Per l'ultimo articolo sull'omossesualità, cerchiamo di seguire l'insegnamento ellenico.
Il problema dell'omosessualità non deve essere quello di doversi considerare per forza "normali", poiché la realtà naturale non dice che lo si è, invece il discorso filosofico deve portare all'accettazione del problema della diversità, alla serena convivenza senza vergogna con sè stessi innanzitutto.
Le associazioni, i movimenti, le manifestazioni ed i fenomeni di massa di qualsiasi genere, sembrano non essere improntati a riunire persone che la pensano allo stesso modo, bensì più a voler cambiare il modo di pensare degli altri, ed è da questo comportamento che si passa dalla diatriba alla guerra.
Atei contro credenti, omosessuali contro etero, cattolici prima contro gli omosessuali poi adesso a favore.
Tollerare significa essere pazienti e rispettosi verso qualcosa con cui non siamo d'accordo.
Non si può tollerare un qualcosa che invece è sbagliato a priori.
Però come può l'uomo dire a priori cosa è giusto o sbagliato?
Allora sono inutili e sciocche le leggi, le convenzioni sociali, le tradizioni, i millenni di storia, i morti ed i vivi, gli insegnamenti delle guerre? Non mettono in luce queste cose le verità ultime?
Diciamo che non bisogna tollerare gli intolleranti, gli sfaticati, gli ipocriti e chi dice menzogne ed agisce per seconde finalità.
Le riforme, le innovazioni, il progresso, tutto quello che possiamo chiamare modernità, cerchiamo di attuarli con moderazione, con un guadagno, una possibilità di prova alla volta.
Un passo alla volta.
Del resto, conquiste importanti, anzi fondamentali come quelle dei lavoratori, sul rispetto dei diritti della persona, sulle abolizioni delle forme di schiavitù e discriminazioni varie sono state raggiunte, giusto? Con il sangue e la pazienza, giusto?
Allora, anche gli omosessuali, che non devono essere nemmeno in minima maniera discriminati, ma che si devono loro rendere comunque conto di essere una variante al trend comune (nuova e moderna definizione), senza vergogna loro e senza stupore e paura noi, devono essere anche pazienti e tolleranti.
Tutto si aggiusta, anche l'Italia stessa piano piano si aggiusterà.
Le leggi ci sono, e se quelle sulle tasse sono sbagliate, rispettiamo almeno quelle sulla civile convivenza.
LexMat
Da "http://pietromelis.blogspot.it" :
venerdì 20 settembre 2013
LE MIRABILI CONFUSIONI DI PAPA FRANCESCO:
AVANTI. VI E' POSTO PER TUTTI NELLA CHIESA (E IN PARADISO).
UN PAPA SCHIZOFRENICO.
INCREDIBILE LA SUA ULTIMA STRONZATA.
Qualcuno mi ha accusato di essere
volgare usando il termine "stronzata". A mia giustificazione dico che
evidentemente si ignora che questo termine è entrato nel linguaggio
filosofico almeno da quando il filosofo statunitense Harry G. Frankfurt
scrisse il suo best seller intitolato On bullshit e tradotto letteralmente in italiano con il titolo Stronzate (Rizzoli
2005). Secondo Frankfurt bisogna distinguere tra menzogne e stronzate.
Le menzogne sono proposizioni che non sono prive di pensiero logico ma
che tuttavia risultano false alla verifica. Le stronzate sono
proposizioni che normalmente sono luoghi comuni di dire prive di
pensiero logico, che tuttavia la gente impiega senza accorgersi della
mancanza di senso linguistico. Le stronzate, dunque, non hanno bisogno
di una verifica empirica perché si negano da se stesse.
Ciò premesso si può cogliere una grande stronzata in ciò che ha detto il papa dicendo:
"Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!".
Io mi domando: come è possibile che anche uno come il papa possa fare simili affermazioni senza vederne le conseguenze?
Se il papa è coerente con la sua fede nell'esistenza di Dio deve ammettere anche che Dio è onnipotente e preveggente. Pertanto come è possibile riferirsi a tutti i bambini mai nati? Come se la loro futura vita, se fossero nati, sarebbe stata comunque un guadagno per la Terra. Trascuriamo pure (anche se non affatto trascurabile) il sovraffolamento della Terra (vi sono almeno 5 miliardi di individui in più su questa martoriata e antropizzata Terra, che, date le risorse alimentari, potrebbe sostenerne bene solo 2 miliardi (secondo certi studi). Se ogni bambino mai nato fosse un guadagno per la Terra allora sarebbero un guadagno per la Terra anche quei bambini che da adulti diventano dei criminali. E come può un Dio trovare il suo volto anche in un bambino futuro criminale pur conoscendo, perché dotato di preveggenza, la sua vita futura? Ma trascuriamo anche la preveggenza. Tutti i criminali sono stati dei bambini. Non sarebbe stato meglio che questi criminali non fossero mai nati? Perché il Dio cristiano (l'unico Dio vero secondo il papa) avrebbe permesso da masochista la nascita di Maometto, la peggiore disgrazia della storia? O il Dio cristiano trovò il suo volto anche in un pazzo come Maometto, cioè nel peggiore nemico del cristianesimo, come purtroppo anche oggi la storia dimostra? Non basta. Non sarebbe stato forse meglio che Hitler non fosse mai nato? Non sarebbe stato meglio che la madre lo avesse abortito? Pensate: fu la causa di 40 milioni di morti (ma comprese le decine di milioni di morti tedeschi) durante la II guerra mondiale. Eppure, come conseguenza della stronzata del papa, Dio avrebbe trovato il suo volto anche in quello del bambino Hitler. Se non vi ha ritrovato poi il suo volto bisogna dire che Dio non è preveggente e che, viste poi come andarono le cose, Dio si sia sbagliato nel vedere il proprio volto in quello di Hitler bambino e che avrebbe preferito che non fosse mai nato. Per essere imparziale lo stesso discorso deve essere fatto su Stalin. Ho terminato di leggere La guerra di Hitler di David Irving (Ed. Il Settimo Sigillo, 2001). A p. 882 si legge che "per la prima volta si poté constatare quali massacri avessero commesso i sovietici della Undecesima Armata della Guardia. Leggiamo dal diario del generale Kreipe: 'Visitato il corpo corazzato Hermann Goering, che sta combattendo a Gumbinnen...A Nemmendorf e nei pressi, donne e bambini crocifissi sulle porte delle case e fucilati. Ordine di scattare fotografie per avere delle prove...Una delle segretarie di Hitler scrisse: 'Il Fuehrer ha perduto il buon umore...Si vedeva che faceva uno sforzo per cancellare dalla memoria quelle fotografie e quei rapporti arrivati dal fronte orientale. Donne stuprate, bambini massacrati...Ha giurato di vendicarsi. Non sono esseri umani, ripeteva, sono belve delle steppe asiatiche, e la mia guerra contro di loro è una guerra combattuta per la dignità degli europei. Una vittoria contro quella gente non ha prezzo". Si era nell'ottobre del 1944. Pertanto Dio non poteva certamente vedere il suo volto nemmeno in quello del bambino Stalin.
Ma la gente non si accorge di queste stronzate perché provengono dal papa. Il fatto è che non se ne accorgono nemmeno i non credenti perché non ho mai letto una critica a questa stronzata.
Vi sarebbero poi altre considerazioni da fare sul senso della vita e sulla comunissima stronzata (comune ai non credenti) dell'espressione "il dono della vita". Anche qui siamo in presenza di una assoluta mancanza di senso logico. Infatti il dono implica un donatore e un ricevente. Dove sta il ricevente? Manca. Tranne che qualche cretino dica che sia uno dei milioni di spermatozoi che corrono verso l'ovulo per suicidarsi tranne uno o poco più di uno in caso di parto gemellare o plurigemellare non monozigote. Il concepimento è il risultato di una tremenda selezione naturale tra milioni di spermatozoi. Sa forse Dio quale arriverà per primo a congiungersi con l'ovulo? Vi immaginate un Dio guardone occupato continuamente a vedere sulla Terra ogni secondo milioni di coppie che scopano per fare un figlio per riconoscere il suo volto in quello spermatozoo che è riuscito a congiungersi con l'ovulo? Io non riesco ad immaginarmelo. Ma evidentemente il papa riesce anche a concepire un simile Dio oppure non ci ha pensato.
Quanto al senso della vita, qui il discorso è tragico. Nessuno ha chiesto di nascere per provenire dal nulla e finire...dove? Ecco la soluzione del credente:l'immortalità dell'anima. Ma io non riesco ad immaginarmi una vita, se pur beata, di puro spirito. Non ho detto gioia. Ho detto noia, direbbe Califano. Un'eternità di noia. Tremendo. Il filosofo Ludwig Buchner (Forza e materia) si domandò a questo proposito: è più angosciante il pensiero che dopo la morte vi è il nulla o non è ancor più angosciante il pensiero che dopo morti, divenendo immortali, non possiamo più morire? Non so dare una risposta. Certo è che la non credente Oriana Fallaci (Lettera a un bambino mai nato) colse in pieno il non senso della vita dando la parola al suo figlio abortito involontariamente. Il figlio la ringrazia per non averlo fatto nascere risparmiandogli l'esperienza della morte. Ogni genitore consegna al figlio il testimone della morte in una interminabile corsa a staffetta. Verso...che cosa?
E qui si innesta un'altra paradossale conseguenza della stronzata del papa, preceduto in ciò da Giovanni Paolo II, che nel documento Evangelium vitae, rivolgendosi alle donne che avevano abortito, scrisse che i loro mancati figli erano stati "accolti nella gloria di Dio" (testualmente). Ma allora l'aborto diventa una fabbrica di anime beate. Pensate che cosa sarebbe successo a Hitler se la madre lo avesse abortito: oggi sicuramente sarebbe in paradiso come anima beata, mentre è difficile pensare che lo sia diventato il 30 aprile 1945 quando si suicidò nel bunker di Berlino dopo avere causato tanto disastro. Dunque perché condannare l'aborto se il feto abortito ha la sicurezza di diventare un'anima beata? A che serve una vita di sia pur 100 anni di fronte ad una eternità beata? Dice Dante che la nostra vita è un battere di ciglia di fronte all'eternità. Forse Dio non sopporta che una mancata madre abortendo lo freghi spedendogli di forza in paradiso un mancato figlio senza che questo sia stato prima messo da Dio alla prova della vita da adulto? Passo ad altro.
Questo papa ha la capacità di scrivere e parlare dicendo nulla. Non si capisce mai che cosa voglia dire. Ha una tale confusione in testa che gli deriva dalla mancanza di una preparazione dottrinale. Gioca sulle emozioni della folla ma è privo di pensiero. Per questo Benedetto XVI non ha mai avuto popolarità. Era ed è un uomo di pensiero. E mi meraviglio del fatto che Benedetto XVI non intervenga in privato presso questo papa per evitare che continui a dire sciocchezze ed ad aumentare la confusione nei credenti nel suo tentativo di aprirsi ai non credenti. E, vista la crisi della Chiesa, finirà con il considerare cristiani anche gli islamici. Dovrebbe leggersi l'Epistola ai Romani di S. Paolo per capire che la fede (la grazia) è un dono di Dio perché l'iniziativa non è mai umana. Dunque chi non ha avuto questo dono sia lasciato in pace. Ma contraddittoriamente S. Paolo andava a predicare. A che serviva infati convertirsi se già Dio, dice Paolo, ha stabilito da sempre chi si sarebbe salvato? Scrive infatti nell'Epistola ai Romani, documento fondativo del cristianesimo: "Beato l'uomo del cui peccato Dio non tiene conto (4,7)...Coloro che predeterminò anche chiamò; quelli che chiamò, questi anche giustificò; quelli poi che giustificò anche glorificò (8,30); Usa misericordia con chi vuole e fa grazia a chi vuole"(9,14)...Questa è la fondamentale contraddizione del cristianesimo. Lutero, ex frate agostiniano (S. Agostino prese da S. Paolo la dottrina della predeterminazione), quando aveva vent'anni venne a Roma per fare in ginocchio la Scala Santa e acquisire così dei benefici (indulgenze) secondo quanto prometteva la Chiesa di Roma. Ma quando arrivò all'ultimo gradino, stando ancora inginocchiato, si domandò: sarà servito a qualcosa? Gli erano già nati i primi dubbi circa la validità delle opere ai fini della salvezza. E infatti rimase famosa la frase di Lutero: "pecca fortiter sed fortius crede" (pecca fortemente ma credi ancore più fortemente). Tanto Dio ha già stabilito dall'eternità chi si salverà tramite la grazia, che egli concede a chi vuole, indipendentemente dalle opere.
Ciò premesso si può cogliere una grande stronzata in ciò che ha detto il papa dicendo:
"Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!".
Io mi domando: come è possibile che anche uno come il papa possa fare simili affermazioni senza vederne le conseguenze?
Se il papa è coerente con la sua fede nell'esistenza di Dio deve ammettere anche che Dio è onnipotente e preveggente. Pertanto come è possibile riferirsi a tutti i bambini mai nati? Come se la loro futura vita, se fossero nati, sarebbe stata comunque un guadagno per la Terra. Trascuriamo pure (anche se non affatto trascurabile) il sovraffolamento della Terra (vi sono almeno 5 miliardi di individui in più su questa martoriata e antropizzata Terra, che, date le risorse alimentari, potrebbe sostenerne bene solo 2 miliardi (secondo certi studi). Se ogni bambino mai nato fosse un guadagno per la Terra allora sarebbero un guadagno per la Terra anche quei bambini che da adulti diventano dei criminali. E come può un Dio trovare il suo volto anche in un bambino futuro criminale pur conoscendo, perché dotato di preveggenza, la sua vita futura? Ma trascuriamo anche la preveggenza. Tutti i criminali sono stati dei bambini. Non sarebbe stato meglio che questi criminali non fossero mai nati? Perché il Dio cristiano (l'unico Dio vero secondo il papa) avrebbe permesso da masochista la nascita di Maometto, la peggiore disgrazia della storia? O il Dio cristiano trovò il suo volto anche in un pazzo come Maometto, cioè nel peggiore nemico del cristianesimo, come purtroppo anche oggi la storia dimostra? Non basta. Non sarebbe stato forse meglio che Hitler non fosse mai nato? Non sarebbe stato meglio che la madre lo avesse abortito? Pensate: fu la causa di 40 milioni di morti (ma comprese le decine di milioni di morti tedeschi) durante la II guerra mondiale. Eppure, come conseguenza della stronzata del papa, Dio avrebbe trovato il suo volto anche in quello del bambino Hitler. Se non vi ha ritrovato poi il suo volto bisogna dire che Dio non è preveggente e che, viste poi come andarono le cose, Dio si sia sbagliato nel vedere il proprio volto in quello di Hitler bambino e che avrebbe preferito che non fosse mai nato. Per essere imparziale lo stesso discorso deve essere fatto su Stalin. Ho terminato di leggere La guerra di Hitler di David Irving (Ed. Il Settimo Sigillo, 2001). A p. 882 si legge che "per la prima volta si poté constatare quali massacri avessero commesso i sovietici della Undecesima Armata della Guardia. Leggiamo dal diario del generale Kreipe: 'Visitato il corpo corazzato Hermann Goering, che sta combattendo a Gumbinnen...A Nemmendorf e nei pressi, donne e bambini crocifissi sulle porte delle case e fucilati. Ordine di scattare fotografie per avere delle prove...Una delle segretarie di Hitler scrisse: 'Il Fuehrer ha perduto il buon umore...Si vedeva che faceva uno sforzo per cancellare dalla memoria quelle fotografie e quei rapporti arrivati dal fronte orientale. Donne stuprate, bambini massacrati...Ha giurato di vendicarsi. Non sono esseri umani, ripeteva, sono belve delle steppe asiatiche, e la mia guerra contro di loro è una guerra combattuta per la dignità degli europei. Una vittoria contro quella gente non ha prezzo". Si era nell'ottobre del 1944. Pertanto Dio non poteva certamente vedere il suo volto nemmeno in quello del bambino Stalin.
Ma la gente non si accorge di queste stronzate perché provengono dal papa. Il fatto è che non se ne accorgono nemmeno i non credenti perché non ho mai letto una critica a questa stronzata.
Vi sarebbero poi altre considerazioni da fare sul senso della vita e sulla comunissima stronzata (comune ai non credenti) dell'espressione "il dono della vita". Anche qui siamo in presenza di una assoluta mancanza di senso logico. Infatti il dono implica un donatore e un ricevente. Dove sta il ricevente? Manca. Tranne che qualche cretino dica che sia uno dei milioni di spermatozoi che corrono verso l'ovulo per suicidarsi tranne uno o poco più di uno in caso di parto gemellare o plurigemellare non monozigote. Il concepimento è il risultato di una tremenda selezione naturale tra milioni di spermatozoi. Sa forse Dio quale arriverà per primo a congiungersi con l'ovulo? Vi immaginate un Dio guardone occupato continuamente a vedere sulla Terra ogni secondo milioni di coppie che scopano per fare un figlio per riconoscere il suo volto in quello spermatozoo che è riuscito a congiungersi con l'ovulo? Io non riesco ad immaginarmelo. Ma evidentemente il papa riesce anche a concepire un simile Dio oppure non ci ha pensato.
Quanto al senso della vita, qui il discorso è tragico. Nessuno ha chiesto di nascere per provenire dal nulla e finire...dove? Ecco la soluzione del credente:l'immortalità dell'anima. Ma io non riesco ad immaginarmi una vita, se pur beata, di puro spirito. Non ho detto gioia. Ho detto noia, direbbe Califano. Un'eternità di noia. Tremendo. Il filosofo Ludwig Buchner (Forza e materia) si domandò a questo proposito: è più angosciante il pensiero che dopo la morte vi è il nulla o non è ancor più angosciante il pensiero che dopo morti, divenendo immortali, non possiamo più morire? Non so dare una risposta. Certo è che la non credente Oriana Fallaci (Lettera a un bambino mai nato) colse in pieno il non senso della vita dando la parola al suo figlio abortito involontariamente. Il figlio la ringrazia per non averlo fatto nascere risparmiandogli l'esperienza della morte. Ogni genitore consegna al figlio il testimone della morte in una interminabile corsa a staffetta. Verso...che cosa?
E qui si innesta un'altra paradossale conseguenza della stronzata del papa, preceduto in ciò da Giovanni Paolo II, che nel documento Evangelium vitae, rivolgendosi alle donne che avevano abortito, scrisse che i loro mancati figli erano stati "accolti nella gloria di Dio" (testualmente). Ma allora l'aborto diventa una fabbrica di anime beate. Pensate che cosa sarebbe successo a Hitler se la madre lo avesse abortito: oggi sicuramente sarebbe in paradiso come anima beata, mentre è difficile pensare che lo sia diventato il 30 aprile 1945 quando si suicidò nel bunker di Berlino dopo avere causato tanto disastro. Dunque perché condannare l'aborto se il feto abortito ha la sicurezza di diventare un'anima beata? A che serve una vita di sia pur 100 anni di fronte ad una eternità beata? Dice Dante che la nostra vita è un battere di ciglia di fronte all'eternità. Forse Dio non sopporta che una mancata madre abortendo lo freghi spedendogli di forza in paradiso un mancato figlio senza che questo sia stato prima messo da Dio alla prova della vita da adulto? Passo ad altro.
Questo papa ha la capacità di scrivere e parlare dicendo nulla. Non si capisce mai che cosa voglia dire. Ha una tale confusione in testa che gli deriva dalla mancanza di una preparazione dottrinale. Gioca sulle emozioni della folla ma è privo di pensiero. Per questo Benedetto XVI non ha mai avuto popolarità. Era ed è un uomo di pensiero. E mi meraviglio del fatto che Benedetto XVI non intervenga in privato presso questo papa per evitare che continui a dire sciocchezze ed ad aumentare la confusione nei credenti nel suo tentativo di aprirsi ai non credenti. E, vista la crisi della Chiesa, finirà con il considerare cristiani anche gli islamici. Dovrebbe leggersi l'Epistola ai Romani di S. Paolo per capire che la fede (la grazia) è un dono di Dio perché l'iniziativa non è mai umana. Dunque chi non ha avuto questo dono sia lasciato in pace. Ma contraddittoriamente S. Paolo andava a predicare. A che serviva infati convertirsi se già Dio, dice Paolo, ha stabilito da sempre chi si sarebbe salvato? Scrive infatti nell'Epistola ai Romani, documento fondativo del cristianesimo: "Beato l'uomo del cui peccato Dio non tiene conto (4,7)...Coloro che predeterminò anche chiamò; quelli che chiamò, questi anche giustificò; quelli poi che giustificò anche glorificò (8,30); Usa misericordia con chi vuole e fa grazia a chi vuole"(9,14)...Questa è la fondamentale contraddizione del cristianesimo. Lutero, ex frate agostiniano (S. Agostino prese da S. Paolo la dottrina della predeterminazione), quando aveva vent'anni venne a Roma per fare in ginocchio la Scala Santa e acquisire così dei benefici (indulgenze) secondo quanto prometteva la Chiesa di Roma. Ma quando arrivò all'ultimo gradino, stando ancora inginocchiato, si domandò: sarà servito a qualcosa? Gli erano già nati i primi dubbi circa la validità delle opere ai fini della salvezza. E infatti rimase famosa la frase di Lutero: "pecca fortiter sed fortius crede" (pecca fortemente ma credi ancore più fortemente). Tanto Dio ha già stabilito dall'eternità chi si salverà tramite la grazia, che egli concede a chi vuole, indipendentemente dalle opere.
Che cosa ha detto il papa sul
divorzio e
l'omosessualità? Non si capisce come la pensi. Ci gira intorno con
frasi elusive come: chi sono io per giudicare? Il fatto è che anche
i Vangeli sono pieni di contraddizioni. Da una parte dice Gesù: "non
giudicate se non volete essere giudicati". Ma allora dobbiamo
abolire
i tribunali? Dall'altra dice: "chi non è con me è contro di me"; chi
non mi riconoscerà tra gli uomini io non lo riconoscerò pesso il Padre;
Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvo: chi invece non crederà, sarà condannato» (Mt.
16,16).". Frasi
terribili che non lasciano speranza ai non credenti. Uno può non
essere con Gesù ma nemmeno contro Gesù. E allora? Ma Gesù afferma
che non vi è via di mezzo. Che si significa
poi essere con Gesù? Essere d'accordo su tutte le sue
contraddizioni? A quelli
che volevano lapidare la prostituta dice: chi è senza peccato scagli
la prima pietra. Poi assolve la prostituta a condizione di non
peccare più. Ma agli apostoli che gli avevano domandato quante volte
avessero dovuto perdonare risponde: 70 volte 7, per dire sempre. Ma
allora la prostituta avrebbe potuto continuare a fare il suo mestiere e
continuare a pentirsi sin all'ultimo giorno? Discriminava i credenti dai
non credenti ma poi aggiungeva di amare anche i nemici. Che
razza di figlio di Dio era costui che navigava tra incredibili
contraddizioni? Che credibilità poteva avere? La prima condizione della
credibilità che ognuno deve rispettare e che non cada in contraddizioni.
Altrimenti è meglio che taccia per sempre.
Quanto agli omosessuali questo papa
Francesco non ha detto alcunché di chiaro. Si è limitato a
dire: chi sono io per poter giudicare? Ma in questo modo si è messo
contro il non citato Catechismo della Chiesa che considera
l'omosessualità una depravazione, una deviazione dalla natura. Gesù,
invece, su questo punto è stato chiaro. Solo rispetto a coloro che non
si fossero convertiti i sodomiti avrebbero avuto una punizione
inferiore. Dice infatti (Matteo, 10, 17):
"Entrando nella casa, rivolgetele il
saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di
essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno
poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da
quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In
verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra
avrà una sorte più sopportabile di quella città”.
E allora come la mettiamo con gli omosessuali?
D'altra parte, poiché omosessuali si
nasce e non si diventa (come dimostrato scientificamente, e come ho
scritto in altro articolo, citando del biologo francese Jean-Didier
Vincent Che cos'è l'uomo, Garzanti 2005 ), dell'asserita
depravazione dovrebbe essere responsabile Dio stesso, se egli è il
creatore della natura, pur con tutte le sue imperfezioni, a cominciare
dalle malattie genetiche del DNA, le cui impefezioni sarebbero
all'origine della stessa omosessualità. Da qui nasce l'irrisolvibile
dilemma teologico, che fu bene messo in luce dal filosofo positivista
dell'800 John Stuart Mill: Se Dio è onnipotente non è buono perché
sarebbe autore anche del male (fisico); se non è autore del male non è
onnipotente. E dunque negherebbe la sua stessa esistenza. Mi viene in
mente una frase dello scrittore Stefano Benni: "io non so se Dio esista.
Ma so che, se non esistesse, ci farebbe una figura migliore".
Le contraddizioni dei Vangeli si
spiegano con il fatto che essi nascondono una verità storica (al di là
delle favole raccontate dagli anonimi autori dei Vangeli, che non sono
gli evangelisti). Gesù era a capo di una setta di rivoluzionari che si
battevano per l'indipendenza della Palestina contro l'occupazione
romana.
Leggere per esempio
Il Vangelo secondo Matteo
18/lug/2006 - Questa è, tra l'altro, la prima volta che si parla dei Dodici Apostoli. Il… ... di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
Leggere i commenti all'articolo "Aborti e divorziati" del Corriere della sera: essi si dividono tra elogiatori e critici di ciò che va dicendo l'attuale papa. Molti critici dicono che questo papa è un confusionario, altri critici dicono che sta rovinando la Chiesa, e tra questi alcuni dicono che sta aprendo la Chiesa a tutti (si potrebbe dire a cani e porci, che sono migliori di molta umanità) rendendo così inutile l'appartenenza alla Chiesa stessa se questa, a parole, è disposta ad accogliere tutti, credenti e non credenti, peccatori e non peccatori. Ma che cosa voglia dire precisamente questo papa non si sa. Ha introdotto una tale confusione che il credente non sa più in che cosa si distingua dal non credente. Anche se non ha mai preso espressamente posizione contro, per esempio, la tradizionale condanna dell'uso del preservativo, dell'aborto, del divorzio, dell'omosessualità.Se la cava dicendo che la Chiesa è madre di tutti, che Dio è misericordioso etc. Forse per questo, non volendosi porre al posto di Dio, ha detto: chi sono io per poter giudicare? Ma la Chiesa ha sempre giudicato. Anche con il Catechismo ultimo (1999). Allora questo papa sta dentro la Chiesa o ne sta fuori? Non si riesce a capirlo. Con il voler abbracciare tutti (a parole) dà l'impressione di essere solo uno schizofrenico. L'unica cosa giusta che ha detto il papa è riferita al danaro, che oggi è fonte della peggiore idolatria e dei peggiori delitti. Ma con ciò non ha detto alcunché di nuovo, essendo una verità così evidente che non dovrebbe avere bisogno del papa per essere sostenuta.Il papa domenica sarà a Cagliari in mezzo ad una folla di decine di migliaia di ebeti plaudenti. Ma perché ci vanno? Che ci gudagnano? Per dire "quel giorno c'ero anch'io?". Se un redivivo Einstein venisse a Cagliari quante persone vi sarebbero per vederlo dal vivo? Al massimo poche centinaia. Basti considerare questo per capire quanto sia stronza questa umanità. Il quotidiano di Cagliari L'unione Sarda non si è fatto scappare l'occasione per vendere a 6 euro il Papa-kit più il prezzo del giornale. Questa non è spiritualità, è folklore da baraccone. Il Comune di Cagliari mi dica quanto ha speso anche con le mie tasse per organizzare questa grande teatrata. Ho visto dei vigili rimuovere tante auto con il carro attrezzi per lasciare libere le strade del centro anche per asserite ragioni di sicurezza (multa conseguente di 160 euro più il disturbo di andare a ritirare l'auto nell'autoparco con conseguente perdita di tempo). Ho detto ad un vigile: mi immagino quanto saranno contenti i proprietari di queste auto. E il vigile: tutti soldi che andranno a beneficio del papa. Non è vero. Li incasserà il Comune. I proprietari delle auto dovranno maledire il papa. Una città in subbuglio a causa di questo stronzo di papa. E questo vigile mi ha risposto: vade retro satana. Lei è un ignorante, gli ho risposto.
giovedì 5 settembre 2013
UN MOTIVO IN PIU' PER LIBERARCI DELLA NEGRA KYENGE E RISPEDIRLA IN CONGO A CALCI IN CULO.
SI INTEGRI IN AFRICA, DOVE HA LA SUA PATRIA.
CHE MUOIA QUESTO GOVERNO CON TUTTI I FILISTEI.
SPERANDO CHE NON VINCA IL PD (PARTITO DELLA DISGRAZIA)
Ho già trattato della questione
incredibile riguardante la proposta di una consigliera comunale di
Venezia (Camilla Seibezzi, per cui rinvio ad mio precedente articolo)
che ha proposto di sostituire a padre e madre genitore1 e genitore2.
Ebbene, la negraccia ha subito fatto sua la proposta. Così crede questa
imbecille, con un cervello inferiore a quello di un orango, di portare
avanti il suo scellerato progetto di integrazione, mentre dovrebbe
essere lei ad integrarsi nel Congo, da cui è piovuta disgraziatamente in
Italia e persino dentro l'attuale governo grazie al PD (Partito della
Disgrazia). Ciò che stupisce è l'aberrante articolo di una certa Elvira
Serra che, pur dichiarandosi contraria all'uso di genitore1 e genitore2,
propone che per le coppie omosessuali si conservi la tradizione
scrivendo nei documenti papà1 e papà2 o mamma1 e mamma2. Non vi è
limite alla pazzia. Da una parte riconosce che non si nasce da due ovuli
o da due spermatozoi (che scoperta!) e che ognuno ha il diritto di
sapere chi siano veramente il padre e la madre biologici. Dall'altra
ammette che sia giusto scrivere nei documenti papà1 e papà2 e mamma1 e
mamma2. Una schizofrenica. Aggiungo da parte mia che il diritto di
ognuno di sapere chi siano i suoi genitori biologici è reso ancor più
necessario perché si sa che molte malattie hanno un'origine genetica. E i
medici chiedono spesso se vi siano stati genitori e nonni portatori di
certe malattie in modo da fare un'anamnesi medica approfondita prima che
una coppia decida di avere un figlio. Dovrebbe dunque essere proibita
la scellerata donazione anonima di sperma o di ovociti. Dovrebbe essere
proibito ad una donna partoriente di abbandonare anonimamente il figlio
in ospedale, come pure dovrebbe essere reso obbligatorio a questa donna
di fare il nome del padre. Anche se ciò non comporta, in tal caso, alcun
onere economico da parte dei genitori naturali, potendo il figlio avere
un futuro migliore in una famiglia di adozione. Ma allo stesso tempo
deve avere il diritto di sapere chi siano i suoi genitori biologici e
di poterli un giorno guardare in faccia, magari anche per sputare loro
addosso se se lo meritano.
Leggere i commenti tutti contro questa negraccia e anche contro l'autrice di questo articolo, che vuole rimediare ad un male con un altro male.
Leggere i commenti tutti contro questa negraccia e anche contro l'autrice di questo articolo, che vuole rimediare ad un male con un altro male.
LA 27ESIMA ORA
Perché sono contraria a genitore 1 e 2 invece di mamma e papà
di Elvira Serramercoledì 11 settembre 2013
BEATI COLORO CHE NON CREDONO IN DIO SE...ESSI SARANNO I PRIMI NEL REGNO DEI CIELI.
I CREDENTI SONO SOLO DEGLI OPPORTUNISTI.
PERTANTO A SCALFARI CONVIENE O NON CONVIENE CREDERE IN DIO?
Prima di entrare in merito al
"dialogo" tra il papa e Scalfari pongo la domanda: se Dio esiste ha più
meriti il non credente che rispetti la norma fondamentale della
giustizia neminem laedere (non danneggiare alcuno) o ne ha di più
il credente che rispetti tale norma e per di più faccia del bene? Il
credente che fa del bene e non fa del male perché questo gli viene
comandato da Dio è solo un opportunista perché la sua azione morale è
inficiata da opportunismo. Egli agisce o per timor di Dio o per
ingraziarsi Dio sperando in qualche miracolo (tramite, magari,
l'intercessione della madonna o dei santi). Egli vuole prima di tutto
sottrarsi alla disperazione della morte credendo nell'immortalità
dell'anima e salvarsela credendo in Dio. E qui scomodo il filosofo Kant
che scrisse (Critica della ragion pratica) che l'azione morale
per essere tale deve prescindere dall'esistenza di Dio perché altrimenti
la sua azione sarà interessata (eteronoma) e non disinteressata
(autonoma). Saràdettata da puro egoismo. Al contrario di Kant, Pascal (Pensieri)
introdusse la famosa scommessa: conviene credere 1) perché se Dio
esiste ho guadagnato tutto (l'infinito) guadagnandomi la vita eterna di
beatitudine e 2) la mia vita non sarà infelice perché non sarò
terrorizzato dalla morte. Ma è possibile che Dio possa premiare un
opportunista simile? Dovrebbe invece premiare, almeno maggiormente, il
non credente che rispetti le norme della giustizia astenendosi dal male
senza aspettarsi alcun premio da Dio. DUNQUE CONVIENE NON CREDERE per
avere maggiori meriti di fronte a Dio. A che servono dunque le
religioni? A nulla. Ma vallo a dire al papa. Non lo capirà mai, oppure
lo capisce ma fa finta di non capirlo perché deve pur giustificare il
suo mestiere. Egli deve per forza rivolgersi ad una massa di
opportunisti per mantenere il suo potere sulle anime, non potendo più
averlo sui corpi, come nei secoli passati. Inoltre deve offrire un
rimedio ad una vita mortale per coloro che, non credendo in Dio, si
dispererebbero al pensiero del ritorno nel nulla.
Vi è stata una lunga risposta del papa a due lettere del 7 luglio e del 7 agosto indirizzate al papa dal non credente Eugenio Scalfari, che dovrebbe alla sua età (89 anni) pensare seriamente alla morte invece che continuare a vivere ancora di odio per Berlusconi. Mi sono domandato se a Scalfari convenga o non convenga credere in Dio.
1) Da una parte gli converrebbe non credere perché in base alla dottrina cristiana il papa avrebbe dovuto rispondere a Scalfari che Dio l'avrebbe punito se è vero che Gesù richiese di amare anche i propri nemici. Invece tutta la vita di Scalfari è stata improntata all'arroganza e all'odio verso i suoi avversari politici, trasformati in nemici. Facendo finta di non ricordare, o cercando di farlo dimenticare a tutti tacendone, che egli fu un convinto fascista. Ma come fecero tanti altri, persino molti diventati comunisti, saltò sul carro dei vincitori. Poi si è eretto a maestro di saggezza per tutti, da una posizione di falsa sinistra sfruttando il potere economico di De Benedetti per farsi ricco, essendo anche azionista del gruppo editoriale l'Espresso, di cui fa parte il quotidiano La Repubblica, da lui fondato e di cui è stato per tanti anni padre padrone. Dai suoi articoli ha sempre vomitato odio per chi non la pensasse come lui, cooperando a trasformare la sinistra (traditrice di Marx e perciò della classe operaia) in una falsa sinistra che ha sostituito la classe operaia con tutti coloro che accampavano i diritti più disparati, purché facessero da eccezione al potere politico che non fosse di sinistra, ostacolando chiunque non appartenesse alla chiesa mafiosa dei cosiddetti intellettuali, perché secondo Scalfari, e tutti quelli della sua stessa razza, non vi poteva essere vero pensiero se non a sinistra. Il risultato è stato un appiattimento della stessa cultura, che ha valorizzato individui mediocri e ha lasciato grandi talenti nell'oscurità, da cui pochi che non fossero della falsa sinistra si sono salvati. Ma vi è da ricordare che il maggiore drammaturgo italiano fu il filofascista Pirandello.
2) Da un'altra parte converrebbe a Scalfari credere in Dio, se mai esistesse, ma solo per sperare di ottenere da lui il perdono per tutta la vita di odio che ha vomitato contro tutti quelli che non l'hanno pensata e non la pensano come lui. E' ancora in tempo per pentirsi scrivendo una lettera di pentimento nel suo giornale, dove può scrivere tutto ciò che vuole. E' ancora in tempo per salvarsi l'anima. Il papa gli ha detto che Dio (il Dio cristiano) è misericordia, e Scalfari di misericordia divina ne ha tanto bisogno. Ma la misericordia bisogna meritarsela. Scalfari non ha mai fatto del bene se non a se stesso nella sua vanagloria,
e di male ne ha fatto tanto, anche se egli, da incosciente fanatico qual è, crede tuttora di non averne fatto. Ora che si sente prossimo alla fine sta cercando una scappatoia, ma non sa quale via prendere. Gli suggerisco di fare un esame di tutta la sua vita ascoltando anche quelli che non la pensano come lui invece di odiarli soltanto.
Domande di Scalfari circa il destino del non credente e risposte contraddittorie del papa.
Vi è stata una lunga risposta del papa a due lettere del 7 luglio e del 7 agosto indirizzate al papa dal non credente Eugenio Scalfari, che dovrebbe alla sua età (89 anni) pensare seriamente alla morte invece che continuare a vivere ancora di odio per Berlusconi. Mi sono domandato se a Scalfari convenga o non convenga credere in Dio.
1) Da una parte gli converrebbe non credere perché in base alla dottrina cristiana il papa avrebbe dovuto rispondere a Scalfari che Dio l'avrebbe punito se è vero che Gesù richiese di amare anche i propri nemici. Invece tutta la vita di Scalfari è stata improntata all'arroganza e all'odio verso i suoi avversari politici, trasformati in nemici. Facendo finta di non ricordare, o cercando di farlo dimenticare a tutti tacendone, che egli fu un convinto fascista. Ma come fecero tanti altri, persino molti diventati comunisti, saltò sul carro dei vincitori. Poi si è eretto a maestro di saggezza per tutti, da una posizione di falsa sinistra sfruttando il potere economico di De Benedetti per farsi ricco, essendo anche azionista del gruppo editoriale l'Espresso, di cui fa parte il quotidiano La Repubblica, da lui fondato e di cui è stato per tanti anni padre padrone. Dai suoi articoli ha sempre vomitato odio per chi non la pensasse come lui, cooperando a trasformare la sinistra (traditrice di Marx e perciò della classe operaia) in una falsa sinistra che ha sostituito la classe operaia con tutti coloro che accampavano i diritti più disparati, purché facessero da eccezione al potere politico che non fosse di sinistra, ostacolando chiunque non appartenesse alla chiesa mafiosa dei cosiddetti intellettuali, perché secondo Scalfari, e tutti quelli della sua stessa razza, non vi poteva essere vero pensiero se non a sinistra. Il risultato è stato un appiattimento della stessa cultura, che ha valorizzato individui mediocri e ha lasciato grandi talenti nell'oscurità, da cui pochi che non fossero della falsa sinistra si sono salvati. Ma vi è da ricordare che il maggiore drammaturgo italiano fu il filofascista Pirandello.
2) Da un'altra parte converrebbe a Scalfari credere in Dio, se mai esistesse, ma solo per sperare di ottenere da lui il perdono per tutta la vita di odio che ha vomitato contro tutti quelli che non l'hanno pensata e non la pensano come lui. E' ancora in tempo per pentirsi scrivendo una lettera di pentimento nel suo giornale, dove può scrivere tutto ciò che vuole. E' ancora in tempo per salvarsi l'anima. Il papa gli ha detto che Dio (il Dio cristiano) è misericordia, e Scalfari di misericordia divina ne ha tanto bisogno. Ma la misericordia bisogna meritarsela. Scalfari non ha mai fatto del bene se non a se stesso nella sua vanagloria,
e di male ne ha fatto tanto, anche se egli, da incosciente fanatico qual è, crede tuttora di non averne fatto. Ora che si sente prossimo alla fine sta cercando una scappatoia, ma non sa quale via prendere. Gli suggerisco di fare un esame di tutta la sua vita ascoltando anche quelli che non la pensano come lui invece di odiarli soltanto.
Domande di Scalfari circa il destino del non credente e risposte contraddittorie del papa.
Nel titolo di questo articolo ho citato il sottotitolo di un mio libro intitolato Addio a Dio. Esso
espone la mia tesi tratta dalle Epistole di S. Paolo, il vero fondatore
del cristianesimo essendosi inventato lui la resurrezione di Gesù,
ripresa poi dai Vangeli, cronologicamente posteriori alle Epistole.
Paolo nell'Epistola ai Romani scrive che anche i pagani si
sarebbero salvati se avessero rispettato la legge naturale iscritta nei
loro cuori. Se è così (perché la cosa riguarda oggi i non credenti) è
evidente che non è necessario credere in Dio per salvarsi l'anima. E
allora a che serve il proselitismo? A nulla. S. Paolo si contraddiceva
andando a predicare. D'altronde l'Epistola ai Romani (documento
fondativo del cristianesimo, come riconobbe Lutero) è piena di
contraddizioni perché dice che Dio dà la fede e la grazia a chi vuole.
Dunque l'iniziativa è sempre di Dio perché se la salvezza, dice Paolo,
dipendesse solo dall'uomo, la volontà di Dio non sarebbe libera ma
dipendente dalla volontà umana. E se Dio non mi ha dato la fede che
colpa ne ho? Ecco quanto ha scritto il papa rispondendo a Scalfari: "La questione per chi non crede in
Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza - chiarisce - il peccato
anche per chi non ha la fede c’è quando si va contro la coscienza.
Ascoltare e obbedire ad essa significa infatti decidersi di fronte a ciò
che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si
gioca la bontà o la malvagità del nostro agire".
Allora basta obbedire alla propria coscienza per non commettere peccato? E io mi domando: a quale coscienza si riferisce il papa? Ognuno ha una propria coscienza che deriva dalla cultura in cui è nato e cresciuto, cosicché un criminale ha una coscienza che gli è imposta dall'ambiente criminogeno in cui è cresciuto. Un mafioso ha un "codice d'onore" che gli impone di uccidere per rispettare tale codice. E questa è la sua coscienza. Un fanatico islamico che segua letteralmente i dettami del Corano agisce secondo la sua coscienza "religiosa" quando prepara un attentato terroristico o quando si fa esplodere con una cintura di bombe. Dunque non esiste una coscienza universale che sia fonte di discernimento del bene e del male. Se Dio si accontentasse di un appello alla coscienza dovrebbe salvare tutti i criminali. Appellarsi alla coscienza è dunque soltanto un appellarsi a nulla. Ne deriverebbe infatti una giustificazione del relativismo dei valori morali. Non basta.
Il papa ha tralasciato l'importante questione dellibero arbitrio. Ognuno nasce con un certo carattere che gli è dato dalla stessa sua natura individuale, che è di origine genetica. Vi sono cani aggressivi per natura ed altri, invece, che non lo sono. Così è anche per gli uomini. Vi sono infatti temperamenti violenti e non violenti. Sino a che punto si è liberi se ognuno dipende dal carattere con cui è nato? Tutti questi aspetti sono sfuggiti al papa. Scrisse Schopenhauer (Il fondamento della morale) che cercare di cambiare il carattere di un individuo è come cercare di cambiare la natura di un serpente velenoso togliendogli il veleno. Il veleno si riformerà. E aggiunse che l'educazione può soltanto modificare il carattere di un individuo, ma non cambiarne la natura. E la coscienza dipende anche dal carattere. Anche per questo motivo appellarsi alla coscienza significa solo un vuoto di parole.
Il papa sembra non conoscere nemmeno quanto scrisse S. Paolo, che non si appellava alla coscienza ma ad una legge naturale (Epistola ai Romani, 2,15) anche se S. Paolo, sbagliando, aggiunse che era iscritta nei cuori di tutti gli uomini. Se così fosse perché mai questa legge naturale non verrebbe rispettata da tutti gli uomini e la storia umana è una storia di guerre?
La causa è dovuta al fatto che la natura umana è stata corrotta dalla cultura. Gli animali non umani, quando sono per natura dei predatori, cioè carnivori, uccidono non per crudeltà, ma per motivi di sopravvivenza. Gli uomini, corrotti dalla cultura, si sono posti al di sotto dell'animalità, e in questo senso sono peggio degli animali non umani, essendo spesso motivati da sete di potere e di danaro. Anche tutto questo è sfuggito al papa. Che, piuttosto che appellarsi ad una vuota coscienza, non accorgendosi di alimentare, se pur involontariamente, il relativismo dei valori morali (anche i nazisti avevano i loro valori morali, come anche un'associazione a delinquere) - da cui nasce quello che Max Weber chiamava "il conflitto mortale tra valori morali" - avrebbe dovuto appellarsi al diritto naturale, come lo concepì S. Tomaso, cioè come diritto all'autoconservazione. Infatti solo il diritto naturale, che non dipende dalla coscienza individuale in quanto è espressione della stessa tendenza NATURALE di ogni organismo a autoconservarsi in vita, può essere considerato fondamento e limite, allo stesso tempo, di ogni altro diritto che sia riconosciuto dalle leggi dello Stato. Dal diritto naturale discende il diritto alla vita e alla libertà. La catena preda-predatore non è una negazione del diritto naturale, in quanto il diritto naturale di uno trova naturalmente un limite nel diritto naturale di un altro. Il predatore ha il diritto naturale di uccidere per sopravvivere e la preda ha il diritto naturale di sfuggire al predatore. Dunque falsamente si suol dire che in natura viga il diritto della forza. Questo diritto della forza è solo il diritto esercitato dal predatore sulla preda, che per natura è debole di fronte al predatore, potendo solo tentare di sottrarsi ad esso con la fuga o nascondendosi.
E' dunque assai strano che proprio il papa abbia fatto riferimento alla coscienza quando proprio il maggiore dottore della Chiesa, S. Tomaso, gli poteva offrire una diversa giustificazione della distinzione tra bene e male in base al diritto naturale, che non dipende affatto dalla coscienza, che non può essere una coscienza universale, non esistendo valori morali universali, essendo tutti i valori sempre culturali, perché dipendenti dalle tradizioni culturali.
Il diritto naturale, d'altronde, non richiede che si faccia del bene, perché ogni cultura ha una diversa concezione del bene. Ognuno vede sempre il bene con i propri occhi (e ripeto qui l'esempio del fanatico islamico o del criminale). Il diritto naturale non appartiene infatti al campo della morale (che riguarda il bene), ma al campo del diritto. E il diritto ha come oggetto, non il bene, ma il male inteso come danno procurato agli altri. Perché ognuno vede soggettivamente il bene con i propri occhi, mentre il danno è ben visibile da tutti oggettivamente, e non vi è bisogno di una coscienza per vederlo. Ha scritto Kant (Fondazione della metafisica dei costumi) che, se ognuno si limitasse a non fare del male, quanto bene vi sarebbe in più sulla terra.
Questo papa ha confermato di essere un superficiale, scarso persino in teologia e filosofia. Il suo predecessore Benedetto XVI, che trattò del diritto naturale, inteso però antropocentricamente come diritto della ragione (secondo la tradizione giusnaturalistica moderna), non avrebbe detto le stronzate che ha detto questo papa, che infarcisce i suoi discorsi di luoghi comuni privi di pensiero, cioè di stronzate, come definì i luoghi comuni il filosofo statunitense Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005).
L'apprezzamento di Scalfari nei riguardi di S. Agostino può far capire che egli non conosca bene questo santo e tutto il suo fanatismo, che lo portò a scrivere che fuori della Chiesa non vi era salvezza e che perciò quasi tutta l'umanità era destinata ad essere "una massa dannata". Aggiungasi la dottrina della predestinazione di Agostino, che fa capo a uno dei corni della dottrina di S. Paolo, che, da una parte, riteneva valide le opere ai fini della salvezza (Epistola ai Romani, 2,6), mentre, dall'altra, riteneva che il destino di ciascuno fosse segnato sin dalla nascita giacché Dio, non dipendendo dalla volontà umana, poteva far grazia a chi voleva lui, indipendentemente dalle opere (Epistola ai Romani, 9, 14-18). Più cornuto di così! E la Riforma protestante nacque purtroppo dalla dottrina di Agostino-S. Paolo, contro la dottrina di S. Tomaso, che rivalutò le opere dicendo che la grazia era un aiuto in più per fare opere di bene, trasformando inoltre la predestinazione in prescienza divina per salvare il libero arbitrio dell'uomo, negato da Lutero, che infatti scrisse il De servo arbitrio, replicando al De libero arbitrio di Erasmo da Rotterdam. E alla dottrina di Tomaso fece riferimento la Controriforma, che fu, nonostante la negativa storia dei papi, una rivalutazione della ragione contro l'irrazionalismo della Riforma. E mi sono sempre domandato come mai Agostino possa essere considerato ancora un Padre della Chiesa dalla Chiesa cattolica, se fu proprio lui ad ispirare la Riforma protestante, per cui avrebbe meritato di essere considerato un eretico.
Per questo l'ateo Benedetto Croce (Storia dell'età barocca in Italia) rivalutò la Controriforma precisando che essa, opponendosi alla disgregazione dell'Europa operata dalla Riforma, salvò il razionalismo dottrinale consegnandolo poi al liberalismo laico, sino al razionalismo del '600 e persino all'Illuminismo, producendo degli effetti che andarono contro di essa anche nella involontaria promozione di una religione naturale e del principio di tolleranza.
All'interno dell'articolo scritto dal papa cliccare su 7 luglio e 7 agosto per leggere gli articoli di Scalfari.
Allora basta obbedire alla propria coscienza per non commettere peccato? E io mi domando: a quale coscienza si riferisce il papa? Ognuno ha una propria coscienza che deriva dalla cultura in cui è nato e cresciuto, cosicché un criminale ha una coscienza che gli è imposta dall'ambiente criminogeno in cui è cresciuto. Un mafioso ha un "codice d'onore" che gli impone di uccidere per rispettare tale codice. E questa è la sua coscienza. Un fanatico islamico che segua letteralmente i dettami del Corano agisce secondo la sua coscienza "religiosa" quando prepara un attentato terroristico o quando si fa esplodere con una cintura di bombe. Dunque non esiste una coscienza universale che sia fonte di discernimento del bene e del male. Se Dio si accontentasse di un appello alla coscienza dovrebbe salvare tutti i criminali. Appellarsi alla coscienza è dunque soltanto un appellarsi a nulla. Ne deriverebbe infatti una giustificazione del relativismo dei valori morali. Non basta.
Il papa ha tralasciato l'importante questione dellibero arbitrio. Ognuno nasce con un certo carattere che gli è dato dalla stessa sua natura individuale, che è di origine genetica. Vi sono cani aggressivi per natura ed altri, invece, che non lo sono. Così è anche per gli uomini. Vi sono infatti temperamenti violenti e non violenti. Sino a che punto si è liberi se ognuno dipende dal carattere con cui è nato? Tutti questi aspetti sono sfuggiti al papa. Scrisse Schopenhauer (Il fondamento della morale) che cercare di cambiare il carattere di un individuo è come cercare di cambiare la natura di un serpente velenoso togliendogli il veleno. Il veleno si riformerà. E aggiunse che l'educazione può soltanto modificare il carattere di un individuo, ma non cambiarne la natura. E la coscienza dipende anche dal carattere. Anche per questo motivo appellarsi alla coscienza significa solo un vuoto di parole.
Il papa sembra non conoscere nemmeno quanto scrisse S. Paolo, che non si appellava alla coscienza ma ad una legge naturale (Epistola ai Romani, 2,15) anche se S. Paolo, sbagliando, aggiunse che era iscritta nei cuori di tutti gli uomini. Se così fosse perché mai questa legge naturale non verrebbe rispettata da tutti gli uomini e la storia umana è una storia di guerre?
La causa è dovuta al fatto che la natura umana è stata corrotta dalla cultura. Gli animali non umani, quando sono per natura dei predatori, cioè carnivori, uccidono non per crudeltà, ma per motivi di sopravvivenza. Gli uomini, corrotti dalla cultura, si sono posti al di sotto dell'animalità, e in questo senso sono peggio degli animali non umani, essendo spesso motivati da sete di potere e di danaro. Anche tutto questo è sfuggito al papa. Che, piuttosto che appellarsi ad una vuota coscienza, non accorgendosi di alimentare, se pur involontariamente, il relativismo dei valori morali (anche i nazisti avevano i loro valori morali, come anche un'associazione a delinquere) - da cui nasce quello che Max Weber chiamava "il conflitto mortale tra valori morali" - avrebbe dovuto appellarsi al diritto naturale, come lo concepì S. Tomaso, cioè come diritto all'autoconservazione. Infatti solo il diritto naturale, che non dipende dalla coscienza individuale in quanto è espressione della stessa tendenza NATURALE di ogni organismo a autoconservarsi in vita, può essere considerato fondamento e limite, allo stesso tempo, di ogni altro diritto che sia riconosciuto dalle leggi dello Stato. Dal diritto naturale discende il diritto alla vita e alla libertà. La catena preda-predatore non è una negazione del diritto naturale, in quanto il diritto naturale di uno trova naturalmente un limite nel diritto naturale di un altro. Il predatore ha il diritto naturale di uccidere per sopravvivere e la preda ha il diritto naturale di sfuggire al predatore. Dunque falsamente si suol dire che in natura viga il diritto della forza. Questo diritto della forza è solo il diritto esercitato dal predatore sulla preda, che per natura è debole di fronte al predatore, potendo solo tentare di sottrarsi ad esso con la fuga o nascondendosi.
E' dunque assai strano che proprio il papa abbia fatto riferimento alla coscienza quando proprio il maggiore dottore della Chiesa, S. Tomaso, gli poteva offrire una diversa giustificazione della distinzione tra bene e male in base al diritto naturale, che non dipende affatto dalla coscienza, che non può essere una coscienza universale, non esistendo valori morali universali, essendo tutti i valori sempre culturali, perché dipendenti dalle tradizioni culturali.
Il diritto naturale, d'altronde, non richiede che si faccia del bene, perché ogni cultura ha una diversa concezione del bene. Ognuno vede sempre il bene con i propri occhi (e ripeto qui l'esempio del fanatico islamico o del criminale). Il diritto naturale non appartiene infatti al campo della morale (che riguarda il bene), ma al campo del diritto. E il diritto ha come oggetto, non il bene, ma il male inteso come danno procurato agli altri. Perché ognuno vede soggettivamente il bene con i propri occhi, mentre il danno è ben visibile da tutti oggettivamente, e non vi è bisogno di una coscienza per vederlo. Ha scritto Kant (Fondazione della metafisica dei costumi) che, se ognuno si limitasse a non fare del male, quanto bene vi sarebbe in più sulla terra.
Questo papa ha confermato di essere un superficiale, scarso persino in teologia e filosofia. Il suo predecessore Benedetto XVI, che trattò del diritto naturale, inteso però antropocentricamente come diritto della ragione (secondo la tradizione giusnaturalistica moderna), non avrebbe detto le stronzate che ha detto questo papa, che infarcisce i suoi discorsi di luoghi comuni privi di pensiero, cioè di stronzate, come definì i luoghi comuni il filosofo statunitense Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005).
L'apprezzamento di Scalfari nei riguardi di S. Agostino può far capire che egli non conosca bene questo santo e tutto il suo fanatismo, che lo portò a scrivere che fuori della Chiesa non vi era salvezza e che perciò quasi tutta l'umanità era destinata ad essere "una massa dannata". Aggiungasi la dottrina della predestinazione di Agostino, che fa capo a uno dei corni della dottrina di S. Paolo, che, da una parte, riteneva valide le opere ai fini della salvezza (Epistola ai Romani, 2,6), mentre, dall'altra, riteneva che il destino di ciascuno fosse segnato sin dalla nascita giacché Dio, non dipendendo dalla volontà umana, poteva far grazia a chi voleva lui, indipendentemente dalle opere (Epistola ai Romani, 9, 14-18). Più cornuto di così! E la Riforma protestante nacque purtroppo dalla dottrina di Agostino-S. Paolo, contro la dottrina di S. Tomaso, che rivalutò le opere dicendo che la grazia era un aiuto in più per fare opere di bene, trasformando inoltre la predestinazione in prescienza divina per salvare il libero arbitrio dell'uomo, negato da Lutero, che infatti scrisse il De servo arbitrio, replicando al De libero arbitrio di Erasmo da Rotterdam. E alla dottrina di Tomaso fece riferimento la Controriforma, che fu, nonostante la negativa storia dei papi, una rivalutazione della ragione contro l'irrazionalismo della Riforma. E mi sono sempre domandato come mai Agostino possa essere considerato ancora un Padre della Chiesa dalla Chiesa cattolica, se fu proprio lui ad ispirare la Riforma protestante, per cui avrebbe meritato di essere considerato un eretico.
Per questo l'ateo Benedetto Croce (Storia dell'età barocca in Italia) rivalutò la Controriforma precisando che essa, opponendosi alla disgregazione dell'Europa operata dalla Riforma, salvò il razionalismo dottrinale consegnandolo poi al liberalismo laico, sino al razionalismo del '600 e persino all'Illuminismo, producendo degli effetti che andarono contro di essa anche nella involontaria promozione di una religione naturale e del principio di tolleranza.
All'interno dell'articolo scritto dal papa cliccare su 7 luglio e 7 agosto per leggere gli articoli di Scalfari.
Il Papa scrive a Scalfari, meriti e rischi
Formiche.net-4 ore faIl fondatore di Repubblica aveva posto molte domande al Papa preso quasi alla fine del mondo in due articoli pubblicati il 7 luglio e il 7 agosto. ... Francesco alterna le risposte a Scalfari a racconti della propria esperienza ...
Blog del prof. Pietro Melis: ADDIO A DIO. DIALOGO CON DIO (LA ...
pietromelis.blogspot.com/2012/.../addio-dio-dialogo-con-dio-la-trinita.ht...06/mar/2012 - Riporto quanto scritto nell'aletta che si vede a destra. A sinistra vi è una nota biobliografica dell'autore. Il presente libro, per formulare la sua ...
Addio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono
www.zonacontemporanea.it/addioadio.htmADDIO A DIO di Pietro Melis. ADDIO A DIO. DIALOGO CON DIO CHIEDENTE PERDONO “Beati coloro che non credono in Dio se... Essi saranno i primi del ...
Addio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono. «Beati coloro che ...
www.ibs.it/code/9788864382548/melis-pietro/addio-dio-dialogo.htmlAddio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono. «Beati coloro che non credono in Dio se... Essi saranno i primi nel regno dei cieli» è un libro di Melis Pietro ...
Intervista a Pietro Melis autore di Addio a dio - Recensioni Libri
www.recensionilibri.org/.../intervista-a-pietro-melis-autore-di-addio-a-di...27/apr/2013 - Scopri l'intervista esclusiva a Pietro Melis, autore di Addio a dio. Tutti i dettagli nel resto dell'articolo. Che cosa stai aspettando?
lunedì 7 gennaio 2013
DIO ESISTE? DIO NON ESISTE? CHE BARBA, CHE NOIA!
Ho lasciato il seguente commento nel blog di Odifreddi (La Repubblica).
@Aldograno. Come fa a definirsi cristiano (cattolico) se crede nella reincarnazione? Lei fa un bel minestrone. E a parte cio, ha qualche prova della reincarnazione? Come fa a porre d'accordo l'evoluzione biologica con la favola di Adamo ed Eva? Anche un cervellone come Leibniz affrontò questo argomento. Scrisse che l'anima fu introdotta per "folgorazione" ad un certo punto dell'evoluzione. Anche un genio può scrivere corbellerie. Un secondo prima della "folgorazione" gli uomini morirono senza anima immortale. Anche i genitori (già morti) di quelli che ebbero la folgorazione. Che sfortunati! Quanto alla reincarnazione, Plotino scriveva (copiando da Platone) che le anime sono increate. Dunque sono eterne. E allora come si spiega l'aumento della popolazione sulla Terra? Vi sarebbero anime increate che attendono ancora di incarnarsi per la prima volta. Per Platone e il neoplatonismo (eredi del pitagorismo) esiste anche la metempsicosi, che postula che un'anima possa passare dopo la morte da una forma di vita superiore ad un'altra inferiore e viceversa. Fantasia che galoppa. Per piacere finitela di ripetere cose tanto vecchie che non portano ad alcuna conclusione certa. Di una cosa siamo certi, che non vi è alcuna certezza né scientifica (nella cosmologia) né religiosa. Viviamo tutti nella tragica condizione di ignoranza circa le verità sull'universo. Esiste un universo o esiste un pluriverso? Non lo sapremo mai. A chi cita S. Paolo dico che questi nella Lettera ai Romani (2,14) scrisse che anche i Gentili (i pagani o non credenti) si sarebbero salvati se avessero rispettato la legge naturale iscritta nei loro cuori. E allora a che serve il proselitismo? A nulla. Da ciò un'altra contraddizione del cristianesimo. Ne ho ricavato in Addio a Dio che è meglio non credere (rovesciando la scommessa di Pascal) perché i credenti sono degli opportunisti (per salvarsi l'anima) o dei disperati di fronte al pensero della morte. Ma se credono per opportunismo hanno meno meriti di fronte a Dio (se esiste). Se sono dei disperati manifestano una fede non sincera, e dunque sono anch'essi, per altro verso, degli opportunisti. Io mi tengo la disperazione da non credente per avere maggiori meriti rispetto al credente. E adesso attenzione. Credo che l'unica via d'accesso sia lo studio della fisicità di fenomeni verificabili e inconfutabili e tuttavia non spiegabili sulla base delle leggi fisiche. Non mi riferisco ai cosiddetti miracoli. Mi riferisco per esempio agli stati di ipnosi in cui i soggetti pare (secondo le mie letture) siano capaci di regredire nel tempo e raccontare episodi mai vissuti e descrivere esattamente luoghi mai conosciuti, come anche di parlare lingue mai imparate. Una volta ebbi occasione di parlare per un'ora con uno psichiatra che aveva seguito corsi di terapia basata sull'ipnosi e mi assicurò che tali fenomeni accadono realmente. Gli domandai se credesse allora in un'altra dimensione di vita ma non seppe o non volle darmi una risposta certa. Mi parlò di una energia cosmica che funzionerebbe come "serbatoio" di memoria dell'universo a cui si attingerebbe in stato di ipnosi. Gli dissi che la spiegazione mi sembrava di pura fantasia. Quando una risposta non è adeguata al fenomeno che si deve spiegare la spiegazione non ha alcun fondamento. Se ognuno riconoscesse i limiti di quella che viene chiamata scienza e non la si sostituisse per questo con pseudo certezze religiose non vi sarebbero inutili fanatismi. Anche l'ateismo è una sorta di dogmatismo. Che si oppone al dogmatismo religioso. Un serio scienziato dovrebbe definirsi agnostico, come si definì Darwin. Ma il termine "agnosticismo" gli fu suggerito dal suo amico e propagatore Thomas Huxley. Potrebbe esistere un aldilà anche senza Dio. IGNORABIMUS.
sabato 5 gennaio 2013
CORRADO GUZZANTI HA COPIATO UN MIO PENSIERO SENZA SAPERLO: LA STRONZATA DEL DIRE "IL DONO DELLA VITA"
Bisognerebbe con il redditometro
aumentare le tasse a coloro che abbiano più di due figli. Si suppone
infatti che una coppia, se non è pazza o incosciente, abbia tanti soldi quanti sono necessari per mantenere i figli. La
gente non sa vivere senza far figli. Perché? Prima di tutto perché ha
bisogno di fuggire dal non senso della vita creandosi delle
responsabilità nei riguardi degli altri. E così continua la staffetta
della morte. A questo mio pensiero Guzzanti (ieri a La7) ha aggiunto la domanda: qual è il fine della vita? LA FINE. La vita è la malattia più grave che esista perché porta al 100% dei decessi.
In un mio libro Io non volevo nascere pubblicato nel 2010 ho scritto quanto segue:
Non
vi è luogo comune più stupido dell’espressione “il
dono della vita”. A chi questo dono se manca il ricevente? E' forse
il ricevente uno tra i 200 o 300 milioni di spermatozoi che per primo
arriva all’ovulo? Non si sa quale sarà a giungervi per primo
escludendo tutti gli altri. La stessa nascita è il frutto di
una selezione naturale tremenda. Se ne fosse giunto un altro sarebbe
nato un altro individuo. Ancor più priva di senso è
l’espressione del papa: la vita è un dono di Dio. A chi? A
chi? Un autentico imbecille (il patriarca di Venezia Angelo Scola) ha
condannato recentemente1
il fatto che a causa dell'aborto non siano nati in Italia altri 8
milioni di individui. Sciagurato costui, che non si rende conto di
ciò che dice, a parte il grave problema della
sovrappopolazione.
Nessuno
ha chiesto di nascere. E dunque non vi può essere alcun dono a
chi non ha chiesto la vita. Se tutti gli imbecilli che continuano ad
usare questi luoghi comuni fossero capaci di farsi curare con una
terapia linguistica, forse smetterebbero di dire stronzate. Uso
questo termine per usare la distinzione posta dal filosofo americano
Frankfurt tra menzogne e stronzate2
Le menzogne sono proposizioni che non sono prive di pensiero, ma
risultano false alla verifica. Le stronzate sono luoghi comuni di
dire che sono privi anche di pensiero. Come il dire che la vita è
un dono. Anche se vi fosse sulla Terra soltanto un individuo che
negasse che sia meglio nascere che non nascere, la proposizione che
affermi che sia meglio nascere sarebbe falsa perché
conterrebbe dentro di sé una contraddizione. Come dire: tutti
gli uomini sono mortali. Ma l’individuo x è immortale.
Allora non è vero che tutti gli uomini sono mortali. E perché
non si ha il coraggio di dire che donando la vita si dona la morte?
Se la vita non è un dono allora non è nemmeno un bene.
Infatti un bene deve poter essere donato. Ma a chi se manca il
ricevente? Essa appare un bene soltanto perché, una volta
nati, per dirla con il filosofo Hobbes (prefazione del De
cive), “la morte
appare il peggiore dei mali”. La vita è soltanto la
condizione biologica che porta ogni organismo, una volta nato, a
conseguire dei beni, cioè il suo benessere (Aristotele. Etica
nicomachea, I). “Non
è un bene il vivere, ma il vivere bene” (Seneca, Lettere
a Lucilio, 70). Il
bene, inteso come benessere, è dunque il fine di ogni vita,
anche vegetale, ma la vita non è di per sé un bene.
Purtroppo è difficile, se non impossibile, riuscire a far
capire ciò alla gente a causa dei luoghi comuni – stronzate
– della morale.
1
Trasmissione in ½ ora
del 4 aprile 2010.
domenica 30 dicembre 2012
RITA LEVI MONTALCINI: NESSUNO E' PERFETTO
Si può essere grandi scienziati ed
essere (schizofrenicamente) credenti non nel Logos ma in una religione
cosiddetta rivelata. Un esempio è Zichichi in Italia (autore, tra gli
altri, del bel libro "Il vero e il falso. Passeggiando tra le stelle e a
casa nostra", in cui nell'ultima parte demolisce astronomicamente
l'astrologia e gli oroscopi). Russel Wallace (coscopritore con Darwin
dell'evoluzione naturale fondata sulla selezione naturale) si diede allo
spiritismo, come il fisico sir Oliver Lodge o lo psicologo pragmatista
William James. Solo alcuni esempi. Anche l'ebreo Goedel (amico dell'ateo
Einstein) era credente in un dio personale. Ma che senso ha per una
ebrea atea finanziare una sinagoga che è notoriamente luogo di
farneticazioni in confronto alle quali le credenze cristiane, almeno
oggi, sono acqua tiepida? L'unica cosa positiva è che la "religione"
ebraica non fa proselitismo. Meno male. Ma vi è una specie di richiamo
della foresta per gli ebrei laici (o atei). Prevale in essi il senso di
appartenenza alla razza (o etnia). Come poteva una Levi Montalcini
finanziare una sinagoga (in tal caso quella di Roma) in cui si usa un
calendario fondato sul Genesi, per cui oggi vivremmo nell'anno
5.772 a iniziare dalla creazione del mondo? Per non parlare delle
incredibili regole alimentari fondate sulla "purezza" del cibo, che ha
portato anche per questo gli ebrei credenti ad estraniarsi dal resto
della società. Come poteva la Levi Montalcini finanziare una sinagoga
dove si coltiva una mentalità antiscientifica? Avrebbe fatto bene per
coerenza scientifica a prenderne le distanze per non confondersi con
tipi come Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e a devolvere la
stessa somma per qualche altra borsa di studio per ricercatori . Ma, si
sa, nessuno è perfetto. Come senatrice a vita fu con altri senatori a
vita la stampella del secondo moribondo governo Prodi, che con il primo
governo fu artefice dell'ingresso disgraziato dell'Italia nella zona euro, che ci ha rovinato.
Lo stesso Odifreddi nell'intervista
al telefono (continuamente ripetuta su Rainews) ha ricordato che la Levi
Montalcini, pur atea, fu accolta nella Pontificia Accademia delle
Scienze. E Odifreddi ha aggiunto che ciò fa onore a questa Accademia. E
questo, a sua volta, fa onore a Odifreddi, che l'ha ricordato rilevando
come questa Accademia non faccia discriminazioni. Ma anche per questo la
Levi Montalcini avrebbe dovuto ringraziare finanziando il restauro di
qualche chiesa di valore artistico e storico. E non una sinagoga, che
non poteva di certo accoglierla essendosi dichiarata seguace di Spinoza
(ateo), primo demolitore dell'Antico Testamento in una lunga esegesi che
occupa quasi tutto il Trattato teologico-politico. Notare
tuttavia come la Levi Montalcini tra tutti i filosofi atei o panteisti
(ve ne è una marea) abbia scelto il panteista Spinoza (ebreo). Io avrei
scelto Giordano Bruno, anche perché martire della libertà di pensiero.mercoledì 25 settembre 2013
IL DEBITO PUBBLICO E' UN FALSO DEBITO.
ABOLIZIONE DELLE REGIONI E USCITA DALL'EURO.
Ho letto che le Regioni costano 37
miliardi l'anno (compresa tutta
burocrazia, le spese di rappresentanza, gli uffici etc.).
Naturalmente in questa spesa non sono compresi gli ospedali e le
case di cura convenzionate e i farmaci). Le Regioni furono istituite
nel 1970 per insistenza dei socialcomunusti che volevano comandare
nelle Regioni Rosse. Abolire le Regioni con le province e accorpare
i Comununi. Sostituire le Regioni (Consigli regionali che costano
circa un miliardo l'anno solo per le indennità che si stabiliscono
essi
stessi) con rapresentanti del Governo presso ogni Regione. Di fronte
ai costi delle Regioni (e pensando che, secondo i dati de Il sole24Ore,
i consiglieri regionali costano ogni anno più di 800 milioni di euro
solo per le loro indennità) che senso ha ingigantire la questione
dell'IVA con il volerla portare dal 21% al 22% quando l'aumento (che
deprimerebbe i consumi) potrebbe essere evitando tagliando tutta la
politica del parassitismo delle Regioni (oltre che delle province e dei
piccoli Comuni)?
Vi sono duemila scorte che costano ogni anno circa un miliardo. La stessa cifra di cui nel bilancio annuale è stato diminuito il finanziamento alla polizia.
Il debito pubblico è un falso debito se i creditori sono gli stessi cittadini. E' un esempio il Giappone che ha un debito pubblico che è il doppio di quello italiano. Ma non ha problemi perché titolari sono i cittadini e non soprattutto le banche, come in Italia. Infatti i titolari dei titoli di Stato, se sono i cittadini e non gli stranieri e le banche, che poi investono gli interessi con prestiti ad un tasso superiore) investiranno e consumeranno favorendo la produzione e l'occupazione. Se aumentano la produzione e l'occupazione, e dunque il maggiore introito da parte del fisco, il debito, se tenuto sotto controllo, si riduce da sé. Oggi gli interessi che lo Stato deve pagare ogni anno per gli interessi che deve pagare ai titolari dei titoli di Stato assommano a 80 miliardi. Ma se questi interessi fossero pagati ai cittadini questi in parte li investirebbero o li spenderebbero nei consumi. In tutti e due i casi vi sarebbe una ricaduta positiva nell'economia. Inoltre si consideri che lo Stato, quando i titoli arrivano alla scadenza e i titolari ne chiedano la restituzione, lo Stato non ci ha perso perché restituisce moneta svalutata. Lo Stato quando fa le aste emette BTP con scadenza a cinque o dieci anni. Si supponga che un titolo BTP abbia una cedola che frutti un interesse lordo del 4% (infatti bisogna detrarre il 12,50 di tasse). Ho preso il caso di un interesse alto. Il titolare dei BTP per non perderci dovrebbe reinvestire gli interessi percepiti negli stessi titoli o in altro, e dunque evitare di mangiarseli nel consumo (il che, invece capita spesso nel caso del piccolo risparmiatore) per evitare che il suo capitale in BTP si svaluti. Infatti la svalutazione non è mai inferiore al 3%. Pertanto lo Stato, restituendo il capitale al titolare dei BTP, restituendo moneta svalutata non ci ha perso, mentre il titolare non ci ha guadagnato. L'interesse percepito dal titolare dei BTP solo in parte coprirà la svalutazione se la cedola è del 4%. Scrivo ciò per esperienza personale. Nel mercato secondario (cioè nel mercato dei titoli di Stato acquistati non all'asta (quando non si sa quale sarà la cedola perché questa dipende dalla richiesta, e maggiore è la richiesta minore è la cedola) normalmente il valore dei titoli BTP supera sempre il valore 100. Ma alla scadenza lo Stato gli restituirà sempre 100 qualunque sia il prezzo a cui li acquistati. Anche per questo motivo il titolare deve farsi bene i conti per sapere a che prezzo gli convenga comprarli sul mercato secondario tenendo conto del valore della cedola (cioè degli interessi che percepirà) e della differenza tra il costo dell'acquisto e ciò che lo Stato gli pagherà alla scadenza (sempre 100). Se dunque lo Stato paga in un anno 80 miliardi di interessi, questi sono stati in passato coperti da ciò che ha guadagnato e continuerà a guadagnare restituendo moneta svalutata alla scadenza dei titoli. Non basta. Supponiamo che uno abbia comprato BTP nel mercato secondario al prezzo di 101 e, senza attendere la data di scadenza dei suoi titoli, li rivenda ad un prezzo che nel frattempo si è rivalutato salendo a 104. Lo Stato si prenderà il 20% di tasse su quanto guadagnato nella differenza tra 101 e 104, a parte le commissioni da pagare alla banca, perché in ogni caso i titoli di Stato debbono essere sempre acquisiti e venduti tramite le banche. E questo non si capisce.
La banca centrale europea ha concesso in prestito a basso interesse (con scadenza rinnovabile) alle banche italiane 235 miliardi di euro. Sapete che ne hanno fatto le banche invece di favorire i prestiti almeno alle aziende se non ai privati? Li ha investiti in titoli di Stato per ricavare da essi un interesse maggiore rispetto a quello con cui fu concesso il prestito dalla BCE.
E allora perché continuare a fare del debito generato dagli interessi pagati ai titolari dei titoli di Stato la maggiore causa del debito pubblico? E' una menzogna. Si tratta di un debito che in ogni caso va a beneficio dello Stato stesso per i motivi sopra detti (aumento dei consumi da parte dei titolari, e dunque aumento della produzione e dell'occupazione con relativo aumento dell'introito fiscale). Più il beneficio dello Stato che restituisce sempre moneta svalutata alla scadenza dei titoli. Si consideri che la spesa annuale dello Stato è di crica 800 miliardi l'anno. Dunque il debito pubblico, se di 80 miliardi, è solo un decimo.
Si aggiunga che la disgrazia dell'Unione Europea coopera all'aumento del debito perché l'Italia deve partecipare ai fondi comuni europei. Quest'anno l'Italia ha avuto in restituzione 7 MILIARDI in meno rispetto a quanto essa ha dato come sua partecipazione a questi fondi. Ciò significa che per salvare questa disgrazia della cosiddetta Unione Europea l'Italia ha regalato ad altri Stati 7 miliardi. E poi questo governo non sa come recuperare il mancato introito di 2,5 miliardi derivante dal mancato introito dell'IMU sulla prima casa, quando sarebbe bastato risparmiare 7 miliardi regalati ad altri Stati per coprire il mancato introito dell'IMU complessiva (su tutti gli immobili), pari a 4,5 miliardi. E ne sarebbe anche avanzato. Siamo di fronte ad un governo di scellerati che scaricano poi sulle tasse di tutti i cittadini la loro scelleratezza.
Vi sono duemila scorte che costano ogni anno circa un miliardo. La stessa cifra di cui nel bilancio annuale è stato diminuito il finanziamento alla polizia.
Il debito pubblico è un falso debito se i creditori sono gli stessi cittadini. E' un esempio il Giappone che ha un debito pubblico che è il doppio di quello italiano. Ma non ha problemi perché titolari sono i cittadini e non soprattutto le banche, come in Italia. Infatti i titolari dei titoli di Stato, se sono i cittadini e non gli stranieri e le banche, che poi investono gli interessi con prestiti ad un tasso superiore) investiranno e consumeranno favorendo la produzione e l'occupazione. Se aumentano la produzione e l'occupazione, e dunque il maggiore introito da parte del fisco, il debito, se tenuto sotto controllo, si riduce da sé. Oggi gli interessi che lo Stato deve pagare ogni anno per gli interessi che deve pagare ai titolari dei titoli di Stato assommano a 80 miliardi. Ma se questi interessi fossero pagati ai cittadini questi in parte li investirebbero o li spenderebbero nei consumi. In tutti e due i casi vi sarebbe una ricaduta positiva nell'economia. Inoltre si consideri che lo Stato, quando i titoli arrivano alla scadenza e i titolari ne chiedano la restituzione, lo Stato non ci ha perso perché restituisce moneta svalutata. Lo Stato quando fa le aste emette BTP con scadenza a cinque o dieci anni. Si supponga che un titolo BTP abbia una cedola che frutti un interesse lordo del 4% (infatti bisogna detrarre il 12,50 di tasse). Ho preso il caso di un interesse alto. Il titolare dei BTP per non perderci dovrebbe reinvestire gli interessi percepiti negli stessi titoli o in altro, e dunque evitare di mangiarseli nel consumo (il che, invece capita spesso nel caso del piccolo risparmiatore) per evitare che il suo capitale in BTP si svaluti. Infatti la svalutazione non è mai inferiore al 3%. Pertanto lo Stato, restituendo il capitale al titolare dei BTP, restituendo moneta svalutata non ci ha perso, mentre il titolare non ci ha guadagnato. L'interesse percepito dal titolare dei BTP solo in parte coprirà la svalutazione se la cedola è del 4%. Scrivo ciò per esperienza personale. Nel mercato secondario (cioè nel mercato dei titoli di Stato acquistati non all'asta (quando non si sa quale sarà la cedola perché questa dipende dalla richiesta, e maggiore è la richiesta minore è la cedola) normalmente il valore dei titoli BTP supera sempre il valore 100. Ma alla scadenza lo Stato gli restituirà sempre 100 qualunque sia il prezzo a cui li acquistati. Anche per questo motivo il titolare deve farsi bene i conti per sapere a che prezzo gli convenga comprarli sul mercato secondario tenendo conto del valore della cedola (cioè degli interessi che percepirà) e della differenza tra il costo dell'acquisto e ciò che lo Stato gli pagherà alla scadenza (sempre 100). Se dunque lo Stato paga in un anno 80 miliardi di interessi, questi sono stati in passato coperti da ciò che ha guadagnato e continuerà a guadagnare restituendo moneta svalutata alla scadenza dei titoli. Non basta. Supponiamo che uno abbia comprato BTP nel mercato secondario al prezzo di 101 e, senza attendere la data di scadenza dei suoi titoli, li rivenda ad un prezzo che nel frattempo si è rivalutato salendo a 104. Lo Stato si prenderà il 20% di tasse su quanto guadagnato nella differenza tra 101 e 104, a parte le commissioni da pagare alla banca, perché in ogni caso i titoli di Stato debbono essere sempre acquisiti e venduti tramite le banche. E questo non si capisce.
La banca centrale europea ha concesso in prestito a basso interesse (con scadenza rinnovabile) alle banche italiane 235 miliardi di euro. Sapete che ne hanno fatto le banche invece di favorire i prestiti almeno alle aziende se non ai privati? Li ha investiti in titoli di Stato per ricavare da essi un interesse maggiore rispetto a quello con cui fu concesso il prestito dalla BCE.
E allora perché continuare a fare del debito generato dagli interessi pagati ai titolari dei titoli di Stato la maggiore causa del debito pubblico? E' una menzogna. Si tratta di un debito che in ogni caso va a beneficio dello Stato stesso per i motivi sopra detti (aumento dei consumi da parte dei titolari, e dunque aumento della produzione e dell'occupazione con relativo aumento dell'introito fiscale). Più il beneficio dello Stato che restituisce sempre moneta svalutata alla scadenza dei titoli. Si consideri che la spesa annuale dello Stato è di crica 800 miliardi l'anno. Dunque il debito pubblico, se di 80 miliardi, è solo un decimo.
Si aggiunga che la disgrazia dell'Unione Europea coopera all'aumento del debito perché l'Italia deve partecipare ai fondi comuni europei. Quest'anno l'Italia ha avuto in restituzione 7 MILIARDI in meno rispetto a quanto essa ha dato come sua partecipazione a questi fondi. Ciò significa che per salvare questa disgrazia della cosiddetta Unione Europea l'Italia ha regalato ad altri Stati 7 miliardi. E poi questo governo non sa come recuperare il mancato introito di 2,5 miliardi derivante dal mancato introito dell'IMU sulla prima casa, quando sarebbe bastato risparmiare 7 miliardi regalati ad altri Stati per coprire il mancato introito dell'IMU complessiva (su tutti gli immobili), pari a 4,5 miliardi. E ne sarebbe anche avanzato. Siamo di fronte ad un governo di scellerati che scaricano poi sulle tasse di tutti i cittadini la loro scelleratezza.
A questo punto vi è da domandarsi. Se
la Telefonica spagnola (che è anch'essa in passivo) è divenuta
proprietaria del 60% del capitale della Telecom Italia per 700 milioni
di euro, è possibile che lo Stato (a cui era appartenuta originariamente
la Telecom e che è stata privatizzata con un'operazione di svendita da
parte di politici incompetenti e, direi, delinquenziali, per avere
svenduto tutte le industrie di Stato, in passivo solo perché gestite da
manager magnaccia che non hanno provveduto a renderle competititive in
campo internazionale invece di farne dei carrozzoni dei partiti
della sinistra) è possibile, dicevo, che lo Stato, che è rimasto
proprietario delle infrastrutture telefoniche date poi in gestione a
vari gestori telefonici (come Infostrada) non abbia trovato i milioni
necessari per evitare che la Telecom fosse svenduta ad una proprietà
privata spagnola e permettesse allo Stato stesso di ridiventare
azionario della Telecom? Ecco le conseguenze del mito della
liberalizzazione.
Ho sentito
l'economista prof.Amoroso alla trasmissione di lunedì scorso
PRESADIRETTA dire che tornando alla lira la moneta si svaluterebbe
rispetto all'euro al massimo del 20%. Ma ha aggiunto che ciò non
cambierebbe alcunché nel mercato interno e la lira tornerebbe ad
essere competitiva in fatto di produzione ed esportazione perché
all'estero i prodotti costerebbero meno. Perché allora non cambiare?
Purtroppo abbiamo una Costituzione da Stato dittatoriale perché
proibisce che siano sottoposti a referendum i trattati
internazionali. Si potrebbe fare almeno un referendum consultivo. Io
sin dal 2006 in un mio libro spedito alla grande Ida Magli (Scontro
tra culture e metacultura scientifica*) avevo pronosticato la fine
dell'euro già con le stesse argomentazioni della Magli. Non si
possono unificare sotto un'unica moneta Stati così differenti per
economia e per tradizioni culturali. Già il filosofo Kant (Per la
pace perpetua) aveva spiegato perché fosse impossibile un'Unione
Europea. L'euro conviene soprattutto alla Germania perché, se
tornasse al marco (più forte dell'euro nell'originario passaggio dal
marco all'euro), finirebbe finalmente la sua egemonia economica e
politica in Europa. Infatti le sue esportazioni, che hanno quasi
unicamente l'Europa come campo di espansione, avrebbero un crollo,
mentre decollerebbero quelle italiane con il ritorno alla lira, più
debole dell'euro. Maledetto sia soprattutto quel deficiente di Prodi che
plagiò anche l'opinione pubblica dicendo che dovevamo entrare in Europa
perché l'euro sarebbe stata la salvezza. Inoltre fu stabilito un cambio
sbagliato tra l'euro e la lira, che portò ad una sopravalutazione
dell'euro rispetto alla lira. L'Italia entrò nell'euro sotto il governo
della sinistra. Bisogna riconoscere che Berlusconi fu sempre un
euroscettico, ma quando vinse le elezioni nel 2001 si trovò di fronte al
fatto compiuto. Oggi vi sono tanti economisti (come Claudio Borghi e
Alberto Bagnai) che vanno ripetendo che bisogna tornare alla lira.
Ida Magli - Il Giornale
www.ilgiornale.it/autore/ida-magli-46299.htmlIda Magli. diL eggendo alcune recenti affermazioni di nostri governanti e di politici a proposito dell'Europa, si rimane davvero meravigliati. Anzi, spaventati.
"Sovranità dimezzata"
"Avanti così ancora un po' e l'Euro salta per aria"
Il libro di Antonio Pilato analizza le crisi del debito. Con la fine delle divise nazionali, la svalutazione passa dalle monete ai salari deboli. E così...
martedì 3 settembre 2013
LA LOBBY MONDIALE DEGLI OMOSESSUALI E IL SUICIDIO DELL'OCCIDENTE.
OMOSESSUALI ERRORI DELLA NATURA
Ricevo da un mio corrispondente quanto segue. Aggiungo il mio commento.
Caro prof. Melis,non
sono omosessuale (che io sappia: ma forse - come dicono gli omosessuali
- in quanto "omofobo" sono una checca repressa). E fino a qualche tempo
fa gli omosessuali non erano per me un problema, anzi provavo per loro
non dico viva simpatia ma una certa comprensione e benevolenza. Dobbiamo
pur ammettere che sono stati a lungo non solo discriminati, ma anche
perseguitati, condannati, bruciati (e in alcuni paesi del mondo sono
ancora oggi condannati a morte). Ho preparato per i miei esami di
letteratura francese André Gide che era omosessuale e anche pedofilo
(oggi finirebbe in galera). Nonostante ciò Gide era per me un autore
interessante e importante. Claudel, che era suo amico e ammiratore, gli
tolse il saluto quando scoprì che era omosessuale e arrivò a dire che
Gide era una nullità perché "le mal ne compose pas" - il male non può
creare niente di valido. Claudel, che era un convertito (alla larga dai
convertiti, sono peggio dei vecchi credenti!) e che è considerato un genio poetico, mi è parso sempre antipatico e stupido e poco cristiano.Oggi
assistiamo alla rivincita degli omosessuali: sul banco degli accusati,
quasi ovunque nel mondo, ci ritroviamo noi eterosessuali (o checche
represse) definiti "omofobi" e per i quali debbono addirittura valere
aggravanti di pena. Come ciò sia stato possibile, e in così breve tempo,
non lo so. Considero il matrimonio omosessuale semplicemente ridicolo.
Il matrimonio è un istituto in crisi e questi vogliono a tutti i costi
scimmiottare gli eterosessuali. Comunque hanno il vento in poppa e
impongono ormai ovunque la loro visione della sessualità:
l'omosessualità è assolutamente normale e nessuno si azzardi a dire che
non lo sia o a manifestare disgusto per le loro pratiche. Viviamo
nell'epoca del "politicamente corretto" e ormai è vietato esprimere
liberamente i propri sentimenti o pensieri, nonostante si continui a
difendere a spada tratta la libertà di espressione: da qualche parte c'è
sicuramente qualcuno che si sente offeso ed esige riparazioni.Io
non vorrei affittare un mio appartamento ad omosessuali maschi perché
mi fanno un po' schifo (l'omosessualità femminile mi sembra più
tollerabile, anche perché più discreta, anche se la Concia mi scoccia
parecchio): ciò è discriminatorio secondo loro e vado processato e
punito! Il mio diritto proprietario è dunque compromesso se non posso
fare della mia proprietà ciò che voglio ed escludere di conseguenza
qualcuno dal godimento dei miei beni: in questo caso non sono allora più
veramente proprietario, i miei diritti sono conculcati.È
certamente vero che il fenomeno dell'omosessualità c'è sempre stato,
anche fra gli animali. Sembra che la percentuale attuale degli
omosessuali si aggiri intorno al 10% della popolazione. Non so se sia
proprio vero, ma prendiamo questa cifra per buona: è una percentuale
elevata che significa centinaia di milioni di omosessuali nel mondo
(siamo circa 7 miliardi, sarebbero dunque 700 milioni, non sono pochi).
Ma significa questo che l'omosessualità è "normale"? A mio parere
normalità significa prevalenza, maggiore diffusione di un certo tipo. È
evidente quindi che normale è l'eterosessualità e non l'omosessualità
(6,3 miliardi sono eterosessuali, 700 milioni omosessuali). Ma gli
omosessuali insistono che sono normali, che l'omosessualità è un
fenomeno naturale e quindi da accettare. Vogliono uscire dalle catacombe
e amarsi (= incularsi) alla luce del sole! Debbo ammettere che un po'
ragione cel'hanno: non vogliono più doversi nascondere e essere considerati anormali. Comprensibile, ma c'è un ma.Perché
l'omosessualità è stata quasi sempre condannata e repressa e al massimo
tollerata? Anche nell'antica Grecia e nell'antica Roma per quanto
diffusa non era proprio normale. La risposta mi sembra chiara:
l'omosessualità non genera e perciò il gruppo, la comunità non può
tollerarla, deve reprimerla. Ne va della sopravvivenza del gruppo, tanto
più che in tempi non molto remoti il numero era potenza. Ed è anche
questa la ragione per cui Putin reprime e punisce la propaganda
omosessuale. L'immensa Russia ha appena 143 milioni di abitanti (nemmeno
il doppio della Germania!) e il calo demografico continua! Mi pare
logico e normale che il Cremlino si preoccupi e corra ai ripari
(incentivando la maternità, come Mussolini, e reprimendo comportamenti
pericolosi per la sopravvivenza della nazione - perché gli omosessuali
non generano, è un fatto: è il dramma di Vendola che vorrebbe
"comprarsi" o ordinare un pupetto, anzi vari pupetti, dai "normali").Tuttavia
oggi l'umanità ha un enorme problema: l'esplosione demografica, negata
dalla Chiesa, dagli economisti, dai politici (dicono che c'è da mangiare
per tutti, anche per 15 miliardi di persone, è solo un problema di
distribuzione - ma il fatto è che non c'è nemmeno da bere,
l'approvvigionamento idrico è già ora un problema immenso e lo sarà
ancora più in futuro).Alla
luce di questa tragedia giornaliera (centinaia di milioni di affamati,
miliardi senza servizi igienici) si potrebbe pensare che la diffusione
dell'omosessualità potrebbe non dico risolvere il problema demografico
ma almeno attenuarlo. Forse è per questo che le autorità propagandano il
matrimonio omosessuale. La consistenza numerica è ormai ampiamente
assicurata (ma in Europa non più!) e anzi è diventata pericolosa per
l'umanità, per cui la pratica omosessuale è da incoraggiare. Questo
incoraggiamento è ormai palese, persino RAI Uno vaticana presenta
l'omosessualità come normale. Certo la Chiesa, ultima dei mohicani,
continua a condannare l'omosessualità, ma sappiamo perché (condanna
persino l'onanismo, figuriamoci!). Tuttavia Bergoglio ha già messo la
sordina all'argomento, anzi si dichiara amico e fratello degli
omosessuali ("chi sono io per condannarli?", ha detto). Un'ultima
osservazione. Anonimo ha osservato - credo giustamente - che i rapporti
anali sono ormai molto diffusi anche fra gli eterosessuali. È vero.
Perché allora manifestare schifo per questo tipo di rapporti sessuali,
comuni oggi anche fra gli eterosessuali? Cordiali saluti
Anzitutto debbo far notare al corrispondente che è falso che esista l'omosessualità tra altri animali. Le mie letture di etologia mi permettono di affermarlo. L'apparente accoppiarsi tra maschi è soltanto una forma di ritualità che serve a stabilire la sottomissione dell'inferiore al superiore, capo branco, che non vuole che un inferiore gli sottragga una delle sue femmine. Questo capita spesso tra le scimmie.
Mi dà fastidio soprattutto una cosa (a parte lo schifo fisico che è un mio diritto e che invece mi si vorrebbe togliere quando dico che mi fanno schifo) che gli omosessuali nascondano il loro vero scopo tacendo sempre della pretesa che ad essi venga riconosciuta la pensione di reversibilità. Per non parlare della pretesa dell'adozione. La conseguenza sarebbe che due eterosessuali dello stesso sesso (parenti o non parenti) potrebbero mettersi d'accordo e farsi registrare come omosessuali, pur continuando a vivere ciascuno a casa sua, per lasciare l'uno all'altro la pensione di reversibilità "fottendo" lo Stato e, nel caso siano divorziati, anche le ex mogli e i figli, facendo fallire l'INPS. Non essendoci in tal caso il vincolo di parentela (come nel matrimonio normale per ragioni di sangue) lo zio potrebbe "sposare" il nipote, la zia la nipote, e così via. Ma nessuno ha mai pensato a queste conseguenze. E' infatti la pensione di reversibilità ciò a cui aspirano, anche se non hanno il coraggio di dirlo. Perché per tutto il resto basta il Codice Civile, potendo l'uno fare testamento a favore dell'altro. E il testamento esclude qualsiasi grado di parentela nell'eredità, quando non si tratti di moglie e di figli (che in questo caso non esistono). Si tratta della cosiddetta legittima, per un massimo di 3/5. Gli altri 2/5 uno può lasciarli a chi vuole.
E' vero che nell'antica Grecia l'omosessualità era diffusa. Ma non venne mai in mente di considerarla normale e di legalizzarla. Platone (pur allievo spirituale di Socrate, che era bisessuale, in quanto amante di Alcibiade, futuro tiranno di Atene - e per me Socrate è una figura negativa perché spostò l'attenzione dalla natura all'uomo, corrompendo la grande filosofia naturale dei presocratici) scrive nell'ultima opera Le leggi (836e) che gli omosessuali debbono essere esiliati, e se rimettono piede in Atene debbono essere condannati a morte. Scrive Platone: "Non so chi disprezzerà l'uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di che cosa è la legge". In un passo successivo (841d-842a) Platone prescrive che "uomo non ami sterilmente altri uomini e venga bandita l'omosessualità fra maschi, e il trasgressore, privato della cittadinanza, sia considerato straniero". Platone fa riferimento alla stessa "legge naturale" (839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei. Aristotele (Etica nicomachea, VII, 5) scrive che l'omosessualità è una malattia "fuori dei confini del vizio, come anche lo è la bestialità".
L'organizzazione mondiale della sanità, sotto la pressione della lobby mondiale degli omosessuali, ha dichiarato che l'omosessualità non è una malattia. Se non lo è fisicamente è tuttavia una anormalità fisica con riflessi psichici. Che sia una anormalità fisica, una "confusione sessuale", è stato spiegato dal biologo francese Jean-Didier Vincent (Che cos'è l'uomo, Garzanti 2005). Essa è la conseguenza di anormalità nel DNA e di disfunzioni ormonali. Riassumo la lunga ed analitica spiegazione di Vincent, già esposta nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientica, alla faccia di tutti gli ignoranti.
Dopo la formazione della
cellula eucariotica la natura ha realizzato per selezione
naturale un meccanismo di riproduzione sessuale molto
imperfetto.1 Infatti il cromosoma
maschile Y (che fa parte del gene SRY ) genera un abbozzo di
gonadi sotto l’azione dell’ormone MIS, che permette la
contemporanea regressione dell’abbozzo dell’apparato
femminile, anch’esso presente in ogni feto. Il sesso femminile
(con le ovaie) si forma in assenza del gene SRY. Ma non basta
la sola presenza del gene SRY a determinare il sesso maschile.
Questo gene interviene sul cromosoma maschile X tramite i geni SOX3 e SOX9. La femmina si forma quando
SOX3 inibisce SOX9, mentre il maschio si forma
quando SRY inibisce SOX3 permettendo la formazione delle gonadi.2 Dato questo complesso
meccanismo, si capisce come sia facilmente possibile che
accadano delle ambiguità e delle confusioni sessuali. Ma non
basta che il sesso sia fisicamente precisato. Bisogna anche
che le funzioni sessuali si manifestino in comportamenti
distinti, maschile e femminile, che dipendono dalla
costruzione dei circuiti cerebrali, su cui agiscono gli ormoni
del feto e della madre. Perché si manifesti un comportamento
maschile è necessario che il testosterone (ormone maschile)
sia convertito in estradiolo (ormone femminile) nel cervello.
Il comportamento femminile, a sua volta, è garantito dal
progesterone (ormone femminile), che invece ha un effetto
inibitore sul comportamento maschile. Da tutto ciò consegue
che l’omosessualità è il risultato degli errori dovuti al
complesso meccanismo della differenziazione sessuale, che non
ha funzionato come normalmente avrebbe dovuto funzionare.3 Vi è stato anche uno studio
che ha evidenziato l’esistenza di un legame tra una specifica
sequenza di geni e l’omosessualità. Un’altra ricerca che
studia le caratteristiche di una particolare area del cervello
sembra avvalorare la tesi secondo cui determinati fattori
prenatali potrebbero influenzare le preferenze sessuali. Lo
studio condotto nel 1991 negli Stati Uniti è ritenuto la
ricerca più importante sino ad oggi sugli orientamenti
sessuali. Lewis ha esaminato il cervello di alcuni uomini
omosessuali e eterosessuali e quello di alcune donne
eterosessuali. Ha analizzato una parte del cervello che è nota
perché negli uomini e nelle donne presentano caratteristiche
differenti. Tale area si trova nell’ipotalamo. Lewis l’ha
chiamata INH3. L’INH3 degli uomini omosessuali sembra simile a
quello delle donne e l’INH3 di entrambi i gruppi risulta
essere più piccolo di quello degli uomini eterosessuali. Dal
punto di vista scientifico è dunque innegabile che gli
omosessuali sono degli anormali, incolpevoli risultati di errori del sistema
riproduttivo o di un’area del cervello.4
1 Se un genitore ha due geni
A e a, in una riproduzione
assessuata si avrà un figlio Aa, mentre in una riproduzione sessuata si possono
avere anche AA e aa. E questi ultimi potrebbero
risultare più adattabili all’ambiente (Edwuard O. Wilson, Sulla natura umana (1978), Zanichelli 1989,
p.87. Secondo Wilson i geni dell’omosessualità possono
diffondersi attraverso gli eterosessuali in linee di
discendenza collaterali (ibid., p. 102). Secondo Dawkins (Il gene egoista, 1976, Zanichelli 1982, pp.
119 sgg.) l’originaria cellula sessuale (gamete) si sarebbe
differenziata in base alla selezione naturale, che avrebbe
eliminato le cellule sessuali di medie dimensioni,
privilegiando, da una parte, le più piccole, che, divenendo
sempre più piccole, avrebbero acquisito il vantaggio di
raggiungere, per una maggiore motilità, quelle più grandi,
dall’altra quelle più grandi, che, divenendo sempre più
grandi, avrebbero offerto il vantaggio complementare di
essere più ricche di sostanze nutritive per quelle più
piccole. Così si sarebbero formati, da una parte, gli spermi
e, dall’altra, le uova.
2 Abbiamo tratto queste
informazioni da Jean-Didier Vincent (con Luc Ferry), Che cos’è l’uomo (2000), Garzanti 2002, p.
252. Si può aggiungere che un altro studio ha cercato di
individuare una correlazione tra la lunghezza dell’indice
della mano e l’anulare, che negli eterosessuali è più lungo
dell’indice. Nelle donne eterosessuali l’indice e l’anulare
hanno in genere la stessa lunghezza. Ciò non vale tuttavia
nelle donne omosessuali, per cui il rapporto indice-anulare
è risultato esattamente intermedio tra quello osservato
negli uomini eterosessuali e quello osservato nelle donne
eterosessuali. Il che significa che alcune delle donne che
manifestano tendenze omosessuali sono state esposte a
livello più elevato di testosterone (ormone maschile)
nell’utero rispetto alla gran parte delle donne
eterosessuali.
3 Da notare come Aristotele
considerasse l’omosessualità una malattia (Etica nicomachea, VII, 5), da considerare
“fuori dei confini del vizio, come anche lo è la
bestialità”. Anche Platone considerò innaturale
l’omosessualità nelle Leggi, dove (836e) scrive: “Non so chi non disprezzerà
l’uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla
natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi
queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di
che cosa è la legge. In un passo successivo (841d-842a)
Platone prescrive “che uomo non ami sterilmente altri
uomini”, per cui deve essere “bandita completamente
l’omosessualità fra maschi” e richiede che il trasgressore,
privato della cittadinanza, “sia considerato straniero”.
Platone fa riferimento alla stessa “legge naturale” (839b)
che vieta il matrimonio tra consanguinei.
Nella perdita del riferimento alla natura
l’Organizzazione mondiale della sanità, sotto la pressione
degli omosessuali, ha dichiarato che l’omosessualità non è
una malattia. Se non lo è fisicamente lo è, tuttavia,
psichicamente.
4 Si sono presentati casi
anormali di uomini che presentavano il doppio cromosoma XX e
di donne che presentavano i cromosomi maschili XY. Ma è
stato verificato che sia i primi che le seconde erano
sterili. Evidentemente tali errori non venivano accettati
dal resto dei geni. E’ stato verificato che il cromosoma X
ha in comune con quello Y il 98, 8% dei geni. E’ dunque il
restante segmento dei geni che fa la differenza sessuale.
Sin qui la citazione del mio libro.
Sin qui la citazione del mio libro.
Ecco, invece, quanto hanno
scritto due deficienti, non avendo
argomentazioni scientifiche:
1) Ma uno come lei, che blatera di filosofia, di natura e di scienza, che non voleva nascere e che dal del cretino a tutti i grandi della filosofia, che non vede senso nella vita, ma cosa gliene importa se uno preferisce mettere il suo cazzo in culo piuttosto che in fica? Cosa gleien importa se la scuola finalmente non fa sentire inferiore uno che è figlio di un omeosessuale o è omosessuale lui stesso? Scrive con grande distacco delle vita umana e poi è un conservatore attaccato "alla legge naturale" come se davvero esistesse. Allora davvero scrive solo stronzate, come lei stesso ammette in precedenti blog!
2) beh, io vivo felice con i "rottinculo" come li chiamate, vivo felice con gli extracomunitari, vivo felice con gli italiani terroni o dell'estremo nord....abolirei gli stronzi, però, se potessi .....
1) Ma uno come lei, che blatera di filosofia, di natura e di scienza, che non voleva nascere e che dal del cretino a tutti i grandi della filosofia, che non vede senso nella vita, ma cosa gliene importa se uno preferisce mettere il suo cazzo in culo piuttosto che in fica? Cosa gleien importa se la scuola finalmente non fa sentire inferiore uno che è figlio di un omeosessuale o è omosessuale lui stesso? Scrive con grande distacco delle vita umana e poi è un conservatore attaccato "alla legge naturale" come se davvero esistesse. Allora davvero scrive solo stronzate, come lei stesso ammette in precedenti blog!
2) beh, io vivo felice con i "rottinculo" come li chiamate, vivo felice con gli extracomunitari, vivo felice con gli italiani terroni o dell'estremo nord....abolirei gli stronzi, però, se potessi .....
Mio commento:
Questo deficiente viva felice con chi vuole
ma senza causare danni a tutti gli altri a causa della sua
deficienza mentale. Si tratta di una delle tante vittime della
propaganda della società multiculturale e multirazziale che,
incapace di ragionare, sta alla base della distruzione
dell'identità dei popoli di cui è causa principale la disgrazia
dell'asserita Unione Europea.
Commento di Alain Delon. Io direi piuttosto: omosessuali errori della natura.
Commento di Alain Delon. Io direi piuttosto: omosessuali errori della natura.
IN TV
Alain Delon choc: «Omosessualità contro natura»
Una frase choc e anti-gay pronunciata da Alain Delon sta
scandalizzando la Francia. L'attore ha affermato in diretta televisiva
che l'omosessualità "è contro natura".
(9)
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NWO E DINTORNI.... - DALLAPARTEDELTORTO (arte,politica ...
16/mag/2013 - ... /2012/12/11/il-piano-kalergi-il-genocidio-dei-popoli-europei/ (questo .... occultata di quella che sia esposta in bella evidenza,in un contesto in ... -
0236 – Come ti addormento il popolo: l'equivoco del razzismo ...
olodogma.com/.../0236-come-ti-addormento-il-popolo-lequivoco-del-ra...08/mag/2013 - 11,00 euro a fascicolo. ... contro qualsiasi evidenza e contro l'uso della ragione e della logica, ... Costringendo con la forza del potere politico i popoli di Europa a ... al telegiornale che erano tre “europei” i vincitori del premio Nobel. ... =210544:il-piano-kalergi-il-genocidio-dei-popoli-europei&catid=35: ...
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