per religione si intende
un sistema di dogmi, allora la religione risulta incompatibile con lo spirito
scientifico, che rifiuta di accettare come dati di fatto cose che non siano
dimostrabili, e ritiene che la certezza assoluta sia difficilmente
raggiungibile.
Che tipo di prova potrebbe convincerla che Dio esiste?
Credo che se udissi una voce dal cielo predire tutto quello che
mi accadrà nelle prossime ventiquattro ore, compresi gli eventi ritenuti
altamente improbabili, e se poi vedessi avverarsi tutti questi eventi, allora
potrei per lo meno convincermi che esiste qualche mente sovrumana. Posso
immaginare molte altre prove di questo tipo in grado di convincermi, ma per
quanto io ne sappia nessuna di esse esiste davvero.
Prefazione a: Perché non sono
cristiano
Si È DETTO che la mia avversione all'ortodossia
religiosa si sia attenuata. Questa voce è completamente infondata. Penso che
tutte le grandi religioni del mondo: buddismo, induismo, cristianesimo,
islamismo e comunismo, siano, a un tempo, false e dannose. A rigor di logica,
poiché contrastano fra loro, non più di una dovrebbe essere quella vera. Con
pochissime eccezioni, la religione che l'uomo accetta è la stessa professata
dalla comunità dove vive, sicché è l’influenza dell'ambiente che lo spinge ad
accettarla. E’ vero che gli scolastici inventarono argomenti logici per provare
l'esistenza di Dio, e che questi vennero accettati da molti eminenti filosofi;
ma si appoggiavano alla logica aristotelica, ora rigettata da quasi tutti i
pensatori, tranne certuni, come i cattolici. Uno di questi argomenti non
assolutamente logico: l’argomento del fine delle cose, che, peraltro, fu
demolito da Darwin; e, in ogni caso, potrebbe divenire logicamente accettabile a
condizione che si neghi l'onnipotenza di Dio.
Lasciando da parte la logica, trovo strano si possa pensare che
una divinità onnipotente, onnisciente e benevola abbia preparato il mondo da
nebulose senza vita, in tanti milioni di anni, per poi ritenersi
soddisfatta dall'apparizione finale di Hitler, Stalin e della bomba H.
Una cosa è chiedersi se una religione è vera, altra se è utile. Io sono
fermamente convinto ce le religioni, come sono dannose, così sono false. Il
danno arrecato da una religione è di due specie: uno dipende dalla natura
generica della fede, l’altro dalla natura particolare dei dogmi accettati. Per
quanto riguarda la natura della fede, si ritiene virtuoso credere, avere cioè
una convinzione che non tentenna di fronte a evidenze contrarie, e se 1'evidenza
contraria fa sorgere dubbi, ritenere di doverli sopprimere. Per tali motivi, non
si permette ai giovani di ascoltare discussioni, in Russia, a favore del
capitalismo, o, in America, a favore del comunismo. Questo conserva la fede di
entrambi intatta e pronta per una guerra micidiale. La convinzione che è
importante credere questo o quello senza ammettere libere indagini, è comune a
quasi tutte le religioni, e ispira tutti i sistemi di educazione statale. Ne
consegue che il pensiero dei giovani viene soffocato e indirizzato a una
fanatica ostilità contro coloro che hanno altri fanatismi e, anche più
violentemente, contro coloro che a qualsiasi fanatismo si oppongono.
L'inveterata consuetudine di basare le convinzioni
sull'evidenza e di dare ad esse soltanto quel grado di certezza, che l'evidenza
garantisce, sarebbe un rimedio, se divenisse generale, per tutti i mali che
affliggono il mondo.
Attualmente, però, nella maggior parte dei paesi, l'educazione
mira a impedire lo sviluppo di tale consuetudine gli uomini che si rifiutano di
credere in sistemi basati su dogmi infondati, non sono ritenuti idonei
all'educazione della gioventù. I Mali che ci sovrastano non sono prerogativa di
un particolare credo, ma sono caratteristici, indistintamente di qualsiasi credo
dogmatico.
Nella maggior parte delle religioni ci sono, inoltre,
specifiche dottrine etiche che arrecano un danno ben determinato. Se la condanna
del cattolicesimo al controllo delle nascite potesse prevalere, essa renderebbe
impossibile la diminuzione della povertà e l'abolizione delle guerre. La
credenza indù che la vacca sia un animale sacro e che per la vedova sia immorale
risposarsi è fonte di inutili sofferenze. Il dogma comunista nella dittatura di
una minoranza ha causato orrori senza fine. Si sente dire che soltanto il
fanatismo può rendere efficiente un gruppo sociale. Ma questo dogma è in
contrasto con le lezioni della storia. In ogni caso, soltanto coloro che
servilmente adorano il successo possono, credere che l'efficienza sia di per se
stessa cosa ammirevole senza tener conto di quanto sangue essa grondi. Da parte
mia, penso che è meglio fare un poco di bene piuttosto che molto male. Il mondo
che io auspico dovrebbe essere libero da faziose incomprensioni, e consapevole
che la felicità per tutti nasce dalla collaborazione e non dalla discordia.
L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei
giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati
a protteggerla, nella vita, contro i pericoli dell'evidenza imparziale. Il mondo
necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che
siano.
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